Nei nostri media d'informazione, la notizia è quasi oscurata dalla messa in primo piano dell'opinione al proposito della Santa Sede.
Ovviamente, ci sono quelli che polemizzano contro l'irritazione vaticana, quelli che la dileggiano, quelli ancora che la gonfiano, la sostengono, la appoggiano.
Ma davvero sarebbe necessario dare conto del giudizio pontificio?
Un fedele cattolico ha molti modi per venire a sapere l'opinione del suo papa, o del suo vescovo o del suo parroco. Il Vaticano possiede e gestisce televisioni, giornali, radio, siti web, parla dai pulpiti, da trasmissioni apposite ospitate dalla RAI. E' necessario bombardarci d'informazione non richiesta?
Federico Sardelli per Il Vernacoliere |
A sinistra si parla costantemente (e giustamente) dello scandalo dei media monopolizzati dal premier, della RAI lottizzata, della mancanza di libertà nell'informazione... eppure quando il soggetto della notizia o dell'opinione è la Chiesa Cattolica ci sono solo poche voci sparute a reclamare un atteggiamento più laico.
Ricordate il recente viaggio "trionfale" del papa in Gran Bretagna, che ci è stato raccontato in lungo e in largo da giornali e tv? Ricordate i toni?
Vi posto qui un articolo che, finalmente,racconta la vicenda anche in un altro modo.
A voi giudicare.
Le ferite degli anglicani
Per prima cosa, la visita papale in Scozia e Inghilterra non è stata il trionfo descritto dai giornali italiani.
In secondo luogo nessuno all’estero sorbisce le quantità industriali di papa ammannite quotidianamente agli italiani dai vari media di ogni credo e colore politico. La maggior parte dei britannici perciò non sapeva neppure che faccia avesse Benedetto XVI; grazie all’aggressiva propaganda atea di personaggi come Dawkins si aspettavano un rottweiler nazista pro pedofili e hanno visto invece un vecchietto al cui
paragone la coetanea regina pareva una giovincella. E hanno reagito educatamente, come al Dalai Lama o a qualsiasi altro notabile straniero. Il che non vuol dire approvazione. Come i leader Cameron, Clegg e Brown che l’hanno accolto pur denunciando la politica vaticana su contraccezione e diritti umani e le sue funeste conseguenze.
La defezione cattolica è stata evidente. Ovunque ci si aspettava il doppio dei partecipanti (100.000 contro i 50.000 racimolati da ogni dove in Hyde Park, entrambe cifre non da trasecolare) e dei biglietti che ogni buon cattolico avrebbe dovuto acquistare per contribuire ai costi del viaggio (30 euro ciascuno) è stato venduto solo il 20%. Lo scandalo dei preti pedofili ha avuto un impatto notevole sui cattolici: l’87% si è dichiarato colpito e umiliato e se pochi hanno protestato apertamente molti hanno espresso il proprio malessere disertando le manifestazioni. I cattolici conservatori invece non hanno apprezzato l’enfasi posta sul «liberale» John Newman in odore di eresia a cui oppongono il cardinal Manning più ortodosso e tradizionalista, anch’egli convertitosi a Roma nel medesimo periodo. Non si dimentichi a proposito che nel censimento del 1851 i cattolici in Inghilterra erano solo 165.000. Ora sono alcuni milioni, frutto dell’immigrazione di massa dall’Irlanda del Sud e di recente di quella dai paesi dell’Europa dell’Est e da varie parti dal Sud d’Europa e del mondo. Però solo 800.000 vanno regolarmente in chiesa.
Gli anglicani sono stati i più feriti per due motivi: il papa ha ignorato il fatto che Newman è stato a lungo un pastore anglicano di rilievo i cui inni sono ancora cantati in tutte le chiese protestanti. Quando poi ha parlato di ecumenismo, ha portato come esempio il fatto che la Chiesa di Roma abbia accolto pastori e vescovi transfughi da quella d’Inghilterra perché contrari alla consacrazione delle donne. Nessuna strombazzatura però del fatto che molti di quelli passati a Roma se ne siano già pentiti e siano rientrati nell’ovile e men che meno del fatto che un crescente numero di cattolici frequenta le chiese anglicane. Il discorso teologico più vasto, di sfida alla secolarizzazione e in linea con la scelta di un progressista calato nella vita di ogni giorno e aperto al progresso e al mondo moderno come Newman, è piaciuto ai noncristiani, come Jonathan Sachs, rabbino capo del Commonwealth.
Nell’insieme il paese del «tutto è consentito purché non si spaventino i cavalli» non si è smentito. In Hyde Park uno accanto all’altro due uomini esibivano i cartelli «Benedict we love you» e «The Pope is the Antichrist». La risposta dell’arcivescovo di Canterbury pochi giorni dopo la visita è stato il suo «nulla osta» ai vescovi omosessuali.
Erica Scroppo (da "Riforma", Settimanale delle Chiese Evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi, 1° ottobre 2010)