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5.11.09

Intorno al crocifisso

Leggendo ieri mattina le reazioni alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che determina che i simboli religiosi esposti nelle aule scolastiche costituiscono "una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni" e una violazione alla "libertà di religione degli alunni", prendo atto con stupore (eufemismo molto usato in questi casi), dolore ed indignazione che i soli esponenti politici a plaudere alla sentenza sono stati gli esponenti di Rifondazione Comunista e dei Comunisti Italiani, che oggi sono fuori dal Parlamento italiano, e Vincenzo Vita, voce solitaria nel PD.
Vorrei fare alcune considerazioni su due piani: uno politico e giuridico, l'altro, per così dire, confessionale.





Recita l'articolo 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale […] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana[...]
Non credo di forzare il testo costituzionale, se vi ravvedo l'intento di mettere tutti i cittadini, nei limiti delle possibilità pratiche, nelle stesse identiche condizioni nel corpo della società, a prescindere da distinzioni “di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come recita lo stesso articolo 3.


Ovviamente, non mi attendo la difesa di questi princìpi da parte delle forze politiche portatrici di idee discriminatorie, numerose all'interno dello schieramento attualmente al timone del Paese; me lo aspetterei da altre formazioni politiche, nella sinistra e tra i sindacati, che si battono per la pari dignità sociale delle donne rispetto agli uomini, di gay, lesbiche e trans rispetto agli eterosessuali, dei malati rispetto ai sani, delle coppie di fatto rispetto a quelle sposate...
Ma sarebbe stata possibile un'uguaglianza riconosciuta (ancorché non raggiunta completamente) per le donne, se non ci fossero stato il movimento femminista? Ci sarebbe stato uno Statuto dei Lavoratori senza le lotte sindacali?
Voglio dire: avrebbero potuto i soli “maschi” riconoscere l'uguaglianza delle donne senza ascoltare quel che le donne avevano da dire? E i soli padroni avrebbero forse dato voce alle istanze dei lavoratori nel loro Statuto, se questi ultimi non avessero alzato la voce?
Se auspichiamo che tutti siano uguali, dobbiamo andare a chiedere a chi è in svantaggio di cosa ha bisogno.
Nel caso del crocifisso in classe, abbiamo domandato il parere delle comunità di altre religioni? Abbiamo consultato i genitori degli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica?




Tra le varie stupidaggini sentite in questi giorni [secondo me, in gran parte sintomo più d'ignoranza che di malafede], possiamo evidenziare la visione del crocifisso come “un'antica tradizione” (Bersani), “il simbolo della nostra identità” (Cota, Gelmini, Casini), “segno culturale... patrimonio storico del popolo italiano” (i vescovi, Pasquali del PdL), “simbolo del sacrificio per la promozione umana che viene riconosciuto anche per i non credenti... la nostra identità e le nostre radici” (Sacconi), “simbolo d’amore” (Letizia Moratti), espressione di “valori di laica libertà” (Maria Rita Munizzi dell'omofobico MOvimento Italiano Genitori); la sentenza “offende i sentimenti dei popoli europei nati dal cristianesimo” (Zaia) ed è “un colpo mortale all’Europa dei valori e dei diritti” (Frattini).
A proposito di ignoranza e malafede, il quotidiano Il Tempo titola: "C'era anche l'italiano Gustavo Zagrebelsky, ex componente del Csm, tra i sette giudici di Strasburgo che vorrebbero far staccare il crocifisso dalle nostre aule scolastiche". Peccato che Gustavo Z., ex membro della Corte Costituzionale e del CSM, oggi molto impegnato nella lotta per la laicità in Italia, non sia che il fratello di Vladimiro Z., componente della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Quando il diavolo ci mette lo zampino...


Per fare un po' di pulizia e chiarezza, diciamo subito che il crocifisso in questione è un simbolo religioso. Chi non lo ammette o è in malafede oppure fa parte di quella gran parte di cattolici non praticanti che sono avvezzi a subire passivamente ed acriticamente la pervasiva presenza del cattolicesimo in tutti gli ambiti della vita civile, a quella massa di persone che non credono ma mandano i figli a catechismo e vanno a messa a Pasqua e Natale.
Come simbolo religioso, non è biblico, in quanto contravviene alle prescrizioni iconoclaste presenti nelle scritture, a cominciare dal Decalogo (Esodo 20:4-5), dunque non si può dire neppure cristiano in senso ampio.


La gran parte delle opinioni che ho trovato e vi ho qui sopra riassunto insistono sul crocifisso come simbolo di valori culturali (d'amore, di libertà, di sacrificio per la promozione umana) o tradizionali (delle nostre radici, della nostra identità).
Innanzitutto, si può affermare che i valori di “amore, libertà e sacrificio per la promozione umana” siano stati universalmente garantiti dal simbolo della croce? Abbiamo già dimenticato la croce effigiata sui paramenti e sulle armi dei Crociati? [Proprio così, un simbolo d'amore sulle armi!] Quella croce in nome della quale si sono sterminati milioni di nativi americani, ebrei, eretici, liberi pensatori...
Perché possa essere un simbolo di valori fondanti dell'umanità, dovrebbe innanzitutto essere un simbolo comune a tutti.


Inoltre, il cattolicesimo ha indubbiamente partecipato a formare l'identità culturale dell'Italia attuale, tuttavia sarebbe riduttivo ritenerlo l'unica componente. Innanzitutto, con buona pace di Zaia, non siamo cristiani da sempre, ma solo da quando l'imperatore Teodosio impose il cristianesimo a tutti i sudditi di Roma.
L'identità profonda determinata dalle credenze precristiane fu assorbita nel Cristianesimo, che adattò le sue festività principali al calendario preesistente ed introdusse molti rituali pagani nella sua liturgia.
Non meno fondante fu l'influsso del pensiero filosofico greco, sul quale si modellò il pensiero di Roma. Sappiamo anche quanto deve il cristianesimo a questa tradizione, prima attraverso l'apostolo Paolo, poi nelle modalità della diffusione della Chiesa in Occidente.
Vogliamo poi dimenticare l'Umanesimo? E l'Illuminismo (che qualche alto prelato ha avuto il coraggio di definire bieco)?
Allora, perché esporre il crocifisso e non la lupa capitolina?


Scrive bene Maurizio, un lettore del Corriere del Veneto:


[…] Fatto il catechismo, cresima e tutto il rituale (obbligatorio per ogni bambino) ho iniziato a ragionare con la mia testa[...]. Leggendo, ho poi saputo che l'Italia è un paese laico, che l'illuminismo ha segnato la nostra cultura e che ci impedisce di far sì che un peccato sia illegale, che tradizioni possono essere superate e rimangono solo se la gente le tiene a cuore, non se una legge lo impone! Così uno stato che si considera laico, nei luoghi dove esercita le sue funzioni, non può permettersi di imporre simboli non dello stato ai propri cittadini. Se molti non sono d'accordo, si mobilitino per una riforma costituzionale che renda l'Italia una repubblica cattolica, al pari dell'Iran, per fare un esempio.

E' corretto, dunque, imporre ai nostri bambini un simbolo così parziale che vale per alcuni e non per altri, che ha valore e significati diversi per gli uni e per gli altri? E' giusto, ad esempio, imporlo a chi ha avuto i propri antenati massacrati o perseguitati nel suo nome? E' rispettoso dell'intento del testo costituzionale?




Infine, la considerazione per così dire “confessionale” che ho annunciato all'inizio: quale bisogno c'è di simboli religiosi all'interno delle aule scolastiche?
Cerco di spiegarmi meglio: il cattolicesimo si impegna in una colonizzazione culturale dei luoghi della vita civile, ma a cosa serve? Non basta alla Chiesa di Roma l'autorità sulla massa dei suoi fedeli? Cosa le manca? Cosa le sfugge?

Non sarà che questa necessità di manifestarsi in una presenza materiale nasconda un sostanziale vuoto nella presenza invisibile di fede, di valori, di morale?
Come è successo che il crocifisso, da simbolo religioso, è sceso per i fedeli cattolici e perfino per i loro alti prelati al rango di segno culturale e patrimonio storico?
Non avrà ragione E. S., quando sostiene che la Chiesa Cattolica ha la responsabilità storica dell'impoverimento della spiritualità in Italia?

:)(:

18.5.09

Cometa e gli atei

Una buona parte dei o delle blogger con cui dialogo si definiscono atei.
Spesso mi sorprendo per le affinità di vedute con loro, nonostante dentro di me mi senta quasi uno spiritualista, lontano anni luce da una visione razionalista del mondo.



Quello che non posso condividere è l'assunto, a cui si rifanno riduttivamente molti atei "radicali", secondo cui si può affermare solamente ciò che è sperimentabile coi 5 sensi principali ed elaborato attraverso la logica; una posizione ben rappresentata dalla celebre battuta di Gagarin nello spazio: "Non vedo nessun dio quassù."

A mio parere, non ci sarebbe alcun bisogno di stabilire una teoria per escludere lo spirituale. La conseguenza di questo principio è una rete con un sacco di smagliature: l'ateo, se posso generalizzare, ha spesso un grande rispetto per il "fattore umano", per tutto ciò che determina la specificità umana, e quindi anche per un'ampia serie di manifestazioni dell'animo o dell'intuito (la poesia, l'arte, il sentimento, la vita psichica) che sono fatti più della materia dello spirito che di quella del fegato.
Facendo di ogni erba un fascio, in genere trovo più rispetto delle diversità tra coloro che si dicono atei, che tra quelli che si definiscono "credenti".

Quello che manca alla sensibilità umana e democratica degli atei, generalmente, è il rispetto per la religiosità o la vita spirituale del singolo.
Ho subito spesso l'irrisione di chi mi accusava di credere in superstizioni o fantasmi, senza rendersi conto di quanta parte delle facoltà umane  siano implicate in attività altrettanto simboliche, quali la poesia o la filosofia.


E poi, rovescio la medaglia: l'ateo ha per definizione un forte senso laico dello stato. Ma qual è il genere di laicismo di chi non professa alcuna religione? Il suo laicismo spesso è dogmatico, non è passato attraverso alcuna riflessione, alcun dibattito, perché lo ritiene superfluo. Tuttavia, non può capire i pericoli di uno stato confessionale chi considera con lo stesso disprezzo o disinteresse qualsiasi forma religiosa, da quella che si conforma all'etica umana e la completa (per esempio, arricchendola della componente di compassione, oppure con il riconoscimento del principio divino in ogni persona, aspetti presenti in varie confessioni e filosofie) a quella sbandierata o imposta col solo scopo di farne uno strumento di controllo delle coscienze.
Non faccio alcun esempio: a ciascuno lascio la possibilità di avvicinare le mie considerazioni alle situazioni reali nella Storia e nell'attualità.

In questo atteggiamento che ho appena descritto percepisco una forma di dogmatismo. Parrebbe un paradosso, ma non lo è: lo dico serissimamente.
Esempio: ricordate i bus con la pubblicità dell'UAAR, quelli con la scritta "LA CATTIVA NOTIZIA E' CHE DIO NON ESISTE"? Quale differenza (e non solo di forma) col modello inglese a cui si sono ispirati: "THERE'S PROBABLY NO GOD"! La mancanza di quel probably non è solo meno polite, ma rispecchia un modo di ragionare che trancia, senza sfumature, senza discussione.

In questa forma dogmatica, io vedo una reminiscenza degli effetti nefasti dell'educazione cattolica che tutti gli italiani (ahimè, anche i non cattolici) hanno ricevuto e subito.
In mancanza di un argine quale la rivoluzione francese, che ha prodotto il modello di citoyen  (cioè il livello di condivisione sociale comune a tutti, a prescindere dalla provenienza etnica, religiosa o politica), la struttura gerarchica autoritaria del cattolicesimo romano, con a capo nientemeno che un personaggio infallibile a prescindere da quello che dice (salvo venire contraddetto dal suo successore) ha penetrato profondamente la cultura italiana, vi si è diffusa capillarmente, ha innervato il carattere della società, favorendone gli aspetti di passività, di unanimismo, di esclusione del diverso.
Aspetti che immediatamente rivelano il carattere non evangelico del sistema cattolico, dal momento che sono in palese contrasto con l'imitazione di Gesù, per come è ritratto nei libri canonici ed in quelli apocrifi (militante, sovvertitore, stimolatore del percorso individuale, fortemente egualitario, anzi sbilanciato verso i reietti, i deviati, le donne, gli stranieri); l'autorità papale si configura come un riferimento non spirituale, ma morale, e quindi fortemente conservatore, anacronistico e censorio.

E allora? Allora, secondo me, c'è bisogno di un atto di liberazione personale che vada oltre il solito trito e ritrito anticlericalismo, la minestrina lunga e riscaldata del supposto coraggio dell'ateo di fronte alla morte: coraggio che non può in nessun caso dipendere da una teoria, da una posizione ideologica. Non c'è liberazione dalla religione imposta senza una critica delle radici profonde che hanno determinato ciò che siamo oggi.

Attendo vostre reazioni.
:-)

4.3.09

Lasciate che i bimbi vengano a me

Vi somministro un lungo post che ho trovato molto interessante, con l'aggiunta solo di un paio di mie chiose.


dire, fare, baciare, lettera, testamento: "padre", non sento, non vedo, non parlo

QUELLI DELLE JENE hanno mandato in giro una donna a chiedere consiglio a vari preti sul fatto che il suo bambino piccolo era stato molestato sessualmente dal parroco.
La risposta di 5 preti su 6 è stata di tacere, evitare lo scandalo, non denunciare alla polizia, rivolgersi all'autorità ecclesiastica. Cercare di riportare sulla retta via il figliol prodigo. Addirittura citando San Paolo.
I preti hanno parlato di perdono, di siamo tutti peccatori, sostanzialmente minimizzando l'entità della colpa del prete immaginario.
Lo stesso don Mazzi, intervistato sulla questione ha detto che lui non si rivolgerebbe alla polizia, perché il carcere peggiora comunque le persone e che in due casi simili è riuscito a convincere i preti molestatori a rinchiudersi in un convento di clausura.
Viene da chiedersi se don Mazzi è a conoscenza di altri molestatori che invece non è riuscito a convincere ad andare in clausura e che sono ancora in giro a piede libero a molestare i bambini.
La cosa è ancor più stupefacente visto che tutti gli intervistati hanno ammesso che per una simile colpa la pena inflitta dal clero non sarebbe stata l'espulsione o altro ma una ramanzina e il trasferimento.
E' da notare che l'unico prete che ha consigliato alla madre di denunciare il pedofilo era un giovane. Il che è un ottimo segno. Significa che anche nel clero si sta infiltrando il senso delle parole di Gesù.
Dategli qualche anno e vedrete che anche in Vaticano arriveranno persone che hanno percepito il senso del Vangelo. Non solo i divieti e le eccezioni ai divieti.

Quelli che ho sentito fare nell'inchiesta delle Jene sono discorsi vergognosi dal mio punto di vista, che mostrano che la Chiesa Cattolica è dominata dal gruppo di potere della casta dei preti, che hanno come primo obiettivo proteggere la casta stessa.

E' proprio il potere la chiave della loro intoccabilità. Il clero cattolico romano rivendica il dominio sulle anime, sulle menti e perfino sui corpi (come nei casi di aborto, di stupro, di alimentazione forzata del malato, anche non consenziente: do you remember Piergiorgio Welby?) e con ciò automaticamente si pone su un piano più elevato dei semplici fedeli (e questo passi pure: ognuno è libero di scegliersi la propria gogna) ma anche di quelli che con la zuppa cattolica non c'entrano: non credenti ed appartenenti ad altre religioni.
Io davvero vorrei capire in che modo la sua influenza può condizionare la politica e la società in forma così pervasiva.
Da parte della classe politica, forse si tratta di pura convenienza. Ma da parte della gente?

E questo è stato dimostrato da decine di processi in Usa che hanno pesantemente colpito le casse del clero cattolico con condanne severe per danni.
(In Italia aspettiamo ancora una legge sulle cause collettive..)
Il ragionamento secondo cui denunciare un prete pedofilo è sbagliato perché ne nasce uno scandalo e lui finisce in galera è assurdo. Miglioriamo le galere, certo, ma i pedofili devono essere rinchiusi e messi nell'impossibilità di nuocere ad altri bambini.

Sulla questione dei preti pedofili, vi segnalo un sito giornalistico molto informato: Il Dialogo.

Invece il clero si è raramente e fiaccamente adoperato negli anni per la realizzazione di un sistema carcerario umano. Anzi dobbiamo alla cultura dell'Inquisizione se le nostre carceri sono vergognose.
La logica del clero italiano è sempre stata punitiva al massimo. Tant'è che i carceri del mondo più umani sono in paesi che hanno rifiutato la logica cattolica del dolore, come i paesi scandinavi.
E attenzione: c'è un filo che lega brutalità carceraria, disinformazione sessuale, sessuofobia, paura del nudo, cultura dello stupro.
Il nostro clero è intimamente legato a canoni mentali orrendi e devastanti. E non a caso i cattolici italiani hanno resistito fino al 1996 alla modifica della legge sullo stupro. Grazie anche all'ideologia maschilista del papato fino al 1996 lo stupro era considerato non un reato contro la persona ma contro la morale, con pene irrisorie. Il peccato MORALE cancellava la violenza privata e il sequestro di persona insiti nello stupro... E ancora oggi stupri una donna e poi ti danno gli arresti domiciliari.

Su questo, mi permetto di far notare che gli arresti domiciliari, in ossequio alla legge, sono stati assegnati recentemente a persone effettivamente accusate di violenza sessuale, ma ancora in attesa di processo e ritenute non in grado di inquinare le prove.
Si dovrebbe accelerare i processi e giungere rapidamente ad una sentenza definitiva, invece che condannare le persone in attesa di giudizio.
Fino a prova contraria, c'è per tutti, TUTTI, secondo la legge, la presunzione d'innocenza. Questo principio, di altissimo valore civile, deve essere un baluardo invalicabile dalla vendetta della società.
Update 6/3/09
È di ieri la conferma che non vi sarebbe alcun elemento a carico di Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz, i due romeni arrestati con l’accusa di aver stuprato una ragazzina di 14 anni al parco romano della Caffarella. Né il DNA sui mozziconi delle sigarette fumate dai violentatori né quello sui fazzolettini usati dopo l’aggressione corrisponde a quello dei due indagati; non sono compatibili inoltre i frammenti di DNA trovati sulle impronte rilevate sulle schede telefoniche, rimosse dagli stupratori dai telefonini delle due giovani vittime; non corrispondono infine l’identikit e le descrizioni degli stupratori rilasciate dalla vittima, secondo la quale gli aggressori avrebbero addirittura parlato italiano, con un leggero accento straniero. Inoltre, la donna violentata recentemente nel quartiere di Primavalle, che secondo i mezzi d'informazione avrebbe riconosciuto nel Racz il suo aguzzino, ieri sera, durante la trasmissione televisiva "Anno Zero", ha dichiarato di non essere sicura dell'identificazione.
Questa notizia stamattina non è stata data da alcun telegiornale nazionale. Ed i due uomini, per quello che ne so, non sono ancora stati rilasciati.

E non a caso tra le chiese cristiane è quella cattolica quella dove si sono rifugiati il maggior numero di pedofili. In quale altro posto trovano una protezione più potente?
Vorrei vedere se si chiedesse a don Mazzi se è giusto denunciare uno che prende a bastonate un prete. Ovvio che la risposta sarebbe che si deve denunciarlo... perché è un atto violento. E qui sta il problema, la logica doppia sul peccato che ancora nutre il clero cattolico.
MOLESTARE UN BAMBINO È MENO GRAVE CHE PICCHIARE UN PRETE.
Eppure sappiamo che i danni dello stupro sono altrettanto gravi e duraturi di quelli di un pestaggio.
Ma evidentemente questi religiosi non la pensano così. Uno stupro è meno grave. O forse non considerano approfittare di un bambino e mettergli le mani addosso uno stupro. Tradizione antica che nasce dalla cultura dell'acquisto del perdono che diede origine alla scissione tra cattolici e protestanti.
Cari cattolici. Io rispetto la vostra fede ma dovreste fare qualche cosa per svecchiare questa gerontocrazia che governa la Chiesa e che infanga il buon nome di Dio...
(Abbiamo tutti un po' lo stesso problema... Ognuno spera che arrivi un Obama anche per lui....)

E per capire da dove viene l'ipocrisia blasfema maggioritaria nel clero può essere utile oggi leggere il testo originale che stabiliva i prezzi delle INDULGENZE. Cioè si poteva pagare per espiare un peccato. Incredibile l'idea di pagare denaro per andare in Paradiso, e allucinante la scala di valori che venne usata per stabilire il costo del perdono a seconda dei peccati commessi. Stuprare un bambino era considerato un reato minore (!!!!), costava molto di più diventare prete essendo ciechi da un occhio. Lo so che e' assurdo ma questo aveva stabilito il Papa. Non voleva preti guerci a meno che non fossero disposti a pagarlo profumatamente. Stuprare una donna era considerata una colpa solo leggermente più grave dello stupro di un bambino. Uccidere era molto più grave ma ce la si cavava con una spesa ragionevole. Quel che costava una vera fortuna era ottenere il perdono dopo aver ammazzato un vescovo. Ed e' da notare che si poteva persino pagare in anticipo per ottenere il perdono preventivo per uno o più ammazzamenti. Fu questo testo che fece incazzare Martin Lutero e provoco' la nascita del movimento Protestante. Gente che ha una tanticchia di rispetto in più per la Parola di Dio. I preti protestanti si sposano, fanno sesso e ovviamente sono molto meno impestati da pedofili e stupratori.

Caro Papa, cari Vescovi, Arcivescovi e Cardinali, inginocchiatevi e chiedete perdono a Dio. Se e' misericordioso come dite forse vi perdonerà. Ma dovete inginocchiarvi. SUBITO!!!

P.S.
Riportiamo qui di seguito il testo della Taxa Camarae, un elenco delle indulgenze previste per i vari peccati, con relativo tariffario:

1. L'ecclesiastico che incorresse in peccato carnale, sia con suore, sia con cugine, nipoti o figliocce, sia, infine, con un'altra qualsiasi donna, sara' assolto, mediante il pagamento di 67 libbre, 12 soldi.
2. Se l'ecclesiastico, oltre al peccato di fornicazione chiedesse d'essere assolto dal peccato contro natura o di bestialita', dovra' pagare 219 libbre, 15 soldi. Ma se avesse commesso peccato contro natura con bambini o bestie e non con una donna, paghera' solamente 131 libbre, 15 soldi.
3. Il sacerdote che deflorasse una vergine, paghera' 2 libbre, 8 soldi.
4. La religiosa che ambisse la dignita' di abbadessa dopo essersi data a uno o piu' uomini simultaneamente o successivamente, all'interno o fuori del convento, paghera' 131 libbre, 15 soldi.
5. I sacerdoti che volessero vivere in concubinato con i loro parenti, pagheranno 76 libbre, 1 soldo
6. Per ogni peccato di lussuria commesso da un laico, l'assoluzione costera' 27 libbre, 1 soldo. Per gli incesti si aggiungera' a coscienza 4 libbre.
7. La donna adultera che chieda l'assoluzione per restare libera da ogni processo e avere ampie dispense per proseguire i propri rapporti illeciti, paghera' al Papa 87 libbre, 3 soldi. In un caso analogo, il marito paghera' uguale somma; se avessero commesso incesto con i propri figli aggiungeranno a coscienza 6 libbre.
8. L'assoluzione e la sicurezza di non essere perseguiti per i crimini di rapina, furto o incendio, costera' ai colpevoli 131 libbre, 7 soldi.
9. L'assoluzione dell'assassinio semplice commesso sulla persona di un laico si stabilisce in 15 libbre, 4 soldi, 3 denari.
10. Se l'assassino avesse dato la morte a due o piu' uomini in uno stesso giorno, paghera' come se ne avesse assassinato uno solo.
11. Il marito che infliggesse maltrattamenti a sua moglie, paghera' alle casse della cancelleria 3 libbre, 4 soldi; se fosse uccisa, paghera' 17 libbre, 15 soldi, e se le avesse dato morte per sposarsi con un'altra, paghera', inoltre, 32 libbre, 9 soldi. Coloro che avessero aiutato il marito a perpetrare il crimine saranno assolti mediante il pagamento di 2 libbre a testa.
12. Chi affogasse suo figlio, paghera' 17 libbre, 15 soldi (ossia 2 libbre in piu' che per uccidere uno sconosciuto), e se a uccidere fossero il padre e la madre di comune accordo, pagheranno 27 libbre, 1 soldo per l'assoluzione.
13. La donna che distruggesse il figlio che porta nel suo ventre, e il padre che avesse contribuito alla realizzazione del crimine, pagheranno 17 libbre, 15 soldi ognuno. Colui che facilitasse l'aborto di una creatura che non fosse suo figlio, paghera' 1 libbra di meno.
14. Per l'assassinio di un fratello, una sorella, una madre o un padre, si paghera' 17 libbre, 5 soldi.
15. Colui che uccidesse un vescovo o un prelato di gerarchia superiore, paghera' 131 libbre, 14 soldi, 6 denari.
16. Se l'assassino avesse dato morte a piu' sacerdoti in varie occasioni, paghera' 137 libbre, 6 soldi, per la prima uccisione, e la meta' per quelle successive.
17. Il vescovo o abate che commettesse omicidio per imboscata, incidente o per necessita', paghera', per raggiungere l'assoluzione, 179 libbre, 14 soldi.
18. Colui che in anticipo volesse comperare l'assoluzione di ogni omicidio incidentale che potesse perpetrare in futuro, paghera' 168 libbre, 15 soldi.
19. L'eretico che si convertisse, paghera' per l'assoluzione 269 libbre. Il figlio dell'eretico arso, impiccato o giustiziato in qualsiasi altra forma potra' essere riabilitato solo mediante il pagamento di 218 libbre, 16 soldi, 9 denari.
20. L'ecclesiastico che non potendo pagare i propri debiti volesse liberarsi dall'essere processato dai creditori, consegnera' al Pontefice 17 libbre, 8 soldi, 6 denari, e gli sara' perdonato il debito.
21. Sara' concessa la licenza per installare posti di vendita di vari generi sotto i portici delle chiese, sara' concesso mediante il pagamento di 45 libbre, 19 soldi, 3 denari.
22. Il delitto di contrabbando e frode ai diritti dei principe costera' 87 libbre, 3 denari.
23. La citta' che ambisse per i suoi abitanti o per i suoi sacerdoti, frati o monache, la licenza di mangiare carne e latticini in epoche in cui e' proibito, paghera' 781 libbre, 10 soldi.
24. Il monastero che volesse variare la regola e vivere con minore astinenza di quella prescritta, paghera' 146 libbre, 5 soldi.
25. Il frate che per migliore convenienza o gusto volesse passare la vita in un eremo con una donna, consegnera' al tesoro pontificio 45 libbre, 19 soldi.
26. L'apostata vagabondo che volesse vivere senza ostacoli, paghera' uguale quantita' per l'assoluzione.
27. Uguale quantita' pagheranno i religiosi, siano questi secolari o regolari, che volessero viaggiare in abiti da laico.
28. Il figlio bastardo di un sacerdote che volesse essere preferito per succedere nella cura al padre, paghera' 27 libbre, 1 soldo.
29. Il bastardo che volesse ricevere ordini sacri e goderne i benefici, paghera' 15 libbre, 18 soldi, 6 denari.
30. Il figlio di genitori sconosciuti che voglia entrare negli ordini, paghera' al tesoro pontificio 27 libbre, 1 soldo.
31. I laici contraffatti o deformi che vogliano ricevere ordini sacri e possedere benefici, pagheranno alla cancelleria apostolica 58 libbre e 2 soldi.
32. Uguale somma paghera' il guercio dell'occhio destro, mentre il guercio dell'occhio sinistro paghera' al Papa 10 libbre, 7 soldi. Gli strabici pagheranno 45 libbre, 3 soldi.
33. Gli eunuchi che volessero entrare negli ordini, pagheranno la quantita' di 310 libbre, 15 soldi.
34. Colui che per simonia volesse acquistare uno o molti benefici, s'indirizzera' ai tesorieri del Papa, che gli venderanno il diritto a un prezzo modico.
35. Colui che per avere mancato un giuramento volesse evitare ogni persecuzione e liberarsi di ogni tipo d'infamia, paghera' al Papa 131 libbre, 15 soldi. Inoltre consegnera' 3 libbre per ognuno di coloro che erano stati garantiti.

21.1.09

Benedetto XVI al centro commerciale

Ci sono stati commenti belli e toccanti al mio post precedente su Eluana ed il diritto a morire.


A me, però, in tutto questo, c'è una cosa che mi manda in bestia.
Siamo in un paese cattolico, no? Cioè cristiano. Giusto?

Per cui il rispetto laico per la vita, per gli altri, non si sa dove stia.
Ok.  Più o meno, a questo ci siamo rassegnati.

Ma questi benedetti sedicenti cristiani, a cominciare da quello tutto in bianco con la gonna che sta sempre in tv, e le sue sue fide milizie, non hanno un comandamento più grande ed importante degli altri che recita "ama il tuo prossimo come te stesso"?

Quale amore stanno ora dimostrando per Eluana e per la sua famiglia?
Quale amore dimostrano per la società, per le persone, per i sofferenti, per gli "assetati di giustizia"?

Come possono dei veri cristiani rispettare un capo morale/spirituale che esclude sistematicamente l'amore e la comprensione dai suoi proclami?
Se esistono veri cristiani in questo paese, (compresi i vari frati, suore, sacerdoti, Zanotelli, comunità di base e di altezza, scout, baciapile, genitori che fanno battezzare comunicare cresimare i figli) questi veri cristiani, dicevo, dovrebbero ora essere per strada, a dire che Eluana deve essere lasciata tranquilla, che tutte le persone sono uguali e degne d'amore, e che il Vaticano deve vendere tutti i suoi beni e darli ai poveri.
Se ci credono.
Altrimenti, basta con le menate sul Cristianesimo.
Basta! Almeno, cari sedicenti cristiani, abbiate il coraggio di togliervi questa maschera impudica, dietro la quale si sono commesse le peggio nefandezze: dai furti alle guerre, dalle scomuniche alle sentenze senza processo, dalle violenze pubbliche a quelle private, in totale impunità.


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