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1.12.09

Società della Noia

Pianeta Svizzera.
La Svizzera ha sempre avuto il complesso di dover essere più Ginevra che Ticino o Appenzeller: essere svizzeri voleva dire portare con orgoglio l'immagine di una società aperta, dove chiunque può trovare asilo, a patto che si sottoponga con rigore alle severe regole sociali.
Oggi, questo 57% di elettori pronunciatisi contro la costruzione di minareti costringe il Paese a guardarsi allo specchio ed a vedere le brutture, le piaghe della sua cultura.

Chi come la Cometa ha fatto l'esperienza di lavorare nella Confederazione sa che il razzismo, ammantato di moralismo, è parte costitutiva del carattere di questo popolo, che nel suo impegno costante di cittadinanza si sente perennemente "giusto", e per ciò stesso condanna le difformità.

Pianeta Italia.
Com'era ovvio prevedere, gli alfieri nostrani dell'integralismo, dell'esclusione sociale e del razzismo non hanno perduto l'occasione per alzare la voce, dalla Lega Nord a Gasparri.
Eppure la situazione dell'Italia e della Svizzera è lontanissima, e chi lo tace non può essere in buonafede. Se dalle città svizzere dei cantoni più poveri ancora fino al tardo '800 si emigrava in cerca di una vita economicamente sostenibile, città libere come Ginevra e Basilea, dopo l'avvento della Riforma, già erano raggiunte da coloro che fuggivano le persecuzioni dell'Inquisizione papale: un'immigrazione prevalentemente intellettuale, in cerca di libertà di pensiero e di culto.
Poi, nel tardo XIX secolo e sempre di più dopo la II guerra mondiale, la Svizzera diventa meta di persone in cerca di lavoro. Prima ancora che si concludesse, nel 1948, l’Accordo italo-svizzero d’emigrazione, gli italiani arrivavano in Svizzera a decine di migliaia. Nel 1946 ne erano giunti quasi 50.000, nel 1947 quasi il doppio e nel 1948 oltre 100.000. Oggi, si calcola che vivano e lavorino nel Paese 400.000 italiani, oltre a oltre 300.000 persone dalla ex-Yugoslavia ed altri gruppi numericamente più ridotti da altre regioni, per un totale di un milione e mezzo di persone, circa il 20% della popolazione del Paese ospitante.
Al contrario, l'Italia fino a ieri è stata esportatrice di manodopera, di persone povere che cercavano fortuna in altri Paesi. E' solo da poco tempo che siamo diventati appetibili per persone più povere di noi; le cifre parlano chiaro: tra il 1861 e il 1985 sono state registrate quasi 30 milioni di partenze d'italiani verso qualche Paese estero. Oggi, la popolazione straniera in Italia costituisce circa il 6,3% del totale.
Il complesso degli italiani, al contrario degli svizzeri, è casomai quello di essere in tutto il mondo etichettati come ladri e truffatori, donnaioli ed ignoranti.
E come in ogni luogo comune, un fondo di verità c'è. Se vi è un ambito del Made in Italy che continua a fare affari all'estero senza temere flessioni nonostante la crisi economica, questo è la malavita organizzata ed il giro internazionale del riciclaggio del denaro.

Europa Unita.
La Svizzera non si vergogna più del suo razzismo. In questo, segue l'onda europea: smette di rappresentare la parte di un paese di civiltà superiore, di un baluardo del rispetto sociale. Si tratta di un vero shock per le istituzioni elvetiche come per quelle europee.
Siamo arrivati (nel peggio) ad essere un unico continente, che non si vuole inclusivo e rende le sue società impermeabili al confronto, all'arricchimento, al cambiamento.
Un continente autoreferenziale; una civiltà morente.

E i giovani?
Di fronte alla lettera di Pier Luigi Celli su Repubblica, all'impotenza dei vecchi che hanno fatto questa società di vecchi e per vecchi, c'è un dato di speranza, un'occasione che Celli, l'Italia che conta e quella che si rimbambisce davanti alla TV potrebbero ancora non lasciarsi sfuggire.
Cresce il numero degli iscritti stranieri nelle universita’ italiane.
Oltre 50mila Provengono dall’Albania, dalla Grecia, dalla Romania e dal Camerun, aspirano a diventare medici, economisti, letterati e ingegneri, frequentano prevalentemente gli atenei del Nord d’Italia e
sono soprattutto donne.

Ne parla in una bella intervista video a RaiNews24 il prof. Patrizio Bianchi - Rettore dell’Università di Ferrara. Ve lo consiglio; è confortante ancora ascoltare queste cose.



...tornare a meravigliarsi del creato....
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23.11.09

Federalismo & autostrade: quasi una parabola.

Guardate questo scorcio, ripreso qualche giorno fa durante una splendida passeggiata (la scarsa definizione non rende merito alla bellezza reale del luogo).



Si trova a pochi passi da dove abito io. E' il greto del fiume Adige nei pressi di Parona, una frazione della città di Verona.
Lungo l'argine, è si snoda una stradina pedonale, che per il momento collega Verona con il caratteristico paese di Pescantina, ma la cui costruzione sta procedendo oltre.

Siamo nel Parco dell'Adige.
Tutto l'anno, ma specialmente da marzo a ottobre, centinaia di persone tutti i giorni percorrono questo sentiero per fare footing, per respirare l'aria buona lontano dalle automobili ed ammirare le varietà di uccelli acquatici che si lasciano avvicinare sempre più fiduciosi, o semplicemente per passare un momento di relax, di silenzio, per raccogliere le confidenze di un amico o amica.

Ecco come si vorrebbe ridurla tra pochi anni.





Quello che vedete è il viadotto che porterebbe la nuova autostrada urbana che si vorrebbe costruire.
Su questo tratto si prevede che transiteranno
• 4.400 veicoli/ora nelle ore di punta
• 40/60.000 veicoli/giorno
• 22 milioni di veicoli/anno

La striscia d'asfalto passerà nel cuore dei due popolosi quartieri di Pindemonte e Ponte Crencano, accanto ad asili nido, scuole materne, elementari e medie, centri sportivi, nell'attuale parcheggio di una piscina comunale, a poche centinaia di metri in linea d'aria dal centro storico visitato da tanti turisti.

Nonostante l'ostruzionismo della maggioranza che regge il Comune di Verona (anzi, solo di una sua parte: PDL e Lega), il comitato di cittadini che si batte per bloccare lo scempio di questa nuova opera, distruttiva del territorio e dannosa per la qualità di vita della gente, ha ottenuto dal tribunale di Verona il riconoscimento del diritto a svolgere un referendum consultivo sulla nuova autostrada urbana.

«Devono essere i cittadini di Verona a decidere su un’opera dal costo elevato, che stravolgerà la città e che rappresenta un impegno finanziario consistente che andrà a scapito di altre scelte. I cittadini decidono, l’amministrazione si adegua»
Queste parole, sacrosante, furono pronunciate dall'attuale Sindaco nel maggio 2006, quando era all'opposizione ed auspicava un referendum che stoppasse un'altra opera in progetto: la tramvia. Ma come si vede, arrivando al governo della città, ha ben presto cambiato idea. Ma l'autostrada richiederà ben altro impegno economico: in una trasmissione della TV nazionale il sindaco Tosi l'ha quantificato in 400 milioni di euro!!

Pochi giorni fa arriva la mazzata (da l'Arena):

Tangenziali, Comune beffato?

IL CASO. La procedura prevista dall'accordo tra Berlusconi e Galan per le grandi opere accantona gli enti locali. Sul traforo e sul nuovo sistema delle superstrade servirà l'ok del Cipe scavalcando i pareri delle amministrazioni.
(...) Ma quello che ai non addetti ai lavori potrebbe sfuggire, catalogandolo come una semplice procedura tecnica, è che il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, normalmente non ha nulla a che fare con le opere realizzate con fondi privati. E infatti sia le tangenziali venete,(...) sia il traforo delle Torricelle, stimato nell'intesa e da Technital intorno ai 330 milioni, sono opere che saranno sostenute con fondi privati in project financing.

Con buona pace del quotidiano l'Arena, grande sostenitore del sindaco sceriffo Tosi fin dalla campagna elettorale, anche uno sprovveduto può vedere che non è il Comune ad essere beffato, ma i cittadini. Anzi: vediamo come chiaramente i bisticci tra la Lega ed il governatore del Veneto Galan si ricompongano facilmente quando si tratta di grosse torte.

E' curioso notare quale idea di autodeterminazione locale ci sia in seno alla Lega: da una parte si strombazza di federalismo o addirittura di secessione, con lo slogan "Paroni a casa nostra" o "Roma ladrona", poi però si sottrae alla popolazione locale la possibilità di esprimersi sulle scelte che riguardano il territorio, demandandola al potere centrale.
Vorrei che Bossi, Maroni, Tosi, Zaia, Calderoli e Castelli esprimessero il loro giudizio sulle affermazioni pesanti del presidente dei sindaci del Veneto, Giorgio Dal Negro (PDL), eletto da pochi mesi primo cittadino di Negrar, nel Veronese:
"Fuori dal mio ufficio ho fatto togliere la targa di sindaco e ho messo quella di procuratore fallimentare. Chi non rispetterà il patto nel 2010 sarà commissariato? Allora il governo prepari 518 commissari, quanti sono i Comuni del Veneto" (fonte: l'Arena, 20/11/2009)

19.11.09

Un Natale bianco, candido... quasi ariano

A Coccaglio (BS) la giunta di destra sceglie le feste natalizie per avviare la pulizia etnica.
La notizia da Repubblica è qui.
A proposito di quello che si diceva sul crocifisso, dichiara l'assessore leghista Abiedi: "per me il Natale non è la festa dell’accoglienza, ma della tradizione cristiana, della nostra identità". Ancora una volta, si dimentica che essere cristiani non è un fatto di identità, ma di valori.
Tremendamente grave, per me, è la scelta del nome dell'operazione: White Christmas. Richiama miti sulla razza bianca (come dire: il Natale è solo della razza bianca), che serpeggiano ancora nel background culturale di qualcuno qui da noi.




C'è poco da ridere e molto da vigilare.

28.7.09

A cosa servono le ronde: una lezione

Tratto da Tele Reggio Calabria (16/5/09):

"Se ronde devono essere ronde siano ma contro la 'ndrangheta e i delinquenti di varia natura non certo contro i migranti che chiedono solo di potersi integrare''. Non è una provocazione l'idea di Ilario Ammendolia, sindaco di Caulonia, in Calabria, comune che assieme a Riace e Stignano sta dando vita ad un modello di accoglienza attuato con il sostegno della Regione. Utilizzare come 'volontari della sicurezza', secondo la dizione data dal disegno di legge approvato ieri alla Camera, anche i nuovi cittadini di questo angolo di Locride spopolato dall'emigrazione ("anche mio nonno - confida il sindaco - si è costruito un domani per sé e per la sua famiglia partendo da un 'basso' di New York"). "Caulonia - sostiene Ammendolia, del Pd, a capo di un'amministrazione comunale di centrosinistra con dentro Rifondazione comunista - non è la Brianza ma un paese della Locride con tanti problemi dalla mancanza di lavoro all'ordine pubblico. Qui, però, hanno trovato un'occasione sessanta persone richiedenti asilo che, grazie al progetto per l'assegnazione di borse lavoro della Regione, stanno cercando la loro strada verso l'integrazione lontano dai teatri di guerra, dalla povertà e dagli stenti. Il ragionamento è semplice: perché non offrire l'opportunità anche alle tante ragazze nigeriane e eritree, richiedenti asilo, che da quasi un anno vivono nella nostra cittadina e che parlano correntemente due lingue il francese e l'inglese, di dare un contributo agendo come forza dissuasiva? Tra l'altro molte di queste giovani donne già in passato si sono distinte operando all'interno di associazioni come quella degli ex carabinieri o della Protezione civile collaborando con le forze di polizia davanti alle discoteche e nel controllo del traffico veicolare".(...)

29.5.09

Contro le chitarre, manganelli.

Da VeronaInforme:


Contro i giovani scatta la repressione di Tosi
Stasera 27/05/2009 a Verona, piazza dei Signori, verso mezzanotte sono arrivate  diverse pattuglie della polizia locale. Comandati dal vice capo dei  vigili, si sono imposti per fare rispettare l'ordinanza del  sindaco che vieta di suonare strumenti musicali dopo le ore 22. Come  ogni mercoledì, in piazza dei Signori, stasera c'erano moltissimi  giovani, che si ritrovano liberamente per parlare, suonare, vivere la  piazza cittadina fuori dal contesto commerciale, dei bar, dei locali.
I vigili hanno dapprima dato una multa (di 100 euro) ad un ragazzo che  suonava uno strumento a percussione. La protesta si è accesa subito, un  cumulo di ragazzi circondava le pattuglie chiedendo spiegazioni,  protestando, ironicamente facendo bolle di sapone vicino alle macchine  della polizia locale. Immediatamente è nata una colletta spontanea tra  le persone presenti, che ha coperto quasi subito l'intero ammontare  della multa.

Da notare che in piazza, stasera, era presente lo stato maggiore della  polizia, con vicequestore, vicecapo della digos, un numero imprecisato  di vigili e di poliziotti, che riprendevano e monitoravano la situazione. La polizia si è fermata in piazza presidiandola per un lungo lasso di  tempo, con l'evidente intenzione di scoraggiare il ritrovo.

Vedendo che la gente non se ne andava, il vice comandante della polizia  locale è penetrato, seguito da almeno 10 vigili, tra  le persone chiedendo le generalità ad un ragazzo che suonava una  chitarra. Con toni provocatori e mettendo per primo le mani addosso,  spingendo e trattenendo. Ha acceso da solo una piccola colluttazione coi  presenti. Immediatamente sono  arrivate in piazza almeno tre jeep della polizia, DALLE QUALI SONO  SCESI, CASCHI IN TESTA E MANGANELLI IN MANO i poliziotti formando un  cordone di fronte alla gente presente. Da notare ancora che l'arrivo dei  poliziotti è stato fin troppo tempestivo e brevemente deciso.  Immediatamente hanno circondato la gente che protestava e hanno portato  via,con la forza due ragazzi, menando le mani, calciando e  spintonando chiunque si frapponesse, anche solo per chiedere  spiegazioni. La digos, fino ad allora fintamente disposta al dialogo, ha  dato manforte operativa (con mano pesante) al sequestro dei due ragazzi. (...)
Immediatamente, (...) è nato un  corteo spontaneo al grido "Verona città libera, liberi tutti subito" fino ad  arrivare alla questura, dove i ragazzi hanno protestato, bussando  vivacemente al cancello della questura. (...)
Epilogo: dopo che la digos si è frapposta intavolando una falsa e  ipocrita discussione, i due ragazzi sono stati rilasciati, con la  denuncia di: resistenza a pubblico ufficiale, con aggravante, e rifiuto  di fornire i documenti, sempre con aggravante.
Tutto ciò (...) è documentato tramite filmati, testimonianze  e, stanotte, tramite un referto medico di uno dei fermati.

Verona, una città che odia la musica e la gioventù.

Niente paura: siamo in campagna elettorale!

6.5.09

I lavoratori sono soli?

Un testo di Franco Berardi (Bifo) dal sito di BOLOGNA CITTA' LIBERA, lista civica che si presenta alle prossime elezioni comunali e provinciali di Bologna.
L'ho barbaramente ed arbitrariamente sforbiciato, ma lo potete trovare integralmente qui.

Ci hanno raccontato frottole per trent’anni: concertazione, compatibilità, competizione, riduzione del costo del lavoro. E straordinari, contratti a tempo determinato, flessibilità, mobilità...
I sindacati hanno concertato, i padroni hanno profittato, il salario è crollato.
In termini di capacità di acquisto il salario di oggi vale la metà di quello che valeva trent’anni fa
E’ questo il progresso che ci ha garantito la democrazia concertativa?
Ma ancora non basta. Dopo averci raccontato un milione di frottole ora ci dicono: ecco c’è la crisi. Macché crisi, quella che sta sconvolgendo il sistema industriale in tutto il mondo non è una crisi, ma il collasso definitivo del capitalismo moderno.
Eppure la classe dirigente, con il suo codazzo di giornalisti sindacalisti e preti di vario genere, pur avendo fatto bancarotta non intende affatto mollare. Coloro che hanno nelle loro mani il potere economico politico mediatico e militare fanno la faccia sorridente però si cagano sotto, e cercano di rassicurarci: durerà un anno forse due... poi ci sarà la ripresa, firulì firulà.

Non ci sarà nessuna ripresa, parliamoci chiaro. Non ci sarà ripresa perché la storia della crescita è finita. E’ finita non solo perché il sistema finanziario globale è entrato in un buco nero, non solo perché l’indebitamento occidentale ha mangiato la ricchezza delle prossime due generazioni, ma anche perché le risorse fisiche del pianeta sono esauste, esaurite. E anche le risorse psichiche dei lavoratori e della società intera sono al collasso.

NERVOUS BREAKDOWN.

Per venti anni i sindacati hanno svenduto i nostri interessi in nome della concertazione. (...)
Ma oggi non basta più la concertazione. Il Ministro Sacconi esige dai sindacati la complicità. Ed ecco i Bonanno e gli Angeletti, vecchi leccaculo per professione, correre a fornire il loro sostegno.

CENTINAIA DI MIGLIAIA DI LAVORATORI SONO IN CASSA INTEGRAZIONE
CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PRECARI SONO RIMASTI SENZA LAVORO

Ma Bonanni e Angeletti non hanno niente da obiettare. A loro va bene così.

Nessuna forza politica sta dalla parte dei lavoratori.
La sinistra – compresa, spiace dirlo la vecchia roccia di Rifondazione – si è dissolta dopo la meritata sconfitta dell’aprile 2008. Perché ha appoggiato il governo Prodi-Mastella invece di denunciarlo e abbandonarlo? Perché ha votato l’accordo capestro sul welfare? Perché ha votato a favore di una detassazione degli straordinari?
Perché era attaccata all’ultima sdrucciolevole poltrona. Ora l’ultima sdrucciolevole poltrona è sdrucciolata. (...)
Il Partito democratico – incapace di trovare unità su qualsiasi altra cosa, trova unità soltanto nella difesa della confindustria. Il partito di Colaninno e di Caleari incita la CGIL, unico tra i sindacati storici che tenta di organizzare una resistenza, a cedere, a diventare come gli altri due un sindacato complice. L’accordo che CISL e UIL hanno sottoscritto sancisce la fine del contratto nazionale, sancisce la mano libera sulle condizioni di lavoro e sul salario. Questo à l’accordo che il PD vuole imporre alla CGIL.

La crisi che è iniziata in America e lentamente sta inghiottendo l’Europa non è una crisi come le altre. E’ il collasso del capitalismo finanziario globale ma è anche il collasso del sistema industriale globale. Il crollo del sistema industriale è un fatto irreversibile. Non torneremo mai più alle condizioni della crescita, non solo perché l’indebitamento dell’occidente non renderà possibile una ripresa della domanda e degli investimenti, ma anche perché le risorse fisiche del pianeta sono prossime all’esaurimento.

E allora? I lavoratori che sono stati costretti per trent’anni ad accettare ogni ricatto per favorire la crescita ininterrotta, ora sono lasciati da soli a gestire la bancarotta del capitalismo neoliberista.
Licenziamenti, cassa integrazione, decimazione del lavoro precario, caduta verticale del salario.
La storia è finita qui? No, la storia non è finita, perché

I LAVORATORI NON SONO SOLI QUANDO SONO UNITI.

Non c’è più bisogno dei vecchi partiti non c’è più bisogno della vecchia unità sindacale. C’è bisogno di una solidarietà di base, di una solidarietà nella vita quotidiana. I lavoratori sono la grande maggioranza della società. Possono costruire le strutture autonome della vita sociale al di fuori delle regole assassine del potere economico. Possono costruire mercati autogestiti dei beni necessari, rapporti diretti tra consumatori e produttori che permettano di eludere la catena distributiva delle corporation. Possono costruire strutture autogestite di formazione e di produzione di sapere insieme ai lavoratori della conoscenza che si mobilitano nelle università e nei centri di ricerca. Possono costruire una loro società autonoma da quella dei bancarottieri confindustriali.
Nelle grandi città europee si diffonde la pratica degli allottments, orti coltivati autonomamente negli spazi verdi della città. Bisogna moltiplicare gli orti cittadini, creare le condizioni dell’autosufficienza alimentare della società dal capitale.
E’ sul territorio urbano che si ricostruisce oggi la comunità e l’unità dei lavoratori, per rendere vivibile la vita quotidiana. (...)

16.1.09

Verona, città dell'amore (2)

Botte da orbi, di nuovo, in pieno centro storico di Verona, a 300 metri da dove è stato colpito a morte Nicola Tommasoli.
In piazza Viviani, vicino a piazza Erbe, tre giovani vengono aggrediti selvaggiamente (una ragazza viene colpita ripetutamente in faccia con un portacenere di vetro) da una quindicina di giovani il 3 gennaio; ed il 5 è la volta di una ragazzina, salvata in extremis da un gruppo di persone accorse in suo aiuto.
Avevo già parlato della violenza di questa città 7 mesi fa. Ora, raccolgo il suggerimento di Pablo di raccontare dell'aria che tira oggi.

La zona rossa
All'epoca dell'omicidio Tommasoli, avvenuto nella notte tra il 30 aprile ed il I maggio, la città era rimasta sbigottita ma non sorpresa. Si sapeva che il centro era infestato da una banda di picchiatori, frequentatori della curva sud dell'Hellas Verona e vicini a formazioni di estrema destra, come Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Veneto Front Skinhead (non linko la voce su Wikipedia, né neutrale né esauriente). Un gruppo di ragazzi che cercava semplicemente pretesti per menare le mani.
Periodicamente, negli anni precedenti, c'erano stati diversi episodi di violenza da parte di bande di giovani di destra, tutte dirette verso ragazzi appartenenti al centro sociale occupato "La Chimica". Si arriva molto vicini all'omicidio nel luglio 2005, quando cinque di loro (tra cui tre ragazze, una delle quali minorenne) vengono aggrediti da 20-30 figuri presso il Volto S. Luca, a poche centinaia di metri dall'Arena, colpiti ripetutamente con spranghe, tirapugni e coltelli. Il bilancio è gravissimo: mascella fratturata, oltre 150 punti di sutu­ra, ematomi e tagli su tutto il corpo.
Alla difesa degli accoltellatori si mette in luce l'avvocato Roberto Bussinello, ex consigliere comunale del Msi e leader veronese di Forza Nuova, approdato infine a La Destra di Francesco Storace. Lo ritroveremo più avanti.

Dal marzo 2006, le aggressioni, più o meno gravi, diventano sistematiche. Ne fanno le spese, oltre agli stranieri, persone vestite in maniera alternativa o colpevoli di portare i capelli troppo lunghi o colorati vistosamente, d'indossare magliette di squadre di calcio del sud.
Nel giugno 2007 parte finalmente un'indagine della Digos, con perquisizioni nelle abitazioni di vari personaggi legati all'estrema destra; tra questi, oltre ai soliti noti, ci sono tre degli accoltellatori di S. Luca e due che poi si macchieranno dell’omicidio di Nicola Tom­masoli.
Da allora gli episodi non si contano nemmeno più. Vorrei ricordarne solo 2, a mio parere simbolici.
--> Settembre 2007: alcuni appartenenti all'area antagonista sono in piazza Erbe per il tradizionale aperitivo. Viene intimato loro di abbandonare la piazza, dapprima con insulti e minacce, poi a calci e pugni ed abiti strappati. La loro cacciata dalla "zona rossa", il salotto buono della città, suscita l'applauso di un gran numero di avventori della Verona bene che hanno assistito alla scena.
-->Dicembre 2007: si tiene a Verona una manifestazione nazionale di Fiamma Tricolore alla quale partecipano 2-300 militanti giunti da più parti d’Italia, alla cui testa marcia il neo-sindaco della città, Flavio Tosi, e alcuni membri della Giunta comunale, tra cui il capogruppo della Lista Tosi, Andrea Miglioranzi, ex Veneto Fronte Skinheads ed attualmente rappresentante di Forza Nuova, membro della band nazi-rock Gesta Bellica. Al termine, tre manifestanti, nello slancio dialettico, in un bar della via dello shopping, apòstrofano simpaticamente 3 giovani di passaggio a Verona con un “Terroni puzzate, andate via” prima di colpirli selvaggiamente coi manganelli (quelli, non mancano mai!).

Siamo tutti "diversi"
L'omicidio di Nicola, dicevamo, lascia tutti sbigottiti.
Prima di tutto, la destra cerca di scaricare i responsabili. Il sindaco Tosi li definisce "balordi", afferma che la politica non c'entra; intanto, però, nelle abitazioni e nelle vetture dei responsabili si trova il solito armamentario propagandistico di Forza Nuova. Ancora una volta, l'avvocato difensore è il già citato Bussinello.
La banda di violenti sembra rendersi conto di aver superato una soglia pericolosa, oppure lo pensano i loro patroni politici, quindi per un poco la città pare più tranquilla.
In compenso, la Verona borghese, ricca e per bene comincia a pensare che la violenza, prima rivolta verso "gli altri", è uscita di controllo. Comincia a dubitare di essere davvero completamente "al sicuro".

Presa di coscienza
Qual è il sentimento con cui il veronese medio guarda gli episodi di violenza contro africani, meridionali, venditori di kebab, ragazzi coi capelli lunghi?
Fino ad oggi, li guardava con comprensione bonaria. Le considerava ragazzate.
I ragazzi, gli studenti, infatti, agiscono questa modalità di supremazia sociale abbastanza frequentemente coi loro coetanei.

Proprio per questo, il coraggioso ex-Procuratore della Repubblica Guido Papalia (ora a Brescia) e l'attuale Mario Giulio Schinaia hanno impegnato molte energie nell'incontro con bambini e giovani delle scuole cittadine e nell'educazione alla dialettica, al dialogo, all'espressione positiva di sé nel rispetto degli altri.
Il problema è che l'educazione a questi valori dovrebbe partire dalle famiglie, da quegli stessi adulti e genitori che si muovono nel mondo spinti dalla diffidenza, con la prepotenza o con il compromesso.
Questi adulti hanno prodotto una generazione di amministratori altrettanto miopi ed irresponsabili, arroganti ed incapaci.
Mandata in pensione gran parte della "vecchia guardia", la quadra del sindaco Tosi, leghista vicino alle posizioni di Borghezio e Calderoli (a cui si affianca, sullo scranno vescovile, la trista figura del vescovo Zenti, suo storico sostenitore) brilla non per la capacità di fare, ma per quella di disfare, mentre il sindaco impegna tutte le sue forze nel dare di sé un'immagine mediatica spregiudicata, di forte impatto, violenta contro avversari politici e stranieri, moralista in senso molto tradizionale.
Nella promozione costante della sua immagine, Tosi frequenta pure lui le scuole della città, ma con ben altro senso di responsabilità rispetto al Procuratore Schinaia: provocando i sentimenti più beceri dei ragazzi, ed umiliando sistematicamente quelli che hanno abbastanza coraggio da tenergli testa, esponendoli nel contempo al bullismo degli altri.

A margine: educazione permanente
Si sa, l'educazione alla pacifica e serena convivenza civile si abbevera alla fonte della cultura. Forse non è un caso che, tra gli ambiti sistematicamente distrutti dall'amministrazione comunale ci sia la cultura.
Dopo un primo scivolone (una mega-mostra da supermarket della cultura annullata dopo che si erano già venduti online migliaia di biglietti, e nonostante ciò costata centinaia di migliaia di euro), non si è ritenuto di organizzare alcun evento culturale, alcuna esposizione degna di interesse; al contrario, si è ridotto al lumicino il festival del cinema ed il ciclo teatrale estivo, chiuso il ciclo di musica classica, ridotto o chiuso le collaborazioni con le realtà culturali cittadine, messa in vendita la Galleria d'Arte Moderna (fortunatamente verrà acquistata dalla Fondazione Cariverona), tagliate le risorse ai musei, depistati i fondi destinati al salvataggio dell'Ente Lirico Arena di Verona, attualmente commissariato, e si sta spingendo ora alla chiusura l'Accademia d'arte circense.
Senza contare che il primo atto del sindaco Tosi fu ovviamente quello di demolire la sede del csoa La Chimica, presso il quale si svolgevano concerti, si discuteva con filosofi del calibro di Franco Berardi o Luisa Muraro, scrittori, editori, intellettuali.
Verrà il giorno in cui volteremo pagina. Ma saremo capaci di invertire la tendenza alla brutalità?

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11.11.08

Promessa di dolcezza


Apro il cancello col telecomando ed avvio leeeentameeeennnte l'automobile.
Lei, la vicina di casa, appare da sotto i tigli del vialetto e sia avvia a passo rapido e ossuto verso il varco che ho aperto. Le ciocche arricciate e imbiondate di fresco hanno un sussulto poco naturale al dimenarsi delle spalle. Una camminata incredibilmente rigida, automica, legnosa, e insieme così spedita! Io avanzo sempre lento, talmente lento che da dietro la posso osservare per parecchi secondi: l'oscillazione solo verticale, la strettezza dei fianchi, delle spalle, di tutto l'insieme... Si impedisce talmente forte di notare la mia presenza che ostentatamente disegna una larga curva, occupando il centro della mia carreggiata, mentre io silenzioso la seguo, silenzioso come può esserlo un motore acceso che ti sbuffa a 50 centimetri dietro le orecchie. Piega a sinistra, io approfitto e la dribblo a destra, mentre la guardo in faccia con i miei 50 occhi tutti spalancati. Ma ce l'ha una faccia?
No, non ce l'ha. Casualmente si volta a sinistra, distratta da chissà quale nuovo cielo o lontano bagliore di dolcezza. Al mio buonasera! gridato oppone i boccoli innaturali, il meccanismo triste di una pensione consumata accanto ad un marito che odia.
Buonasera!

17.9.08

Indifferenza


Vi segnalo dal blog di Nero un commento sull'omicidio del diciannovenne Abdoul, sul quartiere in cui è accaduto, su Milano.

Nero si/ci pone la solita domanda:
"ma non passava nessuno in quei minuti, in quei momenti, che potesse alzare una mano o una parola per fermare il pestaggio? E se passava, perché non ha fatto nulla? La risposta più feroce di Milano è quella a questa domanda. Ve lo dico io: passava sicuramente qualcuno, ma ha tirato dritto. Ha tirato dritto perché non ci si fa mai i cazzi degli altri, soprattutto quando serve, perché la gente ha paura, e piuttosto che fare una cosa che ritiene giusta ma che è pericolosa, preferisce subire qualsiasi umiliazione e qualsiasi violenza."

E allora la domanda io la giro a me, a chi abita nella mia città o in ogni altra città.
Cosa rispondiamo?

15.9.08

Parabola laica

...ovvero una visione del futuro.

---===Antefatto===---
Il fesso (il nostro eroe) qualche mese fa ha avuto un cedimento. Invece di ordinare i libri di scuola dal solito giornalaio del paese , ha seguito l'esempio di altri più brillanti genitori e si è rivolto ad un noto centro commerciale della zona.
A sua parziale discolpa possiamo incidentalmente notare qui alcuni fatti:
. il centro commerciale suddetto prometteva un ghiotto sconto sul prezzo di copertina
. il giornalaio in questione non fa alcuno sforzo per rendersi non dico simpatico, ma almeno tollerabile nella sua acida depressione che lo spinge coattivamente a criticare i genitori paganti di fronte ai ragazzi che conservano ancora (ancora per poco) un barlume di fiducia in babbo e mamma.

---===Primo approccio===---
Siamo ancora al parcheggio davanti al Megaemporio del Desiderio, quindi è una specie di antefatto posteriore. Attendo con calma (sono appena tornato dalle vacanze, da un luogo dove il fair play stradale è decisamente riposante: no, non la Danimarca!) l'elaborata manovra di una vettura in uscita. Sto per prendere il suo posto, quando un disperato, che evidentemente aveva trascorso le sue vacanze altrove, forse sugli autoscontri, suona le trombe del giudizio, si sbraccia, urla, mi minaccia: è 10 minuti che sta aspettando!! (forse si era addormentato: scherzi dell'insonnia!) Alzo le braccia fatalisticamente e mi avvio ad un altro posto, 10 metri più in là, facendogli notare il fatto che non lo avevo visto perché stava in contromano. Quello mi intima di fermarmi e fa per scendere per darmi un bacio... credo...
Io non sono portato alle smancerie e prendo rapidamente il largo, verso uno dei 10.000 posti ancora liberi.
---===Banco libri===---
Lo so che il mio racconto è ozioso. Tuttavia se hai il profilo tipico del lettore del mio blog forse non disprezzerai questo racconto di vita che è anche un manuale di sopravvivenza; anche se come me passi in un centro commerciale una volta l'anno, quando troppo tardi ti accorgi che quello che hai imboccato non era lo svincolo per l'autostrada, potrai dire "Ci sono stato anch'io!" e citare la mia esperienza senza citare la fonte né pagare i diritti d'autore. Dunque, torniamo in argomento.
E' una placida metà pomeriggio del venerdì (ho deliberatamente evitato il sabato) e mi aspetto che chiunque sia pacifico e bendisposto quanto me. La commessa del banco libri invece ha un diavolo per capello, e (al contrario di me) un sacco di capelli. E due libri in meno di quelli previsti. Come dirle che la scuola comincia di lì a tre giorni e che i figli di genitori più assennati e più tolleranti nei confronti del perfido giornalaio hanno già da tempo tutta la loro dotazione di testi?
Ci provo, sfoderando il famoso sorriso seduttivo che già tante vittime mieteva. Ma forse sulle racchie è meno efficace. Il mio ragazzo ci prova anche lui, mi considera troppo anziano per certe cose. Ma l'arpia detesta gli adolescenti, forse perché non ha mai trovato un uomo con cui avere dei bambini, forse semplicemente perché è racchia. Mi sorbisco una ramanzina sull'educazione di mio figlio. Anche in questo ho nostalgia del giornalaio.

---===Sorpresa!===---
Passo alla cassa. Scontrino. Ma non c'è traccia di sconto!
"Ecco a lei un buono acquisto pari al 15% del prezzo di copertina"
Fregato!
[Il senso di giustizia mi spinge a non tacere che anche la cassiera è fregata. Il bus per tornare a casa sua parte alle 16.48, proprio l'ora marcata sullo scontrino, ma la persona destinata a sostituirla non c'è. Una piccola smagliatura organizzativa: che direbbe il Brunetta?]

---===Chi è causa del suo mal...===---
Mi addentro con dignità tra i corridoi illuminati al neon. Con dignità ostentata, ma senza alcuna idea di cosa comperare.
La mia compagna, illuminata dentro, si ricorda che la vecchia bilancia del bagno non va più, allora ci concediamo un attrezzo con display digitale 8 memorie ed un computer interno che calcola la quantità di materia grassa di cui sei composto escluso il cervello (che comunque nel mio caso ha valore trascurabile).
---===In fondo è... cassa!===---
Potremmo sceglierne una qualsiasi, ce ne sono 33! Per fortuna, siccome si sa che scegliere è un fastidio di cui l'italiano medio fa volentieri a meno, ne funzionano solo 6. Mancando la cassa rapida per chi ha un numero limitato di articoli, mi accodo dove la cassiera è più rilassata e sorridente e dove la fila è più corta.
Corta... beh, comunque sempre 40 minuti!
E' bello perché, se si mantiene l'ansia ed il furore entro limiti accettabili, c'è spazio per scambiare idee, opinioni, visioni del mondo. Il signore dietro a me, che ha in mano un quaderno ed una scatola di Cotton fioc ripete come un mantra "Mai più... mai più...", che sintetizza mirabilmente una serie di riflessioni che sto macinando silenziosamente dentro di me.
E poi, improvvisa, giunge l'ILLUMINAZIONE!
Ma ve ne parlerò in un post paragrafo a parte, perché devo ancora dire una cosa. Quando è il mio turno di pagare, passo alla cassiera il buono (ve lo ricordate?), lei lo avvicina al lettore ottico, bip... lo guarda, di nuovo bip..., lo riguarda, bip..bip bip....
Allora si guarda intorno, anzi guarda con intensità la fila di gladiatori... e sospirando accende una luce rossa che gira come quella di un'ambulanza, sopra di lei. Ed ecco, in men che non si dica (5 minuti) arriva La Cassiera e prende in mano la situazione. E' fatta: ho i libri, la bilancia, il mal di testa, e soprattutto meno soldi di quanti ne avrei se fossi andato dal giornalaio.


---===Ma ho capito===---
Ho capito cosa intende il ministro Brunetta quando parla di efficienza del privato rispetto al pubblico.
Ho capito quanto cresce l'efficienza diminuendo gli stipendi, aumentando le ore di lavoro e vessando i dipendenti.
Ho capito che se uno sta a lavorare qui per 8 ore più straordinari, poi va in un altro negozio e si fa 40 minuti di coda, quando poi chiede un documento all'anagrafe ha una giusta collera per quella ingiustificata pigrizia del personale.
Soprattutto, ho capito come saranno gli uffici pubblici, la scuola, i servizi, la sanità, dopo la "cura" dei nostri governanti.

---===||===---

10.9.08

Chi ci difende?

I carabinieri torturano una famiglia rom (minorenni compresi) a Bussolengo [Vr]

Si erano fermati fuori del paese, vicino Verona, solo per mangiare. Sono stati picchiati, sequestrati e torturati dai carabinieri per ore. La loro testimonianza dal sito di Carta e su Sucar Drom.

Ogni volta a chiedermi la stessa cosa: chi è sbagliato? Chi, come me, vede un possibile se stesso in ogni uomo malmenato ed in ogni donna abusata, il proprio figlio in ogni bambino violato. Oppure gli altri, quelli che queste atrocità le infliggono, e quelli (non meno colpevoli) che incitano all'odio, che vi assistono, o che semplicemente se ne fregano.

[...]
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte

per quanto voi vi crediate assolti

siete per sempre coinvolti,

per quanto voi vi crediate assolti

siete per sempre coinvolti.

- F. De Andrè -



8.9.08

Posso costringerti?

Obbligati a dare il nostro libero consenso
Secondo comma dell’articolo 40 del Regolamento di polizia urbana di Firenze, chiamato «Norme per la civile convivenza in città» e approvato il 24 luglio:
«Gli operatori sanitari intervengono sul posto e attuano il provvedimento di trattamento sanitario obbligatorio o accertamento sanitario obbligatorio ponendo in essere iniziative rivolte ad assicurare il consenso e la partecipazione da parte di chi vi è obbligato nel rispetto della dignità della persona e dei suoi diritti».
Grazie a Federica Sgaggio per averlo segnalato.
Italiani, popolo della libertà.

17.8.08

Proibito!


Italiani, siamo davvero il Popolo della (mancanza di) Libertà.

Guardate un po' che racconta il quotidiano inglese "The Independent" ai suoi lettori:


Turisti, attenti: se una cosa è divertente, in Italia è proibita per legge

17 agosto 2008
Oltre ai soliti pericoli di scottature ed attacchi di meduse, i vacanzieri si trovano di fronte ad un nuovo tipo di minacce quest'estate, il risultato dell'attacco frontale del governo Berlusconi a ciò che viene chiamata "l'emergenza sicurezza". Ai sindaci della nazione è stata data carta bianca di scrivere leggi indirizzate alle proprie particaolari problematiche di sicurezza. Il risultato è una bufera di norme e regolamenti che minaccia di trasformare il Bel Paese nel più grande stato baby-sitter.

Gli stranieri inconsapevoli rischiano pesanti multe se fanno cose che sono perfettamente legali dappertutto nel mondo eccetto in quella città o paese in cui si trovano. A Genova, per esempio, ora è contro la legge camminare con una bottiglia di vino o di birra in mano. Questo a Roma è okay, ma se ti sdrai sotto un pino o sui gradini di piazza di Spagna per berla, o solo per mangiare un sandwich, il tuo comportamento 'indecoroso' può essere penalizzato. Lo stesso se il tuo snack "al fresco" è seguito da una pennichella.
Rigide regole sono destinate ai frequentatori delle spiagge: ad Olbia i fumatori rischiano 360 euro di multa, mentre in tutta la nazione, il ministro del welfare ha imposto un divieto ai massaggi offerti dagli immigranti, mettendo in guardia contro i possibili effetti pericolosi “dei servizi estetici o terapeutici„ offerti da persone “non in possesso di addestramento o di competenza sufficiente„.

A Eraclea, vicino a Venezia, i genitori devono tenere d'occhio i loro bambini: i castelli di sabbia sono vietati, poiché “ostruiscono il passaggio„ lungo la spiaggia. "Racketball" e altri giochi di palla sono vietati in molte spiagge ed i bagnanti che si tuffano distrattamente possono subire ammende enormi se fuori dalle "aree permesse".
Si mette male in molte città di mare per i vacanzieri che lasciano la spiaggia vestiti solo in boxer o bikini: è contro la legge.

La caccia alle streghe nazionale contro i venditori di false borse firmate è stata rinforzata ad Ostia con l'uso di elicotteri da perlustrazione, che rendono l'esperienza della spiaggia italiana più infernale del solito.

Lontano dall'acqua, le cose non sono più facili. Due persone possono sedersi su una panchina di un parco nella città di Novara, ma se una terza persona si unisce e sono passate le 11 di sera, stanno infrangendo la legge tutti e tre. A Viareggio, le panchine possono contenere quanta gente vi si può stringere dentro, ma se uno di loro vi mette i piedi sopra esso rischia una multa. Spargi briciole di pane ai piccioni nella città di Lucca e potresti ritrovarti centinaia di euro più povero.

Azioni contro l'accattonaggio sono state intraprese da molte città - tra cui Assisi, patria di San Francesco, che cominciò la vita religiosa come mendicante. Nella romantica città di Verona, si è portata la tendenza alla sua logica conclusione, pretendendo di confiscare i proventi dell'accattonaggio. Ed a Firenze è illegale pulire i parabrezza delle automobili ferme ai semafori.

Il governo di Silvio Berlusconi sarà pure il primo al mondo ad aver introdotto un "ministro della semplificazione", con il compito d'identificare ed abolire leggi ridondanti, ma nell'interesse di una maggior democrazia e sicurezza a livello locale il suo ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha permesso che mille fiori legali fiorissero.

La gran parte di questi probabilmente non saranno fatti mai rispettare, ma sarà una magra consolazione per il turista che dando da mangiare ai piccioni ha dovuto includere nella sua vacanza una salata ammenda. (Peter Popham)

Update 23/8/08

Stupore, in Francia, per gli effetti del decreto Maroni e per il silenzio del Partito democratico

7.8.08

Creatività

Stimolati dalle parole del ministro S-Maroni, i sindaci si spremono le meningi (o ciò che utilizzano al posto delle stesse) per trovare qualcosa di veramente originale che ottenga il plauso governativo.
Gianni Alemanno, sindaco di Roma, che dal momento della sua elezione ha solo smontato sistematicamente ciò che aveva costruito il suo predecessore Veltroni (ci piacesse o meno), se n'è uscito con un:

"Vietato rovistare dentro i cassonetti"

Un vero colpo di genio!

Noi rispondiamo con questo splendido progetto FREEGAN. Tié!


La rivolta delle cose




18.7.08

La mia Barcellona




Una settimana di lavoro a Barcellona.
Ho trovato la città letteralmente invasa dai turisti. Ma cos'è quella che si offre ai loro occhi? E' una immagine di città lucida, plastificata, perfetta ad incarnare il cliché dell'ibericità da cartolina: sangria, divertimento, tirar tardi. Fiesta sicura, con preservativo. Muri puliti, vetrine anonime, negozi uguali a quelli di Londra Milano Zurigo, pieni di oggetti scialbi, senza personalità, originalità, colore, oppure paccottiglia pseudo-orientale. Si mangia panini in locali sterilizzati, oppure sciape insalate in ossequio al naturismo di moda. Anche l'aria non ha altro odore che lo scarico delle auto.








Ma la mia Barcellona non è morta, solo si fa cercare fuori da quelle quattro vie percorse dalla massa degli stranieri in vacanza. La ritrovo nei gruppetti cospiratori seduti sui gradini di Sant Felipe Neri, nel sorriso suadente e nella carezza lieve di una giovane prostituta, nelle onde tiepide di un bagno notturno, acqua matriciale, e nel fiato marcio del porto, che mi rincuora e mi sicura nel simbolo sensibile della fine comune, dolcemente naturale, delle cose e degli uomini, dei sentimenti, delle invenzioni. Barcellona è le sedie di alluminio fuori dai bar della Rambla del Raval, la variopinta odorosa umanità del quartiere di Sant Pau, le sue donne che attendono, i ragazzi e le ragazze sulla porta di uno squat, teneri e duri, che si passano la canna mattinale, i piccioni che cercano refrigerio in una pozzanghera fangosa del'Hospital de la Santa Creu, i 3 ragazzi pasoliniani, ingenui e sfacciati, che discutono di amore e ragazze tra le birre, Barcellona è anche le alici fritte di Josepa, l'omosessuale che incrociandomi sulle ramblas mi fa la corte con occhio languido, è perdersi negli infiniti dettagli di un'opera di Gaudì o del Palau de la Musica... Barcellona esiste ancora.