Cari colleghi, vi servo l'articolo di Curzio Maltese su Repubblica di oggi 23 dicembre '08, a proposito della nomina di Bruno Vespa nel CdA dell'Opera di Roma. Come spesso il buon Maltese, è abbastanza spassoso da divertire forse perfino coloro a cui non importa una benemerita mazza dell'argomento.
GENIALE. L'aggettivo è un po` abusato ma così, su due piedi, non se ne trovano altri per definire la scelta del ministro Bondi di sostituire il premio Oscar Ennio Morricone, dimissionario dal consiglio d`amministrazione dell`Opera di Roma, con Bruno Vespa. Nientemeno. Al confronto sfigura anche la trovata, che pure sembrava insuperabile, di nominare Sandro Bondi ministro della Cultura.
E sarà forse questo da oggi l'unico cruccio dell'estatico portavoce del Cavaliere: non avrà superato di troppo il demiurgo? Nel paese con la più straordinaria tradizione musicale del pianeta, non era semplice sostituire il grandissimo Morricone nel Cda del teatro lirico della capitale. Troppi candidati. Con un difetto capitale, però: tutti musicisti.
Pertanto sconosciuti al ministro. Ed è qui che si manifesta il genio. Perché non nominare il vecchio Bruno, compagno di merende televisive? Il mezzobusto di regime, come già lo chiamava quarant'anni fa Sergio Saviane, proiettato all'amministrazione della lirica romana. Tanto, in Italia, chi vuoi che meni scandalo. Giusto i quattro barbogi intellettuali di sinistra, invisi al popolo.
Ma qui il ministro si sbaglia. Almeno noi, plaudiamo al coraggio di Bondi. Cene voleva davvero tanto.
E speriamo che l`innovazione non si fermi qui. Perché a questo punto è chiaro che Bruno Vespa, ricevuta la nomina politica di una parte, non può rimanere alla conduzione del principale salotto politico della tv pubblica. Si accetterebbe forse che Santoro o Floris o Fazio diventassero assessori di una regione rossa, continuando a lavorare per la Rai? L`opposizione, se esiste, dovrebbe porre subito la questione della sostituzione di Vespa. Per evitare altri incidenti come quelli della commissione di vigilanza Rai e per il principio della reciprocità, si suggerisce una rosa di candidati. Seguendo la geniale logica dello scambio delle parti. Vespa alla lirica e dunque Maurizio Pollini, Claudio Abbado, Riccardo Muti o Fabio Vacchi a condurre Porta a Porta. Senza contare il naturale erede di Morricone, ergo di Vespa, ovvero Nicola Piovani.
Uno scambio alla pari. Pensate che televisione di qualità si potrebbe fare.
Potremmo perfino pensare di starcene la sera a casa, in poltrona, mentre gli amici escono per andare all'Opera ad ascoltare un Verdi ambientato a Cogne, diretto da Pupo, con scenografie di Flavio Briatore.