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17.10.11

Chi è la vittima?

Esco solo un attimo dal silenzio per una considerazione.
Dopo la manifestazione di Roma degl'Indignati e le violenze del plotone organizzato di caschi neri, leggo nei giornali una somma di stupidaggini fantasiose (come al solito facilmente contestabili) mescolate a pochissime considerazioni interessanti.
Che i vandali fossero fascisti o black block, infiltrati della Polizia o dei Servizi o invece giovani addestrati in luoghi esotici, la sostanza non cambia. La sostanza è che la manifestazione è stata deviata, non una telecamera o un giornalista ne ha seguito il corso, mentre tutti si sono soffermati sulla scenografica battaglia organizzata in una piazza S. Giovanni sgombrata per l'occasione, con i caroselli dei blindati, le cariche dei caschi neri, la gragnuola di oggetti, sampietrini e lacrimogeni, l'incendio della camionetta dei carabinieri. Chi aggrediva e chi era aggredito? Chi lanciava e contro chi? Ancora una volta, i documenti video ci mostrano che i confini sono sfumati, indefinibili. In un paese dove si può fermare una donna perché nasconde il viso dietro un burqa, andare in manifestazione col casco si può. Curioso, eh?

La vittima è stata il Movimento.
Come dieci anni fa a Genova, il Movimento è seppellito dalla trappola della violenza: è troppo ingenuo, oppure è il regime italiano che utilizza sistemi da dittatore sudamericano?  

Le vicende politiche di questi ultimi giorni mostrano che non siamo in democrazia, perché in questo Paese un sistema elettorale con premio di maggioranza lascia aperto lo spazio ad una dittatura di fatto. Evidentemente non siamo abbastanza distanti dal fascismo da essere maturi per questo. Nei momenti di difficoltà, il parlamento si comporta proprio come nella I Repubblica, con la compravendita dei voti, ma oggi, se facciamo due calcoli, il governo, che ha ottenuto la fiducia con voti dei Radicali e dei responsabili comperati all'uopo, e considerati i malumori nel PDL e nella Lega, non ha più del 30% del consenso. Allora, non credo proprio di esagerare se questa la chiamo dittatura. Pensiamoci, quando auspichiamo il ritorno del Mattarellum.


Secondo me, non è affatto escluso che alle violenze non abbia partecipato qualche giovane acceso dai fatti più o meno recenti, trovatosi in mezzo o accanto al gruppo dei caschi neri organizzati.
La politica di oggi ha un'enorme responsabilità sulla violenza della società e sulla repressione della gente. Se guardiamo alle vicende politiche degli ultimi anni, ci vuole un bel pelo sullo stomaco per non vomitare. Delle molteplici attività private del premier di cui sappiamo ormai tutto: settantenne che se la fa con prostitute minorenni o quasi, circondato e ricattato da personaggi loschi che ne sfruttano il vizio perverso, colluso con la mafia (e allora, come si potrebbe combatterla?) e i peggiori speculatori finanziari, impegnato a fare le leggi che gli permettono l'impunità, impegnato a distruggere l'indipendenza del sistema giudiziario. Di una classe politica comprata a suon di milioni e cariche pubbliche: gli ex maggiordomi Fini e Casini, gli eterni camerieri che oggi alzano il prezzo, come Bossi, e quelli freschi di giornata: gli abili ex finiani, i soliti radicali "la-do-per-poco". Non è abbastanza violento tutto ciò? Non è una violenza costante e logorante le dichiarazioni mediatiche sempre arroganti, derisorie, strumentali del Banana e di molti suoi camerieri, come i La Russa, Cicchitto, Brunetta... Si può ascoltarli, senza mettere da parte tutti quei valori condivisi che hanno prodotto la civiltà umana e gettato le basi della convivenza sciale: onestà, chiarezza, intelligenza, comprensione, solidarietà? Si può leggere o ascoltare i giornalisti e sopportarne la falsità palese, l'infamità? Si può tollerare che i peggiori criminali e corruttori, mafiosi e camorristi, siano i personaggi più onorati e rispettati di questo paese? E che una persona onesta sia licenziata senza motivo, umiliata? che un bravo ragazzo non abbia prospettive o futuro (eccetto, se di bell'aspetto, prostituirsi)?
A questa scuola, sì, a QUESTA si sono educati i nostri giovani.









15.9.09

I cattivi maestri

Italia, paese di vittime di abusi.
Vittime di menzogna, vittime di autoritarismo politico e morale.
Vittime consenzienti.
Massa passiva che vede sottratti i diritti, distrutta la coesione sociale, la libertà, la verità.
E applaude.

Perché chi ha tanto successo dovrebbe ritirarsi dalle scene? Perché dovrebbe stare alle regole?
Berlusconi mette le mani sui media di stato e li rende propri organi di partito.
Il Parlamento nega libertà fondamentali dell'individuo, mentre si fa dettare l'agenda politica dalla criminalità organizzata.
Bande di violenti aggrediscono le persone di diversi orientamenti sessuali.
Avvengono deportazioni, respingimenti, carcerazioni di massa in carceri-lager dove si tortura e si uccide, i figli sono strappati ai genitori...
La Polizia è troppo spesso violenta, razzista, senza controllo, reprime con durezza ogni contestazione ed oggi fiancheggia la Lega.
La scuola è depredata e disfatta, perché la disgregazione culturale e civile sia mantenuta anche dalle prossime generazioni.

La Chiesa Cattolica si arroga l'autorità morale su chi è cattolico e su chi non lo è, servita e riverita da chierichetti laici o perfino atei, che siedono tra gli scranni del Parlamento, nelle redazioni dei giornali, negli studi televisivi. "La vita innanzi tutto!" tuona il seggio di Roma, ma intanto distingue tra vita e vita: quale il valore della vita di un feto malato o di un povero corpo tenuto in vita da una macchina da 17 anni, e quale il valore di quella di migliaia di disperati, cibo per i pesci del Mediterraneo? Per quale spendersi?
La massa china la testa, e applaude il più forte, il più arrogante.

E' interessante leggere quello che si pensa fuori di questo paese sulla Chiesa Cattolica, con il distacco che occorre per fare informazione corretta. A questo proposito, vi traduco ampi stralci di un'indagine di Associated Press, riportata dal  New York Times.




L'Italia alle prese con gli abusi sessuali dei sacerdoti.  


Published: September 14, 2009
Filed at 12:10 a.m. ET
VERONA, Italy (AP) - "Accadeva notte dopo notte", ha detto l'uomo non-udente, "a volte nella camera da letto del prete, a volte nella stanza da bagno, perfino nel confessionale."
Quando era un giovane ragazzo all'istituto Cattolico per sordomuti, ha detto Alessandro Vantini, i sacerdoti lo sodomizzavano così implacabilmente che lui era arrivato a sentirsi "come morto". Questi anno, lui e dozzine di altri ex studenti hanno fatto qualcosa di altamente insolito per l'Italia: hanno dichiarato pubblicamente di essere stati costretti ad atti di sesso con i sacerdoti.
Per decenni, una cultura del silenzio ha circondato gli abusi dei preti in Italia, dove gli studi mostrano che la Chiesa è considerata una delle istituzioni più rispettate nel Paese. (...)
Un'indagine di Associated Press durata un anno ha documentato 73 casi di accuse di abusi sessuali da parte di preti siu minori nel decennio passato in Italia, con più di 235 vittime. L'indagine è stata compilata a partire dai report dei media locali, linkati da siti web di gruppi di vittime e vari blog. Quasi tutti i casi sono usciti nei 7 anni successivi all'esplosione negli USA dello scandalo dei preti cattolici pedofili.
I numeri in Italia sono ancora appena un rivolo, se comparati alle centinaia di casi che sono esaminati nelle corti di giustizia in USA e Irlanda. E secondo l'indagine di AP, la chiesa italiana ha dovuto pagare appena qualche centinaio di migliaia di dollari in risarcimenti alle vittime, contro i 2,6 milioni di dollari della diocesi americana o i 1,1 milioni di euro corrisposto alle vittime in Irlanda.(...)
I casi italiani seguono molto le modalità degli scandali statunitensi ed irlandesi: i prelati italiani si accanivano su poveri, su disabili fisici o psichici, o su giovani tossicodipendenti affidati alle loro cure. (...)
In questo paese prevalentemente Cattolico, le chiese godono di una posizione talmente elevata, che i pronunciamenti del papa sono frequentemente presentati in cima alle notizie della sera, senza alcun commento critico. Anche coloro che hanno visioni anticlericali riconoscono l'importante ruolo che la chiesa gioca nell'educazione, servizi sociali e aiuto ai poveri.
Come risultato, pochi osano criticarla, inclusi i grandi giornali indipendenti ed i media di stato. Inoltre, vi è un certo puritanesimo nelle piccole città italiane, dove non si parla di sesso, e meno che mai di sesso tra un prete ed un bambino. (...)
Rompendo la cospirazione del silenzio, 67 ex studenti dell'istituto per sordi Antonio Provolo di Verona hanno denunciato abusi sessuali, pedofilia e punizioni corporali che si svolgevano nella scuola dagli anni '50 agli '80 da parte dei preti e dei frati della Compagnia di Maria.
Nonostante non tutti siano stati essi stessi vittime, 14 dei 67 hanno rilasciato dichiarazioni giurate e testimonianze videoregistrate in cui raccontano dettagliatamente gli abusi di cui dicono di aver subito, alcuni per anni, nei due campus della città di Giulietta e Romeo. Essi hanno fatto i nomi di 24 preti, religiosi laici e frati.

Vantini ha raccontato di essere stato in silenzio per anni: "Come avrei potuto dire al mio papà che un prete aveva fatto sesso con me?"  Vantini, 59 anni, ha parlato con AP un pomeriggio, raccontando per mezzo di un interprete del  linguaggio dei segni gli abusi. "Non si poteva raccontare nulla ai genitorim perché i preti ti avrebbero picchiato." Vantini ha chiamato in causa due preti e due laici -- 3 dei quali ancora viventi -- ma ha chiesto che i loro nomi non siano pubblicati per paura di azioni legali. (...) "Ho sofferto di depressione fino ai 30 anni", ha detto Vantini, che frequentò la scuola dai 6 ai 19 anni. "Mia moglie ha detto che era bene che parlassi per togliermi questo peso dal petto." Gianni Bisoli, 60 anni, antico compagno di scuola di Vantini, ha fatto gli stessi nomi in una dichiarazione scritta, insieme a quelli altri 12 preti e frati, accusandoli di averlo sodomizzato, forzato ad avere sesso orale ed a masturbarli. Nella sua dichiarazione, Bisoli ha accusato anche Mons. Giuseppe Carraro (vescovo a Verona dal dal 1958 al '78) -- di cui è in atto il processo di di beatificazione -- di averlo molestato in cinque occasioni mentre era studente al Provolo, dai 9 ai 15 anni.
Un'indagine diocesana ha scagionato Carraro dagli abusi sessuali, ma non ha intervistato nessuna delle vittime, limitando le testimonianze a membri sopravvissuti della congregazione, ad altro personale scolastico e loro affiliati, e a documentazione proveniente dalla diocesi di Verona. Il processo di beatificazione fu sospeso durante l'investigazione, ma ora sta procedentdo all'ufficio "produci-santi" del Vaticano.
5 decenni dopo, Bisoli ancora ricorda la strada che fece dall'istituto, sito in una tranquilla strada che prende il nome dal fiondatore della congregazione, Don Antonio Provolo, lungo il serpente del corso dell'Adige fino alla residenza del vescovo. (...) "Mi portarono nella curia" ricorda Bisoli in una intervista, "c'era un domestico che aprì la porta, poi qualcuno mi portò dentro. Era buio" Ricorda che apparve mons. Carraro. "Il vescovo cominciò a toccarmi, a mettermi le mani addosso", egli racconta, facendo scorrere le mani  su e giù per il corpo, tirando la maglietta ed i pantaloncini per mostrare il gesto. "Io mi sottraevo, ma lui continuò a toccarmi per 15, 20 minuti. Non sapevo cosa fare."
In una successiva occasione, Bisoli dice che il vescovo tentò di sodomizzarlo con una banana. Un'altra volta, secondo Bisoli, erano su un divano e quello lo sodomizzò con un dito, offrendogli una caramella per tranquillizzarlo. Una volta successiva, dice Bisoli, il vescovo gli offrì delle croci d'oro che avevano attirato il suo sguardo. "Io dissi di darmi almeno 10-20.000 lire da potermi comprare una Coca-cola o un gelato", rispose Bisoli.

L'attuale vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, inizialmente ha accusato gli ex studenti di fabbricare le accuse, parlando in Gennaio all'Espresso. Zenti le ha definite "bugie", una calunnia che si pone all'interno di una disputa che dura da tempo su alcuni beni immobiliari tra la congregazione e l'associazione degli studenti sordomuti, a cui appartengono le sedicenti vittime.
Tuttavia, quando uno dei laici ammise le sue relazioni sessuali con gli studenti, Zenti ordinò un'investigazione all'interno della congregazione. Il risultato fu che qualche abuso fu ammesso, ma solo una piccola parte di quelli denunciati.(...)
"Se avessero voluto fare piena luce sula vicenda, non avrebbero ascoltato solamente preti e fratelli laici, ma anche i sordomuti", ha detto Marco Lodi Rizzini, portavoce delle vittime. (...)
Il Reverendo Bruno Fasani, portavoce della diocesi, ha dichiarato che gli ex-studenti sono stati manipolati perché denunciassero preti innocenti. (...) Zenti, da parte sua, ha invocato il perdono da parte delle vittime. (...)
Tra i casi raccolti da AP, ci sono accuse di induzione di ragazzi alla protituzione, partecipazione a riti satanici, e un famigerato caso in cui la chiesa stessa determinò che un anziano prete fiorentino era stato responsabile di "abusi sessuali, falso misticismo e plagio".
Dove si sono avute sentenze, queste sono andate da una sospensione di 2 anni  a 8 anni di reclusione, sebbene con i processi di appello, notoriamente lunghi in Italia, non è chiaro quante di queste pene si siano effettivamente concretizzate. Dove c'è stato risarcimento, cioè di rado, le somme sono state tra 15.000 e 150.000 euro per vittima.

I casi all'esame di AP comprendono indagini civili o penali. Per questa ragione, il dato di  Verona  è stato omesso, in quanto non vi è procedimento civile o penale dal momento che il reato è andato in prescrizione.  
Nel 2002, quando lo scandalo degli abusi scoppiò in USA, il numero 2 della CEI, mons. Giuseppe Betori, affermò che gli abusi sessuali da parte del clero in Italia erano così limitati che la direzione della Conferenza non aveva ancora discusso sull'argomento.
Ma ora pare che i prelati ed il Vaticano abbiano preso il problema più seriamente. Mons. Charles Scicluna, Promotore di Giustizia membro della Congregazione per la Dottrina della Fede -- che si occupa dei casi di abusi sessuali da parte di sacerdoti -- ha riconosciuto che la conoscenza del problema in  Italia si è incrementata per effetto dello uno tsunami di casi che è venuto alla luce in USA. "C'è un cambio di mentalità e noi troviamo che sia molto positivo", ha detto ad AP.
Cosa inedita per il Vaticano, Scicluna ha ammesso che gli abusi sessuali del clero erano un vecchio problema che aveva bisogno di essere estirpato. "Non penso che sia una questione di avvenimenti. E' sempre successo. E' importante che la gente ne parli perché altrimenti non possiamo portare la cura che la Chiesa può offrire a coloro che ne hanno bisogno - vittime e colpevoli."


Per approfondire la questione, segnalo un sito che si da anni sta raccogliendo notizie e riflessioni sull'argomento: Il Dialogo.org
.

10.9.09

Generazioni a confronto

Non sei ancora nato
- bambino -
che già t'hanno scelto un nome,
che già programmano il tuo futuro.
Sarai ingegnere, dottore, avvocato
- dicono loro -
comunque qualcosa che loro
non sono diventati e che avrebbero voluto essere:
Proiettando su di te
le loro delusioni
i loro fallimenti
le loro sconfitte.
Sconfitte accettate senza ricercare le cause.
Non sei ancora nato
- bambino -
e già costruiscono per te chilometri di catene.
Ti prenderanno
(senza chiedersi cosa penserai tu un giorno di questo)
e con acqua e sale
faranno di te un cristiano,
o forse ti taglieranno il prepuzio,
o ti faranno altre inenarrabili cose.
Dovrai comunque subire l'applicazione
della tua prima etichetta,
poi altre ne seguiranno...
Non saprai ancora leggere
ma apprenderai ugualmente
il significato di centinaia di divieti:
vietato calpestare l'erba
vietato urlare
vietato sporcarsi
vietato dire parolacce
vietato mettersi le dita nel naso
vietato dire che alla nonna puzza l'alito
e che la zia ha la barba
vietato ispezionare opposti sessi
e anche il proprio...
Vietato! Vietato! Vietato!
Certi giorni,
vedendoti pensieroso e triste,
chiameranno un medico.
Ti farà ghili-ghili e ti prescriverà una purga.
Se persisterai nel tuo atteggiamento
triste e pensieroso,
ti compreranno un giocattolo.
Tu lo romperai perché non ti piace
o perché altri hanno stabilito che deve piacerti.
Sarai considerato un "bambino difficile"
da genitori che si credono "facili".
Vecchie tartarughe,
scuotendo decrepite dita,
esclameranno: "Tu finirai male, ragazzo!"
come se loro fossero finiti bene...
"loro" che non hanno capito nulla
o che forse non si sono sforzati per farlo,
perché caire comporta responsabilità,
comporta presa di posizione,
mentre loro come posizione
hanno scelto quella dell'insulsa tranquillità.
Insulsi matrimoni
insulsi mestieri
insulsi amplessi
insulsi pensieri
insulsi programmi TV
insulsi letture
e vorrebbero
a loro immagine e somiglianza
insulsi figli.
Ma il maledetto cerchio
ha scricchiolato
e la continuità delle tradizioni s'è incrinata.
Meravigliosi ragazzi
hanno scavato nel deserto
e vi hanno trovato nuove linfe.
Qualcosa è cambiato e cambierà ancora:
leggi, istituzioni, convenzioni
- vecchi dinosauri -
stanno morendo soffocati dalle loro ragnatele.
L'uomo nuovo sta nascendo
o forse è già nato
e all'interno di sé stesso e dei gruppi
sta cercando nuove dimensioni sociali
nelle quali espandersi.

A Loris
Perugia, luglio 1974
Horst Fantazzini
(1939-2001)

18.5.09

Cometa e gli atei

Una buona parte dei o delle blogger con cui dialogo si definiscono atei.
Spesso mi sorprendo per le affinità di vedute con loro, nonostante dentro di me mi senta quasi uno spiritualista, lontano anni luce da una visione razionalista del mondo.



Quello che non posso condividere è l'assunto, a cui si rifanno riduttivamente molti atei "radicali", secondo cui si può affermare solamente ciò che è sperimentabile coi 5 sensi principali ed elaborato attraverso la logica; una posizione ben rappresentata dalla celebre battuta di Gagarin nello spazio: "Non vedo nessun dio quassù."

A mio parere, non ci sarebbe alcun bisogno di stabilire una teoria per escludere lo spirituale. La conseguenza di questo principio è una rete con un sacco di smagliature: l'ateo, se posso generalizzare, ha spesso un grande rispetto per il "fattore umano", per tutto ciò che determina la specificità umana, e quindi anche per un'ampia serie di manifestazioni dell'animo o dell'intuito (la poesia, l'arte, il sentimento, la vita psichica) che sono fatti più della materia dello spirito che di quella del fegato.
Facendo di ogni erba un fascio, in genere trovo più rispetto delle diversità tra coloro che si dicono atei, che tra quelli che si definiscono "credenti".

Quello che manca alla sensibilità umana e democratica degli atei, generalmente, è il rispetto per la religiosità o la vita spirituale del singolo.
Ho subito spesso l'irrisione di chi mi accusava di credere in superstizioni o fantasmi, senza rendersi conto di quanta parte delle facoltà umane  siano implicate in attività altrettanto simboliche, quali la poesia o la filosofia.


E poi, rovescio la medaglia: l'ateo ha per definizione un forte senso laico dello stato. Ma qual è il genere di laicismo di chi non professa alcuna religione? Il suo laicismo spesso è dogmatico, non è passato attraverso alcuna riflessione, alcun dibattito, perché lo ritiene superfluo. Tuttavia, non può capire i pericoli di uno stato confessionale chi considera con lo stesso disprezzo o disinteresse qualsiasi forma religiosa, da quella che si conforma all'etica umana e la completa (per esempio, arricchendola della componente di compassione, oppure con il riconoscimento del principio divino in ogni persona, aspetti presenti in varie confessioni e filosofie) a quella sbandierata o imposta col solo scopo di farne uno strumento di controllo delle coscienze.
Non faccio alcun esempio: a ciascuno lascio la possibilità di avvicinare le mie considerazioni alle situazioni reali nella Storia e nell'attualità.

In questo atteggiamento che ho appena descritto percepisco una forma di dogmatismo. Parrebbe un paradosso, ma non lo è: lo dico serissimamente.
Esempio: ricordate i bus con la pubblicità dell'UAAR, quelli con la scritta "LA CATTIVA NOTIZIA E' CHE DIO NON ESISTE"? Quale differenza (e non solo di forma) col modello inglese a cui si sono ispirati: "THERE'S PROBABLY NO GOD"! La mancanza di quel probably non è solo meno polite, ma rispecchia un modo di ragionare che trancia, senza sfumature, senza discussione.

In questa forma dogmatica, io vedo una reminiscenza degli effetti nefasti dell'educazione cattolica che tutti gli italiani (ahimè, anche i non cattolici) hanno ricevuto e subito.
In mancanza di un argine quale la rivoluzione francese, che ha prodotto il modello di citoyen  (cioè il livello di condivisione sociale comune a tutti, a prescindere dalla provenienza etnica, religiosa o politica), la struttura gerarchica autoritaria del cattolicesimo romano, con a capo nientemeno che un personaggio infallibile a prescindere da quello che dice (salvo venire contraddetto dal suo successore) ha penetrato profondamente la cultura italiana, vi si è diffusa capillarmente, ha innervato il carattere della società, favorendone gli aspetti di passività, di unanimismo, di esclusione del diverso.
Aspetti che immediatamente rivelano il carattere non evangelico del sistema cattolico, dal momento che sono in palese contrasto con l'imitazione di Gesù, per come è ritratto nei libri canonici ed in quelli apocrifi (militante, sovvertitore, stimolatore del percorso individuale, fortemente egualitario, anzi sbilanciato verso i reietti, i deviati, le donne, gli stranieri); l'autorità papale si configura come un riferimento non spirituale, ma morale, e quindi fortemente conservatore, anacronistico e censorio.

E allora? Allora, secondo me, c'è bisogno di un atto di liberazione personale che vada oltre il solito trito e ritrito anticlericalismo, la minestrina lunga e riscaldata del supposto coraggio dell'ateo di fronte alla morte: coraggio che non può in nessun caso dipendere da una teoria, da una posizione ideologica. Non c'è liberazione dalla religione imposta senza una critica delle radici profonde che hanno determinato ciò che siamo oggi.

Attendo vostre reazioni.
:-)

14.4.09

Lettera a Vittorio

Caro Vittorio,
questa lettera non ti arriverà mai, perché da qualche giorno non cammini più su questa terra che probabilmente hai amato troppo.

Io non ti ho conosciuto, ma ti immagino. Credo che mi perdonerai se ti immagino magari un po' diverso da com'eri davvero. Oramai sei superiore a queste cose.

Ho anch'io un figlio della tua età. Non è facile fare il padre, sai? Io vedo il mio ragazzo, ne sento gli slanci verso la vita. A 13 anni davvero tutto dovrebbe essere ancora possibile. La vita ti romba nelle vene, i primi amori ti fanno tremare il cuore, ti senti un grande grandissimo che può ancora tutto, e al tempo stesso un cucciolo, ti secca ma a volte vorresti essere abbracciato dalla mamma, protetto o aiutato dal babbo. Perché ti senti uno straccio di cielo in mezzo al letamaio di questo mondo, questa città sporca e cattiva, questa società di grandi che sono in realtà impotenti burattini, che portano dentro la frustrazione di quello che sognavano da tredicenni e a cui per vigliaccheria hanno rinunciato, grandi minuscoli burattini che diventano potenti violenti aguzzini di chi è più debole di loro. Grandi dietro l'impugnatura di una rivoltella o di un coltello. In realtà, poveri tredicenni spauriti e vigliacchi che non hanno avuto il coraggio di lottare per i loro sogni, costretti dentro il corpaccione troppo ingombrante di un trentenne, quarantenne, cinquantenne....
Grandi falliti che ad un figlio che amano più di loro stessi non sanno dare quello che si sono negati, la possibilità di un sogno, e cercano di comprargli cose e cose e cose, nell'illusione che di questi sogni ci si possa dimenticare: telefonini, computer, iPod, motorini... Per poter dire un giorno: "Com'è possibile che sia diventato depresso? (o tossico, o violento, o ....), non gli ho fatto mancare nulla!"
Ed in cosa consisterà mai questo sogno?
Sarà sicuramente qualcosa di straordinario.
Sì, lo è: giustizia, libertà, possibilità di essere quello che si sente nel cuore, di non stare nella paura. Di diventare quello che si desidera: magari pompiere o magari pittore.
Come dire ad un ragazzo di 13 anni, che si ama più della propria vita, che tutto questo non glielo puoi dare, perché l'hai negato perfino a te stesso?

Carissimo Vittorio, tutto questo tu l'avevi visto.
Avevi visto tuo padre che aveva ceduto, s'era coltivato un gran pelo sullo stomaco, ma ne aveva avuto in cambio una vita agiata.  E pretendeva ancora di spiegarti la vita!
E poi avevi visto tuo fratello naufragare, cedere, e rimanerne schiacciato: vittima di quella perversa filosofia della vita, massacrato a bastonate e giustiziato con un colpo di pistola alla nuca. Giustiziato: perché nel mondo allucinato dei grandi questa è la giustizia.

Allora hai fatto quello che nessuno ti può togliere: hai agito la più grande, la più totale delle libertà.
Giovanissimo Bartleby, tu ci hai insegnato un cosa pazzesca: ci hai mostrato che qui, ora, se tutti noi ne avessimo il coraggio, basterebbe dicessimo un no per cambiare il mondo. Per instaurare una nuova società, basata sulla lealtà, sulla verità dei rapporti umani. Che in tutti noi grandi omarini non c'è neanche un atomo del fegato, del coraggio, della grandezza che c'era in te. Ci hai mostrato che tutte le nostre incertezze, la nostra impotenza, i lamenti per la situazione, non sono altro che inerte e colpevole acquiescenza ad una situazione che ognuno, portando il suo mattoncino, ha contribuito a creare. Ognuno: povero o ricco, comunista  fascista, galantuomo o mariuolo.

Hai vissuto solo tredici brevissimi anni, un solo soffio di vento, ma di te veramente si dirà: è stato un uomo che non è vissuto invano.
Caro Vittorio, io ti piango e ti ringrazio.




BlogNews

28.3.09

Giù le mani dai bambini e dalle bambine!

Vorrei condividere un articolo che ho molto apprezzato da Femminismo a sud:

Bambini immigrati a scuola? Solo un 30%. I sovrannumerari vanno al macero...


 I bambini. I bambini e le bambine. Martoriati, dileggiati, bistrattati, discriminati. I leghisti vogliono impedire che i bambini, figli di immigrati senza permesso di soggiorno, possano ricevere cure, possano avere accesso ai servizi che garantiscono diritti alle persone, possano essere registrati all'anagrafe. I bambini vengono trattati da clandestini. La clandestinità sta per diventare un reato. I bambini vengono trattati come fossero delinquenti. Schedati, imbrattati di inchiostro per rubare loro le impronte.
Penserete che per i bambini figli di immigrati con permesso di soggiorno le cosa vadano meglio. Invece no. La gelmini e brunetta hanno avuto una gran brutta idea.(...)
Questi due geniali rappresentanti del governo hanno partorito la altrettanto geniale idea di creare un ulteriore discriminazione tra le discriminazioni.

Non bastava il fatto che in alcuni comuni governati dalla lega vorrebbero impedire che il bonus bebè possa essere destinato anche ai figli degli immigrati. Non bastava che già gli immigrati fossero regolati da flussi e da preferenze sulla base delle necessità (le badanti prima che gli operai) di figure professionali delle quali ha bisogno la classe medio-ricca in italia. Non bastava che a questi immigrati "regolari" la lega iniziasse a fare storie perché secondo loro bisognerebbe fare due graduatorie per i posti dei bimbi all'asilo, alla scuola materna e per le case popolari. Non bastava che si parlasse di classi separate, classi ponte, di divieto di matrimoni misti (cosa inserita nel decreto sicurezza e già ordinata da alcuni sindaci), di divieto di accesso ad alcune professioni, alle attività imprenditoriali, al possesso di proprietà. Non bastava questo e molte altre cose ancora. Bisognava toccare il fondo.
  Si tratta di bambini, soprattutto loro (la frequenza scolastica per gli immigrati diminuisce dopo il periodo obbligatorio). I due ministri vogliono limitare la frequenza scolastica di immigrati al 30%. Stabilire la percentuale per loro è garanzia di mantenimento dell'egemonia culturale italica e soprattutto religiosa e cattolica. Che persino tra gli studenti italiani vi siano differenze di tipo etnico, culturale e religioso non importa poichè dovranno fare esattamente come loro ordinano. Sono caserme, mica scuole. E non dovrà mai avvenire un sorpasso della razza inferiore su quella superiore.
Dopo una proposta di questo genere ci aspettiamo anche che specifichino le caratteristiche di questi bambini: che altezza dovranno avere? Che colore degli occhi? Che capelli? Come avverrà la selezione sulla base della razza? Chi avrà diritto e accesso all'istruzione in un paese nel quale l'istruzione è obbligatoria per tutti fino ai 16 anni? Per tutti ma non per gli immigrati? Come accerteremo che sul territorio italiano restera' solo un 30% di bambini da far accedere a scuola? E gli altri? Li abbattiamo? Li mandiamo al macero? Aborti preventivi? Niente gravidanze oltre il 30%? Deportiamo le donne in fretta e furia per farle partorire appena oltrepassato il confine con la spagna o la francia?
Follia per follia: non si potrebbe fare una roba a peso invece che a numero di soggetti? A chili invece che a percentuali? Andrebbe già meglio no? Cioè: facciamo che nella scuola pubblica possano accedere fino a - ci teniamo bassi - 200 kg di carne immigrata. Li teniamo magri, così mangiano meno e ci costano meno, possiamo anche abbassare gli stipendi ai loro genitori, così vedete che ricaviamo anche qualche etto e ci resta spazio per qualche avanzo di immigrato comunitario. Che ne dite? Non vi sembra geniale? 
Ci dica gelmini e ci dica brunetta, perchè siamo curiosissime, insomma: dove li mettiamo quelli in sovrannumero? Ma la scuola non doveva essere un diritto per tutti? Gli immigrati regolari pagano le tasse, ci sembra, quindi pagano anche il diritto alla scuola pubblica. Allora gli faremo pagare meno tasse?
http://www.brianzapopolare.it/sezioni/storia/gani/assets/difesa_della_razza_bis_242x283.jpgCome si risolve questa questione? Davvero non comprendiamo. Oppure si. Toh. guarda. Non si tratterà mica di un'altra legge razziale? Chi furono gli ultimi di razza, etnia, religione diversa cui venne impedito di frequentare la scuola pubblica? Gli ebrei ci sembra... e quello che accadde dopo non fu granchè carino. Proprio no. Preoccupiamoci.
Ecco quello che accadde, tra le altre innumerevoli cose, in nome della difesa della razza:
31 Marzo 1933: Agli ebrei fu negata l’assistenza medica statale
1 Aprile 1933: Gli insegnanti ebrei furono esclusi dall’insegnamento nelle scuole  municipali (statali)
Aprile 1933: Ai bambini non ariani fu vietato giocare con i bambini ariani
7 Aprile 1933: Gli impiegati ebrei furono esclusi dagli uffici pubblici
22 Agosto 1933 Agli ebrei fu vietato l’accesso in spiaggia
Aprile 1935 Gli ebrei potevano sedere solo su panchine contrassegnate da un segno giallo
10 Luglio 1935 Ai giovani ebrei fu vietato passeggiare in gruppi composti da più di 20 persone
15 Settembre 1935 I matrimoni e rapporti extra-matrimoniali tra tedeschi ed ebrei furono dichiarati punibili con la carcerazione.
22 Marzo 1938 Solo i tedeschi ariani avevano il diritto di avere delle proprietà
26 Aprile 1938 Gli ebrei furono obbligati a dichiarare la loro situazione finanziaria così che i loro averi potessero essere acquisiti dal governo
12 Novembre 1938 Agli ebrei fu vietato l’esercizio del commercio e dell’attività imprenditoriale
15 Novembre 1938 Ai bambini ebrei fu vietata la frequenza nella scuola pubblica
http://www.bdsmovement.net/files/u12/stop-apartheid-kids.jpg24 Marzo 1939 Gli ebrei furono obbligati a rimuovere le rovine delle sinagoghe che erano state distrutte e fu vietato loro di ricostruirle
30 Aprile 1939 Gli ebrei potevano essere allontanati dalla loro abitazione senza motivo e senza preavviso
24 Marzo 1941 I bambini ebrei avevano accesso all’uso dei trasporti pubblici solo se la loro scuola distava più di 5 chilometri da casa
1 Settembre 1941 Tutti gli ebrei al di sopra dei 6 anni furono obbligati a portare la stella gialla con la scritta ‘ebreo’.
20 Giugno 1942 Ai bambini ebrei fu vietata la frequenza scolastica

I bambini e le bambine sono il nostro futuro. Noi siamo morti, abbiamo costruito una società ingiusta discriminatoria e senza umanità, né amore.
Loro sono la nostra vita.
Rispettiamoli. Facciamolo per noi, se non sappiamo farlo per loro.

26.2.09

Il voto

Prendo spunto da questo post di Talkin' Rapper:

Torna il nucleare.
In culo, cittadini che pensavano di aver votato in merito.
...per dire che ho capito che l'opinione della gente, e di conseguenza le elezioni, non è un affare di persone adulte, mature, responsabili.

Quando il popolo italiano si esprime, c'è sempre qualcuno (politico o pretonzolo) che gli dà il voto.
Sì, in Italia non è il popolo che dà il voto ai politici, ma viceversa. Ti dicono: "Guarda, sul nucleare, sull'aborto, sui diritti dei lavoratori, guarda che disastro: è tutto sbagliato! Che ci capisci tu di economia, di etica, di giustizia? Lascia fare a noi, cretino!"
Allora, il popolo, tutto contrito per la bocciatura, si ritira a capo chino, determinato a non fare più altre brutte figure...

16.1.09

Verona, città dell'amore (2)

Botte da orbi, di nuovo, in pieno centro storico di Verona, a 300 metri da dove è stato colpito a morte Nicola Tommasoli.
In piazza Viviani, vicino a piazza Erbe, tre giovani vengono aggrediti selvaggiamente (una ragazza viene colpita ripetutamente in faccia con un portacenere di vetro) da una quindicina di giovani il 3 gennaio; ed il 5 è la volta di una ragazzina, salvata in extremis da un gruppo di persone accorse in suo aiuto.
Avevo già parlato della violenza di questa città 7 mesi fa. Ora, raccolgo il suggerimento di Pablo di raccontare dell'aria che tira oggi.

La zona rossa
All'epoca dell'omicidio Tommasoli, avvenuto nella notte tra il 30 aprile ed il I maggio, la città era rimasta sbigottita ma non sorpresa. Si sapeva che il centro era infestato da una banda di picchiatori, frequentatori della curva sud dell'Hellas Verona e vicini a formazioni di estrema destra, come Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Veneto Front Skinhead (non linko la voce su Wikipedia, né neutrale né esauriente). Un gruppo di ragazzi che cercava semplicemente pretesti per menare le mani.
Periodicamente, negli anni precedenti, c'erano stati diversi episodi di violenza da parte di bande di giovani di destra, tutte dirette verso ragazzi appartenenti al centro sociale occupato "La Chimica". Si arriva molto vicini all'omicidio nel luglio 2005, quando cinque di loro (tra cui tre ragazze, una delle quali minorenne) vengono aggrediti da 20-30 figuri presso il Volto S. Luca, a poche centinaia di metri dall'Arena, colpiti ripetutamente con spranghe, tirapugni e coltelli. Il bilancio è gravissimo: mascella fratturata, oltre 150 punti di sutu­ra, ematomi e tagli su tutto il corpo.
Alla difesa degli accoltellatori si mette in luce l'avvocato Roberto Bussinello, ex consigliere comunale del Msi e leader veronese di Forza Nuova, approdato infine a La Destra di Francesco Storace. Lo ritroveremo più avanti.

Dal marzo 2006, le aggressioni, più o meno gravi, diventano sistematiche. Ne fanno le spese, oltre agli stranieri, persone vestite in maniera alternativa o colpevoli di portare i capelli troppo lunghi o colorati vistosamente, d'indossare magliette di squadre di calcio del sud.
Nel giugno 2007 parte finalmente un'indagine della Digos, con perquisizioni nelle abitazioni di vari personaggi legati all'estrema destra; tra questi, oltre ai soliti noti, ci sono tre degli accoltellatori di S. Luca e due che poi si macchieranno dell’omicidio di Nicola Tom­masoli.
Da allora gli episodi non si contano nemmeno più. Vorrei ricordarne solo 2, a mio parere simbolici.
--> Settembre 2007: alcuni appartenenti all'area antagonista sono in piazza Erbe per il tradizionale aperitivo. Viene intimato loro di abbandonare la piazza, dapprima con insulti e minacce, poi a calci e pugni ed abiti strappati. La loro cacciata dalla "zona rossa", il salotto buono della città, suscita l'applauso di un gran numero di avventori della Verona bene che hanno assistito alla scena.
-->Dicembre 2007: si tiene a Verona una manifestazione nazionale di Fiamma Tricolore alla quale partecipano 2-300 militanti giunti da più parti d’Italia, alla cui testa marcia il neo-sindaco della città, Flavio Tosi, e alcuni membri della Giunta comunale, tra cui il capogruppo della Lista Tosi, Andrea Miglioranzi, ex Veneto Fronte Skinheads ed attualmente rappresentante di Forza Nuova, membro della band nazi-rock Gesta Bellica. Al termine, tre manifestanti, nello slancio dialettico, in un bar della via dello shopping, apòstrofano simpaticamente 3 giovani di passaggio a Verona con un “Terroni puzzate, andate via” prima di colpirli selvaggiamente coi manganelli (quelli, non mancano mai!).

Siamo tutti "diversi"
L'omicidio di Nicola, dicevamo, lascia tutti sbigottiti.
Prima di tutto, la destra cerca di scaricare i responsabili. Il sindaco Tosi li definisce "balordi", afferma che la politica non c'entra; intanto, però, nelle abitazioni e nelle vetture dei responsabili si trova il solito armamentario propagandistico di Forza Nuova. Ancora una volta, l'avvocato difensore è il già citato Bussinello.
La banda di violenti sembra rendersi conto di aver superato una soglia pericolosa, oppure lo pensano i loro patroni politici, quindi per un poco la città pare più tranquilla.
In compenso, la Verona borghese, ricca e per bene comincia a pensare che la violenza, prima rivolta verso "gli altri", è uscita di controllo. Comincia a dubitare di essere davvero completamente "al sicuro".

Presa di coscienza
Qual è il sentimento con cui il veronese medio guarda gli episodi di violenza contro africani, meridionali, venditori di kebab, ragazzi coi capelli lunghi?
Fino ad oggi, li guardava con comprensione bonaria. Le considerava ragazzate.
I ragazzi, gli studenti, infatti, agiscono questa modalità di supremazia sociale abbastanza frequentemente coi loro coetanei.

Proprio per questo, il coraggioso ex-Procuratore della Repubblica Guido Papalia (ora a Brescia) e l'attuale Mario Giulio Schinaia hanno impegnato molte energie nell'incontro con bambini e giovani delle scuole cittadine e nell'educazione alla dialettica, al dialogo, all'espressione positiva di sé nel rispetto degli altri.
Il problema è che l'educazione a questi valori dovrebbe partire dalle famiglie, da quegli stessi adulti e genitori che si muovono nel mondo spinti dalla diffidenza, con la prepotenza o con il compromesso.
Questi adulti hanno prodotto una generazione di amministratori altrettanto miopi ed irresponsabili, arroganti ed incapaci.
Mandata in pensione gran parte della "vecchia guardia", la quadra del sindaco Tosi, leghista vicino alle posizioni di Borghezio e Calderoli (a cui si affianca, sullo scranno vescovile, la trista figura del vescovo Zenti, suo storico sostenitore) brilla non per la capacità di fare, ma per quella di disfare, mentre il sindaco impegna tutte le sue forze nel dare di sé un'immagine mediatica spregiudicata, di forte impatto, violenta contro avversari politici e stranieri, moralista in senso molto tradizionale.
Nella promozione costante della sua immagine, Tosi frequenta pure lui le scuole della città, ma con ben altro senso di responsabilità rispetto al Procuratore Schinaia: provocando i sentimenti più beceri dei ragazzi, ed umiliando sistematicamente quelli che hanno abbastanza coraggio da tenergli testa, esponendoli nel contempo al bullismo degli altri.

A margine: educazione permanente
Si sa, l'educazione alla pacifica e serena convivenza civile si abbevera alla fonte della cultura. Forse non è un caso che, tra gli ambiti sistematicamente distrutti dall'amministrazione comunale ci sia la cultura.
Dopo un primo scivolone (una mega-mostra da supermarket della cultura annullata dopo che si erano già venduti online migliaia di biglietti, e nonostante ciò costata centinaia di migliaia di euro), non si è ritenuto di organizzare alcun evento culturale, alcuna esposizione degna di interesse; al contrario, si è ridotto al lumicino il festival del cinema ed il ciclo teatrale estivo, chiuso il ciclo di musica classica, ridotto o chiuso le collaborazioni con le realtà culturali cittadine, messa in vendita la Galleria d'Arte Moderna (fortunatamente verrà acquistata dalla Fondazione Cariverona), tagliate le risorse ai musei, depistati i fondi destinati al salvataggio dell'Ente Lirico Arena di Verona, attualmente commissariato, e si sta spingendo ora alla chiusura l'Accademia d'arte circense.
Senza contare che il primo atto del sindaco Tosi fu ovviamente quello di demolire la sede del csoa La Chimica, presso il quale si svolgevano concerti, si discuteva con filosofi del calibro di Franco Berardi o Luisa Muraro, scrittori, editori, intellettuali.
Verrà il giorno in cui volteremo pagina. Ma saremo capaci di invertire la tendenza alla brutalità?

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20.6.08

Il virus del dominio


Oggi Danilo Dolci compirebbe 84 anni.
In "La comunicazione di massa non esiste" del 1987, così ci parla dell'enorme responsabilità dell'educare:
"Mentre una creatura sana ama chi l'aiuta a sbocciare, una creatura plagiata diviene moralmente confusa o fanatica, e intellettualmente - anche se furbo - un deficiente. Chiudendosi si difende. (...) Il massimo plagio è inculcare alla gente che il dominio è necessario, che il dominio garantisce la vita."

Quando Dolci parla di dominio, intende il sistema di relazioni basato sui rapporti di potere. Dolci non utilizza la comune locuzione "sistema di potere", dal momento che il termine potere, etimologicamente, indica la possibilità di essere e di fare. Il dominio, sia agito che subito, esprime l'imposizione, la coercizione, la violenza; il dominio crea una pseudocultura in cui qualcuno è dominante e gli altri sono passivi, ma gli uni e gli altri sono complici. L'educazione al dominio nasce sui banchi di scuola, è insegnata, o meglio inculcata, dagli insegnanti ai bambini ed ai ragazzi.
Dolci definisce il dominio "un virus".

"La vita autonoma richiede un reciproco adattamento creativo: dal ricevere mentre dà, ricresce. Il virus, incapace di vita autonoma, non può sopravvivere che infettando: microscopica massa, è informazione obbligata a trasmettersi per tentare di esistere, e può soltanto trasmettere sfruttando le energie e gli apparati delle vittime. Specializzandosi ad aggredire determinate cellule, determinati organi, fino a lederli, è un canale monodirezionale. Talora sa stampare inverse informazioni nell'intimo del vivente forzandolo a deperire, deviare, impazzire. Il parassitismo virale non esprime potere ma dominio che permane latente, o progredisce in lente infezioni, o distrugge rapido. Eppure, il parassita perfetto è pura dipendenza. In quanto le terapie dall'esterno contro i virus rischiano di distruggere le cellule vive, una sana possibilità di vincere le infezioni virali consiste nell'attivare le resistenze immunitarie: l'organismo riconosce il parassita approntando i congegni per difendersi. Talora - superata l'infezione, distrutto o controllato il virus - i tessuti danneggiati si possono ricostruire, ma sovente il danno è irreparabile: urge dunque scoprire come intervenire tempestivamente sui progetti virali sapendo come questi via via tentano aggirare l'immunità. (...) Oggi sappiamo che i virus più pericolosi sono quelli che attaccano i sistemi immunitari, o per fusione o per penetrazione diretta: virus multiformi che variano i modi di destrutturare."

Danilo Dolci, La comunicazione di massa non esiste, L'Argonauta, 1987.
Danilo Dolci, La creatura e il virus del dominio, L'Argonauta, 1987