Visualizzazione post con etichetta rom. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta rom. Mostra tutti i post

8.2.10

Memoria selettiva


Trieste, 27 gennaio. Giorno della Memoria.
La bora soffia sulla Risiera di San Sabba, le orbite vuote delle finestre sono spalancate in un urlo muto, assordante. Ogni pietra qui grida il suo monito, la sua memoria. Che oggi, però, sebra doversi far spazio a morsi in mezzo a un altro tipo di memoria che riempie il piazzale: la memoria d'ufficio, quella delle frasi di circostanza, quella che si rispolvera una volta all'anno; che a Trieste, e ancora di più qui in Risiera, stride dolorosamente. Insopportabilmente. Forse perché qui ogni sangue è stato versato, o forse perché qui la memoria affonda le unghie in ferite ancora aperte. Forse qui più che altrove la memoria è allenata a mantenere uno sguardo d'insieme, a non procedere a scompartimenti stagni, a venirsene dal passato a importunare il presente: memoria che, come nell'insegnamento biblico, non è mero ricordo degli orrori del passato, ma monito contro il rischio di comportarci oggi come i persecutori di un tempo, urgente appello alla coerenza nelle azioni del presente.
COERENZA. Il presidente del Senato, stella gialla al petto, educa la folla sul fatto che la verità sull'Olocausto vada affermata, ricordata e compresa "fino in fondo". E che "ogni ipocrisia vada smascherata". Smascherare ogni ipocrisia. Detto, fatto. Per combattere ogni ipocrisia, non vengono ricordati affatto i circa 5.000 Testimoni di Geova vittime di allora, e nemmeno la loro Intesa con lo Stato che oggi ammuffisce in attesa di approvazione da parte del Governo.
Memoria selettiva. Per evitare ogni ipocrisia, non vengono ricordate affatto le 15.000 vittime omosessuali di allora, e nemmeno come oggi si assista a un'ondata mai vista di violenza omofoba, con il silenzio-assenso del ministro delle Pari Opportunità ("L'omosessualità non è più un problema". Per gli altri, sicuramente).
Memoria selettiva. Per evitare ogni ipocrisia, non vengono ricordati i più di 220.000 Rom vittime di allora. E nemmeno la legge, che il presidente del Senato ha visto passare sotto i suoi occhi, che impone la schedatura dei bambini Rom: la prima legge basata sulla razza dalle "leggi razziali" del 1938; leggi che furono, "sbadataggine" dell'oratore, annunciate proprio a Trieste. Memoria selettiva.
"OGGI siamo tutti ebrei", è il finale a effetto del discorso. Forse, invece di affermare a parole di essere tutti ebrei per un giorno, dovremmo far uso della memoria per essere più coerenti e meno ipocriti nelle azioni di ogni giorno. Le parole che spendiamo oggi non costituiscono prova di per sé dell'aver imparato la lezione della Storia: diventano più spesso atto d'accusa a nostro carico quando smascherano la nostra stessa incoerenza. (...)

Michel Charbonnier

.

6.3.09

Razza Umana

 
Schedatura etnica a Verona.
Da veronainforme 
Verso la pulizia etnica a Forte Azzano?
operazione all'alba della Polizia.


Su presunta disposizione  del Ministero Interni (non mostrata) tutti gli abitanti di Strada la Rizza 65, Forte Azzano sono svegliati da un numero consistenti di agenti e sono  stati fotosegnalati direttamente davanti alle loro abitazioni.
Chi si è opposto è stato accompagnato in Questura e fotosegnalato lì.
Si è trattata di una vera e propria schedatura etnica. Gli abitanti tutti cittadini italiani e regolarmente residenti a Verona in Strada la Rizza sono stati "identificati come rom" e il loro posto come campo nomadi.
Tanto è bastato per non escludere nemmeno i minori da tale operazione di fotosegnalamento.
Anche don Francesco Cipriani e Elisabetta Adami che da sempre abitano lì sono stati accompagnati in Questura e fotosegnalati.

Evidentemente è reato perfino abitare in quel posto.

Siamo indignati per queste fotosegnalazioni su base etnica.
Dal quotidiano L'Arena.

6/3/09 Verona. Sono arrivati all'alba. Almeno sei automobili della polizia, tra i dieci e i venti poliziotti, armati di telecamere e macchine fotografiche, che hanno iniziato a individuare e identificare tutti i presenti nel campo nomadi di strada La Rizza 65, di Forte Azzano.
«Una normale attività di monitoraggio e di controllo», la definisce il capo della Squadra mobile della questura, Marco Odorisio.
«Una schedatura di massa mai vista prima», controbatte don Francesco Cipriani, il sacerdote che per conto della diocesi assiste spiritualmente nomadi, cura la pastorale tra i Rom e i Sinti e da 39 anni vive in mezzo a loro, con una piccola comunità di cui fa parte anche una delle maggiori teologhe italiane, Cristina Simonelli, che ieri mattina era partita poco prima dell'arrivo degli agenti. «Hanno fotografato tutti, compresi tre minorenni, di fronte e di profilo, con un cartello in mano coi dati anagrafici».
«Le fotografie sono state fatte solo a chi ha rifiutato di fornire documenti», sostiene invece Odorisio, «ai sedicenti». Ossia, a chi ha fornito solo a voce le proprie generalità».
«Niente affatto», replica don Cipriani, «molti sono stati fotografati con le carte di identità in mano».
Al di là delle versioni contrapposte, che non sia comunque una operazione «normale» lo conferma indirettamente proprio il comunicato della questura, che parla di «oltre 150 uomini della polizia, appartenenti a tutte le questure del Veneto, alla polizia scientifica, ai reparti prevenzione crimine Veneto, Liguria, Piemonte e Lombardia» e di «un controllo in 15 campi di nomadi giostrai nelle province di Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Treviso». Un'operazione pianificata dalla Squadra mobile di Venezia e coordinata dal Servizio centrale operativo della polizia, ossia da Roma, che, recita il comunicato, «ha consentito di censire centinaia di giostrai, molti dei quali ritenuti dediti alla commissione dei cosiddetti reati predatori».
Una mobilitazione massiccia che ha partorito un topolino dal punto di vista della sicurezza, se è vero che c'è stato un solo arresto, quello di una quarantacinquenne trovata a Cerea, P. C., che deve scontare una pena di «mesi cinque e giorni ventotto di reclusione».
Colpisce, invece, nella comunicazione ufficiale la presenza del termine «censire», che era evidentemente il vero scopo dell'operazione, e la contemporanea assenza dei termini «rom» e «sinti», minoranze etniche alle quale appartenevano tutti i cittadini italiani «censiti», quasi a voler preventivamente nascondere un qualsiasi obiettivo di tipo razziale.(...)

(Giancarlo Beltrame)
 Gli italiani che pensano devono ribellarsi a questi fantasmi che tornano: le discriminazioni razziali sono l'immondizia della storia.
Devono ribellarsi gli Ebrei, che le hanno subite, devono ribellarsi le donne, che sono state e tornano ad essere vittime, cose e non persone. Devono ribellarsi coloro che si definiscono Cristiani. Devono ribellarsi le persone che non vogliono sentirsi responsabili di nuovi lager, di nuovi stermini etnici, di nuovi Olocausti.
Non sto esagerando. Si parla di "cromosomi romeni" e purtroppo non è una battuta. Si cerca di insinuare che esistano delle differenze tra le razze dimostrabili scientificamente.
E' un fatto gravissimo. Non c'è da scherzare.

.::.

22.10.08

Propaganda di idee razziste


Sindaco di Verona condannato a 2 mesi per razzismo


Con l'accusa di propaganda di idee razziste, la corte d'appello di Venezia ha condannato a due mesi di reclusione, pena sospesa, il sindaco di Verona Flavio Tosi per violazione della Legge Mancino.

Tosi e' stato riconosciuto colpevole insieme ad altri cinque esponenti leghisti, per aver dato vita nell'estate 2001 ad una raccolta di firme per sgombrare un campo nomadi abusivo nel capoluogo scaligero. Tosi, all'epoca dei fatti consigliere regionale, era stato querelato da sette nomadi sinti e dall'Opera Nazionale Nomadi, assieme a Matteo Bragantini, Barbara Tosi (sorella di Flavio), Luca Coletto, Enrico Corsi e Maurizio Filippi.

Gia' in primo grado, nel dicembre 2004 i sei erano stati condannati per discriminazione razziale a sei mesi. Il 30 gennaio del 2007 la Corte d'Appello di Venezia aveva ridotto le pene a due mesi, assolvendoli dall'accusa di odio razziale.

Verdetto poi parzialmente annullato dalla Cassazione - con il mantenimento pero' dell'assoluzione per l'ipotesi di odio razziale - e rinviato a nuovo esame, sempre a Venezia.
A carico degli esponenti leghisti anche un risarcimento danni di 2500 euro per ognuno dei sinti costituitisi parte civile e di cinquemila euro a favore dell'Opera nazionale nomade.

Fonte: RaiNews24
Concettualmente, vorrei capire in che modo un sindaco che propaganda idee razziste non inciti di fatto all'odio razziale.

16.9.08

Chi controlla i controllori?

Il 18 a Roma una delegazione-truffa per dare il via libera europeo a nuove persecuzioni
www.everyonegroup.com

ROMA, 16 SETTEMBRE 2008 - COMUNICATO STAMPA

Il Parlamento europeo invia in Italia una delegazione per verificare la condizione del popolo Rom. Gruppo EveryOne: "E' una truffa, perché 13 delegati su 20 sono italiani e sono presenti eurodeputati di estrema destra, come Fiore e Romagnoli. Più che un'ispezione, sarà un sostegno alle politiche intolleranti".

Come già ufficializzato da qualche giorno, il Comitato per le Libertà Civili (LIBE) del Parlamento europeo ha deciso di inviare una delegazione a Roma, dal 18 al 20 settembre, per verificare la condizione dei Rom in Italia. (...) "Questa delegazione è una presa in giro e non rappresenta di certo l'Unione europea," commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, "perché è composta per la maggior parte da eurodeputati italiani. Su 20 membri che visiteranno i campi Rom e incontreranno il ministro dell'Interno, membri del parlamento italiano e leader di Ong, fra le quali noi del Gruppo EveryOne, ben 13 sono italiani. Ma non è tutto, perché fanno parte dellla delegazione che ha il compito di giudicare il grado di razzismo nei confronti dei Rom politici di estrema destra, come il capo di Forza Nuova Roberto Fiore e Luca Romagnoli, l'uomo che ha chiesto a gran voce l'esame del DNA per i bambini Rom e che ha formulato la proposta di deportare tutti i 'nomadi' - ladri e rapinatori, secondo lui - fuori dall'Italia". Il Gruppo EveryOne ha inviato un messaggio di protesta nei confronti del Comitato per le Libertà Civili del Parlamento europeo. "E' una protesta formale che inviamo alle Istituzioni europee, manifestando la più grande preoccupazione verso una scelta che non può essere condivisa da nessun uomo che si batte per i diritti delle minoranze. Oltre a Fiore e Romagnoli, il Parlamento europeo affida l'indagine sull'antziganismo in Italia a Mario Borghezio, nemico giurato del popolo Rom e propugnatore del testo razzista intitolato "Preghiera dello Zingaro". Quindi, Roberta Angelili di Alleanza Nazionale, paladina di una crociata contro i genitori Rom, 'sfruttatori di bambini', a suo dire. Si prosegue con Elisabetta Gardini, la cui avversione per i Rom è tanto forte da averla indotta a una posizione di critica violenta contro Famiglia Cristiana, definita 'cattocomunista' dopo i suoi editoriali che invitavano gli italiani a riscoprire la tolleranza. E ancora, con Stefano Zappalà, convinto sostenitore del rilievo delle impronte digitali dei bambini Rom. La delegazione che visiterà il 'Casilino 900' e il campo 'Salone' di Roma non sarà certo obiettiva, ma, al contrario, rappresenta pienamente la destra italiana della 'tolleranza zero' e non basta le presenza di uomini che si battono per i Diritti Umani, come Viktoria Mohacsi o Claudio Fava, per ritenerla un organo rappresentativo dell'Unione europea.(...)

Update
18/9/08
La rappresentanza del gruppo EveryOne è stata esclusa dalla delegazione.

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
www.everyonegroup.com/it :: info@everyonegroup.com


Update
22/9/08
Curiosi di sapere come è finita? Non indovinate? E' la buona occasione per una visita ad un sito nello e meritevole: Anne's Door

15.9.08

A Verona come a Genova

Una lettera di Fiorenzo Fasoli (di Rifondazione Comunista), che ha visitato in carcere i Rom arrestati a Bussolengo (VR) di cui avevo parlato qui.


Verona, 12 settembre 2008

Oggi pomeriggio ho accompagnato il consigliere regionale di RC Pietrangelo Pettenò nella visita al carcere di Montorio. La visita era motivata dal fatto di andare a verificare le condizioni delle tre persone arrestate, due uomini ed una donna, dopo i fatti accaduti qualche giorno fa a Bussolengo.
La notizia è stata riportata sulla prima pagina di Liberazione e ne avevano parlato anche i giornali locali, ma sentire le testimonianze dirette, vi assicuro, è stato di un impatto incredibile.
Ecco la loro versione dei fatti.
Una famiglia di Sinti, in trasferimento da Brescia e diretta a Trieste, si ferma in una piazzola di Bussolengo. Questa viene raggiunta da un’altra famiglia, proveniente da Affi, ed intenzionata a cogliere l’occasione per incontrare un figlio.
Visto che ormai era mezzogiorno, dopo aver fatto la spesa, il piccolo gruppo si accinge a consumare un piccolo pasto a base di panini imbottiti.
Subito arrivano i vigili che intimano loro di andarsene.
Poco dopo giungono i carabinieri della stazione di Bussolengo che, senza attendere molto, passano dalle parole ai fatti.
E così comincia l’odissea.
Senza tanti preamboli al piccolo gruppo viene intimato di lasciare subito libera l’area e, senza attendere la risposta dei malcapitati, questi vengono investiti da insulti, offese, schiaffi fino a venire portati in caserma.
Qui inizia un vero e proprio pestaggio, con calci, pugni e sputi a cui vengono sottoposti non solo gli adulti, ma anche i loro figli minori. Ad un ragazzo di 12 anni vengono rotti due denti.
Il maresciallo ricorda che, se potesse, farebbe anche lui come Hitler.
La cosa va avanti per un bel po’, poi il gruppo viene portato a Peschiera per le impronte digitali e le fotografie di rito. Un bambino, oltre alle dita, è costretto a passare sul tampone delle impronte anche la faccia, mentre l’aggressione si ripete prima durante e dopo il trasferimento a Peschiera. Alla fine, due adulti e la moglie di uno di questi, sono rinchiusi nelle celle di sicurezza di Bussolengo.
Ed il pestaggio continua.
Verso sera, il marito della signora, si sente male e chiede di essere ricoverato all’ospedale.
Nel trasferimento viene minacciato di non proferire parola con alcuno perché altrimenti non avrebbe più rivisto i suoi figli.
Al mattino, i tre vengono portati in tribunale per la convalida del fermo e devono viaggiare con le manette ai polsi, in ginocchio sul pavimento del cellulare e con la faccia rivolta a terra. Prima di salire le scale per l’udienza devono passare davanti ai carabinieri autori delle loro aggressioni che non perdono l’occasione di minacciarli ancora una volta affinché non si lascino sfuggire parola su quanto accaduto.
Alla fine il giudice convalida il fermo.
Il processo si terrà martedì prossimo ed intanto i tre sono rinchiusi a Montorio.
La visita ha permesso di constatare che i segni delle percosse sono ancora molto evidenti sui loro corpi. Le compagne di cella della signora hanno garantito di non aver mai visto una persona ridotta in quelle condizioni.
I tre sono ancora molto scossi per l’accaduto ed il marito della signora oltre ad aver mostrato i segni delle botte prese sia sulla schiena che sulle gambe, ha affermato di essere riuscito ad alzarsi dalla branda solo oggi.
I due uomini sono in una cella con altre due persone. La donna divide la cella con altre due donne.
Ricordo che le celle sarebbero per una, massimo due persone, ma in occasioni come queste anche i disagi dovuti al sovraffollamento diventano secondari.
Tutti sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale e, la donna, anche di tentato furto dell’arma di un carabiniere.
Ho visto tre persone molto miti e non riuscirei ad immaginarmele nè aggressive, né pericolose.
E’ chiaro che, in condizioni del genere, ogni accusa può essere facilmente utilizzata.
Quindi anche Verona ha la sua Genova, la sua caserma Diaz o il suo Bolzaneto.
I racconti sentiti, che per altro combaciano perfettamente sia nella versione degli uomini che in quella della donna, mi hanno riportato al Cile o all’Argentina dei militari.
Non possiamo stare in silenzio.
Dobbiamo reagire.
Sono d’accordo con chi propone di ritrovarci lunedì sera verso le 18 in piazza Erbe per un sit in.
Credo anche che occorra domandare un incontro al Prefetto per richiedere chiarezza sul comportamento dei militari di Bussolengo.
Penso sia necessario garantire una presenza significativa, martedì al processo.

10.9.08

Chi ci difende?

I carabinieri torturano una famiglia rom (minorenni compresi) a Bussolengo [Vr]

Si erano fermati fuori del paese, vicino Verona, solo per mangiare. Sono stati picchiati, sequestrati e torturati dai carabinieri per ore. La loro testimonianza dal sito di Carta e su Sucar Drom.

Ogni volta a chiedermi la stessa cosa: chi è sbagliato? Chi, come me, vede un possibile se stesso in ogni uomo malmenato ed in ogni donna abusata, il proprio figlio in ogni bambino violato. Oppure gli altri, quelli che queste atrocità le infliggono, e quelli (non meno colpevoli) che incitano all'odio, che vi assistono, o che semplicemente se ne fregano.

[...]
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte

per quanto voi vi crediate assolti

siete per sempre coinvolti,

per quanto voi vi crediate assolti

siete per sempre coinvolti.

- F. De Andrè -



14.8.08

Il razzista non va mai in vacanza

(Milano, 10 agosto 2008) Ronde di razzisti, in questi giorni d'agosto mentre l'Italia – spesso anche quella dei Diritti Umani – è in vacanza, percorrono i quartieri di Milano, alla ricerca di insediamenti Rom. Gli episodi di intolleranza si susseguono, contro bambini, donne incinte, vecchi e malati, indistintamente. (...)
Ieri [9 agosto] una piccola comunità di famiglie Rom romene, circa quaranta persone, fra cui numerosi bambini e alcuni uomini e donne sofferenti di gravi patologie oncologiche e cardiache, è stata sgomberata dal sito in via Console Marcello, dove qualche mese fa aveva costruito una decina baracche con materiali di fortuna, per dare un riparo a malati, minori, donne e uomini in gravi condizioni di salute e povertà. “Lo sgombero si è svolto secondo il solito rituale, tutto italiano, della brutalità e della violazione di ogni diritto umano e civile” commentano gli esponenti di EveryOne.
Riecheggiano ancora, nelle nostre orecchie, le parole pronunciate qualche mese fa da un poliziotto milanese: 'Non ce la faccio più. Cambio lavoro. Ho scelto questa vita per proteggere i deboli e gli innocenti, non per far loro del male. Quando vado a dormire, la notte, non riesco a dimenticare gli occhi di quei bambini, di quelle donne e di quegli uomini disperati, la cui unica colpa è di essere scuri di pelle e poveri'. Abbiamo perso le tracce dei quaranta Rom sgomberati da via Console Marcello e lanciamo un appello a chi si imbatta in loro: dobbiamo aiutarli. Fra di loro vi sono malati in condizioni tragiche, bambini denutriti e situazioni di indigenza cui bisogna porre rimedio con la massima urgenza, pena la perdita di vite umane; se vi imbattete in loro, chiedete ai capifamiglia di
mettersi subito in contatto con il Gruppo EveryOne al numero di telefono 334 8429527”. Intanto, sempre ieri e sempre a Milano, in via Marco Bruto, l'ennesimo rogo di questa estate ha colpito un insediamento Rom, distruggendo baracche e una roulotte.

Gruppo EveryOne

29.7.08

La realtà supera la fantasia!

Bossi in partenza per la Romania per le riprese del kolossal sulla battaglia di Legnano
Saranno dei rom a interpretare i milanesi che combatterono lo straniero
La faraonica fiction diretta da Renzo Martinelli, protagonista Raz Degan
Trenta milioni di euro per la produzione Rai, per le comparse 400 euro alla settimana.


Non vi sto prendendo in giro! Trovate la notizia completa su Repubblica.it

23.7.08

In risposta ad un amico

Una risposta ad un amico che mi scrive:
"il leghista non esiste, esistono i leghisti e tra di loro delle brave persone, te lo garantisco; il vero pericolo non sono loro e i loro proclami idioti che svaniscono come neve al sole, il pericolo sono Fini e Berlusconi ed il loro Fascismo dal volto umano"

Questa posizione condivisa da molti mi scandalizza.
Vuol dire non aver provato a mettersi nelle scarpe di uno straniero.
Per esempio: la legge Bossi-Fini; i CPT.
Qualunque forma assuma l'azione del governo italiano nei riguardi dei cittadini, è sempre ispirata dal razzismo.
Leggi qui sotto, non è azione questa? E' un altro "proclama idiota"?

Roma, 21 luglio 2008
Maroni: cittadinanza ai bambini rom nati in Italia e abbandonati dai genitori
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, proporrà nei prossimi giorni al Governo di dare la cittadinanza italiana ai bambini rom nati in Italia e abbandonati dai genitori. (...)
(continua su RaiNews24)

Perché dei bambini abbandonati o orfani dovrebbero ricevere la cittadinanza italiana solamente se rom, e non se cinesi, ghanesi, peruviani, ucraini o altro? E potremmo ancora parlare del censimento dei nomadi avviato dal ministro Maroni, nel quale vi è obbligatorietà di scrivere qual è la propria etnia e religione.

Ma anche se ci si fosse limitati ai proclami, i fatti seguono, eccome! Il bombardamento mediatico produce frutti anche troppo rapidamente. Vogliamo dimenticare gli incendi e le violenze nei campi nomadi? Il ragazzo ucciso a Verona?
Proprio in questa Verona "modello del Nord", retta da un sindaco leghista "dal pugno di ferro" uso ad esternare liberamente il suo razzismo contro rom, stranieri, meridionali ed oppositori politici, i frutti sono quotidiani.

9 luglio 2008
Scritte naziste al cimitero ebraico
Nella notte tra lunedì e martedì una decina di grandi scritte murali sono comparse sulle mura esterne del cimitero ebraico di via Badile.
“Comunisti al forno, negri e rom di contorno”, “ebrei luamari si peso de quei della chimica(*)”, svastiche, alcune storte, una ad imbrattare la stella di David sul pavimento all’ingresso, errori grammaticali, una pesante minaccia di morte dedicata ad un politico cittadino non nuovo a queste attenzioni. Una mano incerta, probabilmente non di militanti ma di vaghi simpatizzanti di una destra plurale, stando a scritte apparentemente della stessa matrice che sempre in quartiere inneggiano alla “padania” e se la prendono in particolare contro i rom.
Niente di nuovo sotto il sol veronese, si dirà.
(continua su Verona Informe)
(*) La Chimica è il centro sociale occupato sgomberato dal neo-sindaco appena eletto.

Infine, le "brave persone". E' un concetto vago. Per me, una brava persona è uno che a me, suo vicino, compagno di lavoro, concittadino, mi accetta come suo uguale. Mi dà le sue stesse possibilità, applica a me la sua stessa giustizia, mi dà un mano se cado, magari mi fà un sorriso se gli sorrido, ha rispetto per le mie idee, i miei antenati, la mia vita personale. Il minimo della vita sociale.
E' tanto duro? tanto difficile? tanto pericoloso?

30.6.08

Uomini e no

In questo periodo sono molto occupato, non ho abbastanza tempo per aggiornare il blog e neppure per tenermi al corrente delle cose che succedono nel mondo in cui vivo.
In realtà, quando mi astraggo così dagli avvenimenti, c'è sempre anche un motivo più profondo. Un momento d'inerzia, di fronte a fatti che mi preoccupano particolarmente, o che mi toccano in corde più sensibili. Forse un poco di depressione, la fantasia di gettare la spugna, come fanno tutti coloro che ad un certo punto, più o meno consapevolmente, smettono "beatamente" di pensare.

Poi, torna lo sdegno.

Sono scandalizzato dalla proposta impresentabile del ministro Maroni di prendere le impronte digitali ai bambini rom. La solita spiegazione: "Lo facciamo per loro". Lo dicevano anche i nazisti, quando imponevano i contrassegni sugli abiti degli ebrei.
Il peggio è che tutti, intellettuali e gente comune sembra non reagire, o reagire applaudendo. Basta vedere gli articoli dei giornali, ascoltare le trasmissioni radio, leggere i commenti nei blog (esempio, altro: 44 pagine). Invece, proprio in questo momento, in cui gli italiani sembrano scivolare in massa in questo incubo di aberrazioni razziste, occorre che ognuno si faccia carico della propria intelligenza, del senso critico, del senso di giustizia, di eguaglianza, o dei valori della Costituzione, se preferisce, oppure di quelli del Vangelo, se ci crede.
Non c'è nulla, nulla che seriamente giustifichi il fatto che si debba trattare diversamente un uomo non sulla base del suo operato, ma sulla base della sua origine etnica, o religiosa, o economica. Non esiste discussione su questo fatto che non sia pretestuosa.

Poi, a valle di questo, nella convivenza sociale, oltre al senso dell'uguaglianza e della giustizia ci vuole anche almeno un po' d'amore.
A causa di questa sordida e violenta campagna contro i fratelli rom e sinti, ho preso la mia posizione e ne ho approfittato per imparare qualche cosa:
cos'è il porajmos
rom, sinti e camminanti: condizioni di vita, cultura, legislazione
Associazione EveryOne: un osservatorio sulla condizione dei rom in continuo aggiornamento

26.5.08

Il razzismo è un fatto di massa

estratto da: http://www.ildialogo.org/editoriali/editoriale15052008.htm

15/5/2008 (...) Il razzismo è diventato un fatto di massa, che coinvolge persone che mai hanno fatto politica attiva e che ora invece sono in prima fila a bruciare i campi rom e a chiedere la loro cacciata dalla propria città e dall’Italia. Ed era facile prevedere che tali fatti sarebbero successi in una città come Napoli, dove più acute ed insopportabili sono le situazioni di degrado non solo ambientale e dove è più facile trovare chi, per pochi soldi, è disponibile a buttare bottiglie molotov su povere baracche di rom, incuranti se tale atto possa o meno provocare una strage.

Sì, perché anche questo crediamo sia certo. Gli assalti ai campi rom, visto quello che abbiamo potuto leggere sui quotidiani, sono stati premeditati e scientificamente organizzati. Ed il motivo è semplice e lo abbiamo più volte ripetuto: non è da tutti realizzare bombe molotov, non è da tutti saperle utilizzare, non è da tutti saper usare armi od esplosivi. Non può farlo la casalinga o il pensionato. Per queste cose ci vuole addestramento militare per acquisire quelle capacità tecniche che consentano di portare a termine le operazioni prefisse senza rimetterci la propria vita. E l’addestramento militare si acquisisce o nelle strutture militari dello Stato a questo preposte, o nelle strutture della delinquenza organizzata, che ha proprie strutture militari, mezzi e uomini che non hanno nulla da invidiare a quelle statali. Ma ci sono anche organizzazioni politiche dell’area neonazista che hanno identiche capacità tecniche ed organizzative, messe in mostra nei mesi scorsi in occasione dell’omicidio di un tifoso laziale. Organizzazioni neonaziste sempre pronte a scendere in campo contro i migranti.

In politica noi non crediamo alle coincidenze. Sappiamo che esistono organizzazioni che studiano attentamente quello che accade e programmano iniziative di vario tipo, anche delinquenziali. Non crediamo sia un caso che i fatti di Napoli accadano quando il nuovo governo delle destre assume con il voto di fiducia i pieni poteri e quando si preannunciano provvedimenti legislativi ed azioni dure nei confronti dei migranti in genere e dei rom in particolare. Così come non è un caso che il prossimo Consiglio dei Ministri si tenga proprio a Napoli. Ciò che è successo in questi giorni ci dice con chiarezza quale tipo di idea politica si vuole promuovere a Napoli e in Campania e quale soluzione si prospetta per la “questione rifiuti”. E ci viene anche il sospetto, vista la rapidità delle azioni che si sono susseguite, che la vicenda del tentativo di rapimento del bambino di pochi mesi che ha dato il via al pogrom a Ponticelli, ex zona rossa di Napoli, sia stato anch’esso organizzato. Saremmo curiosi di conoscere la versione della vicenda fornita dalla ragazza accusata del rapimento. Ma questo forse non lo sapremo mai.

E’ grave che il Governo o il ministro dell’Interno non abbiano fatto alcuna dichiarazione contro la distruzione dei campi rom a Napoli preoccupandosi invece di nominare commissari speciali “all’emergenza rom”, avallando in sostanza ciò che gruppi terroristici, perché di questo si tratta, hanno fatto a Napoli. E’ la fine dello Stato. Da ora in poi ognuno potrà farsi giustizia da sé sapendo di trovare l’avallo politico di una destra che ha fatto della questione “sicurezza” il suo cavallo di battaglia. Se passa tale linea i reati che sono responsabilità personale di chi li commette potranno diventare un fatto collettivo, addebitabile alla comunità di appartenenza di chi delinque. Dovremmo così aspettarci che tutti i napoletani siano considerati camorristi, tutti i siciliani mafiosi, tutti i calabresi 'ndranghetisti, e via barbarizzando. Che nessuno dimentichi che quando si imbocca la strada del razzismo nessuno è più sicuro e tutti prima o poi possono finire nel mirino di chi si sente superiore agli altri. A quando l’instaurazione del coprifuoco o l’obbligatorietà della iscrizione al partito del capo del Governo? (...)
Giovanni Sarubbi (ildialogo.org)

L'articolo completo è qui: http://www.ildialogo.org/editoriali/editoriale15052008.htm