Trento, 14 Aprile
Bolzano, 15 Aprile
Verona, 16/17 Aprile

Il programma si trova su:
http://adigerisuona.wordpress.com/
(ci sarò anch'io...)
Contro i giovani scatta la repressione di Tosi
Stasera 27/05/2009 a Verona, piazza dei Signori, verso mezzanotte sono arrivate diverse pattuglie della polizia locale. Comandati dal vice capo dei vigili, si sono imposti per fare rispettare l'ordinanza del sindaco che vieta di suonare strumenti musicali dopo le ore 22. Come ogni mercoledì, in piazza dei Signori, stasera c'erano moltissimi giovani, che si ritrovano liberamente per parlare, suonare, vivere la piazza cittadina fuori dal contesto commerciale, dei bar, dei locali.
I vigili hanno dapprima dato una multa (di 100 euro) ad un ragazzo che suonava uno strumento a percussione. La protesta si è accesa subito, un cumulo di ragazzi circondava le pattuglie chiedendo spiegazioni, protestando, ironicamente facendo bolle di sapone vicino alle macchine della polizia locale. Immediatamente è nata una colletta spontanea tra le persone presenti, che ha coperto quasi subito l'intero ammontare della multa.
Da notare che in piazza, stasera, era presente lo stato maggiore della polizia, con vicequestore, vicecapo della digos, un numero imprecisato di vigili e di poliziotti, che riprendevano e monitoravano la situazione. La polizia si è fermata in piazza presidiandola per un lungo lasso di tempo, con l'evidente intenzione di scoraggiare il ritrovo.
Vedendo che la gente non se ne andava, il vice comandante della polizia locale è penetrato, seguito da almeno 10 vigili, tra le persone chiedendo le generalità ad un ragazzo che suonava una chitarra. Con toni provocatori e mettendo per primo le mani addosso, spingendo e trattenendo. Ha acceso da solo una piccola colluttazione coi presenti. Immediatamente sono arrivate in piazza almeno tre jeep della polizia, DALLE QUALI SONO SCESI, CASCHI IN TESTA E MANGANELLI IN MANO i poliziotti formando un cordone di fronte alla gente presente. Da notare ancora che l'arrivo dei poliziotti è stato fin troppo tempestivo e brevemente deciso. Immediatamente hanno circondato la gente che protestava e hanno portato via,con la forza due ragazzi, menando le mani, calciando e spintonando chiunque si frapponesse, anche solo per chiedere spiegazioni. La digos, fino ad allora fintamente disposta al dialogo, ha dato manforte operativa (con mano pesante) al sequestro dei due ragazzi. (...)
Immediatamente, (...) è nato un corteo spontaneo al grido "Verona città libera, liberi tutti subito" fino ad arrivare alla questura, dove i ragazzi hanno protestato, bussando vivacemente al cancello della questura. (...)
Epilogo: dopo che la digos si è frapposta intavolando una falsa e ipocrita discussione, i due ragazzi sono stati rilasciati, con la denuncia di: resistenza a pubblico ufficiale, con aggravante, e rifiuto di fornire i documenti, sempre con aggravante.
Tutto ciò (...) è documentato tramite filmati, testimonianze e, stanotte, tramite un referto medico di uno dei fermati.
.
Gli artisti di Pequeñas Huellas, 280 ragazzi da tutto il mondo, si esibiranno a Torino al Palaisozaki, giovedì 23 ottobre alle ore 15, con un padrino e una madrina d’eccezione: Ramzi Aburedwan, il palestinese la cui immagine, scattata mentre da bambino lanciava pietre contro i carri armati israeliani, divenne simbolo della prima Intifada nel 1987, e Sarah Carrere M’Bodj, giovane artista senegalese. Per assistere all’inaugurazione è sufficiente compilare e spedire l’apposito modulo reperibile sul sito www.terramadre2008.org.
Lo stesso concerto, patrocinato dalla Regione Piemonte, verrà replicato domenica 26, alle ore 11.30 presso l’Auditorium Rai di Torino. Il biglietto d’ingresso, su prenotazione (da effettuarsi presso la sede dell’Associazione in Piazza Vittorio 5 a Torino; o telefonando al numero 347-7333502), ha un costo di 10€ e gli incassi verranno devoluti a sostegno delle attività di Pequeñas Huellas.
Nel contesto di Terra Madre, infine, si terrà il Primo incontro internazionale di ragazzi per la pace, la tolleranza e il dialogo, dove giovani di ogni età e nazionalità si confronteranno sul tema “figli della terra”. Le conclusioni del work-shop, che sarà chiuso al pubblico, verranno riportate nel corso del concerto del 26 ottobre.
Pequeñas Huellas, fondata su iniziativa della violista da gamba Sabina Colonna-Preti, è un’associazione internazionale, nata a L’Avana nel 2004 e che oggi trova la sua sede a Torino. L’Associazione, che coinvolge artisti fra gli 8 e i 17 anni di ogni parte del mondo, vuole favorire lo scambio tra i giovani e la crescita e formazione del cittadino attraverso la musica, vista sia come disciplina sia come mezzo per stare gli uni con gli altri.
Nei giorni mi è caduto tra le mani un disco che non ascoltavo da tanto tempo: “dom taty tomka” di Alfredo Lacosegliaz, uscito nel 1997 per la collana dei dischi del Manifesto.
Ho deciso di scriverne perché, contrariamente alla maggior parte delle produzioni discografiche che ho “consumato” da troppi ascolti appena acquistate, questa mi ha ancora sorprendentemente emozionato e commosso.
Il suono è atroce, anche per me che sono poco sensibile all'approccio estetico. I suoni sono secchi, rasposi, stridenti, non c'è spazio, non c'è profondità, e il laborioso ordito dell'arrangiamento non è molto chiaro, perché spesso i livelli degli strumenti sono squilibrati.
A parte questo, il suono da registrazione “sul campo” alla De Martino o Carpitella non manca di un suo fascino urticante. D'altra parte, la scrittura musicale non indulge in romanticherie. Eccettuato lo struggente “legkaja nostal'gija” che chiuse il disco, le altre 13 tracce non cedono mai la pulsazione ritmica sempre sorprendente e tormentata. Su questa pista accidentata di basso e percussioni, la scrittura personalissima di Lacosegliaz (che è stato arrangiatore delle cose più belle di Moni Ovadia) snocciola linee intricate, improvvisazioni, sciabolate.
Si sentono reminiscenze balcaniche, slave, russe, adriatiche...
I testi sono in italiano, furlan, greco, serbo, sloveno, polacco. Le fonti d'ispirazione sono eterogenee: popolari, letterarie, originali.
Voglio qui riportare il testo, scritto dello stesso Lacosegliaz, di “etsi pame embrós” (tradotto dall'originale in greco)
Sempre non si può
essere all'altezza delle proprie sensazioni non si può.
Se allusione c'è
inutile spiegarla a chi non la sa già.
Gente mia che mai
si è chinata serva a poter dire "è sacrosanto tutto ciò"
Adesso va così
tra spintoni e urti e gioie quasi mai.Ironia partì
a dispetto che
ebbra tra di noi scalciando in estasi passò
ma Dio ne decretò
l'esilio e ancor di più
spogliata di virtù infierendo la prostituì.Si va un po' così
in questa valle d'ombra o sabbia o perlomeno grande caos.
Autoanalisi
psicodrammi e in più meditazioni zen.
Avanti un po' così
tra menti confuse, niente misticismi, orgogli, volontà
si va un po' così
tra bambini orrendi e orrende verità.La mia gente che
ribelle esagerò
ha energie semmai per ricordare che fallì.
Vitelli d'oro e poi
pagani e filistei
masse senza dei, lerciame, fecce e brutti eroi.Peccati chi non ha
la prima pietra scagli e veda dove imparziale colpirà.
Detto tutto ciò
eserciti feroci, morti, atrocità.
Certo il saggio sa
che sperare è vano tanto quanto ci riserva l'aldilà.
Possibilità
si può intrasognare forse in santità.Ma Dio tu ci stai
giocando a scacchi con
chi vomita con noi la più malsana umanità.
Ma Dio di pietà
risvegliati se puoi.
Responsabilità, lo sai, la devi a tutti noi.
Lacosegliaz porta con sé, nel suo bagaglio di cittadino del mondo, l'eredità di orgoglio, dignità e dolore di un mondo sospeso nella sua storia di crocevia di lingue e culture che rimangono in potenza, represse come sono in un mondo che è passato dalla follia della dittature nazionaliste a quella della globalizzazione forzata. "Si è perso il sonno per la troppa banalità / non certo pazzi nell'annaspare in questa melma." (Big Bang)