4.8.09

Cancrena!

Lo scorso 21 luglio, a Rovereto, ricca e colta cittadina in provincia di Trento, Stefano Frapporti, di 48 anni, viene fermato da due carabinieri in borghese perché era passato col rosso in bicicletta. I militi cominciano subito a strattonarlo e a picchiano davanti ad amici e conoscenti; lo trascinano in caserma e poi perquisiscono casa sua, dove trovano un etto di hashish. Lo arrestano immediatamente, senza permettergli – né in caserma né in carcere – di avvisare l’avvocato oppure qualche parente. La mattina dopo lo trovano impiccato in cella, al collo il cordino della tuta (che per regolamento non potrebbe avere con sé). Tutto in una notte.

Ancora un suicidio con cordini o lacci. Come per Niki Aprile Gatti

Qui si può leggere la toccante lettera che il padre di Stefano ha scritto al quotidiano l'Adige lo scorso I° agosto.

Resta il dolore, resta l'amarezza.
E poi, la rabbia.

Morti invano?
Ricordiamoci di Niki, Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, e ancora tante tante altre vittime anonime della ferocia di una sistema ingiusto, un sistema che ci vuole proni, annullati nella nostra personalità, passivi spettatori dei porci comodi di una classe politica corrotta e collusa con la criminalità organizzata. Anzi, ormai penetrata dalle mafie, al punto che non si può distinguere chiaramente tra politici e mafiosi, tra amministrazione della cosa pubblica e interessi mafiosi. Per esempio, chiedete pure a qualsiasi abitante di Casal di Principe chi sia Nicola Cosentino, stretto collaboratore in grande ascesa del premier Berlusconi...

Quali sono i valori fondamentali di questa società, quale modello offre alle le persone più giovani, a bambini e bambine?
Qual è questo alto modello etico, la cui trasgressione è costata la vita ad Aldo, Stefano, Federico?
La truffa, l'inciucio, la  sopraffazione, l'ingiustizia, la mancanza di umanità, la mancanza di rispetto, la violenza: ecco quello che questa società addita come ideale, ecco quello che questa classe oligarchica ci insegna, quello che tanti elettori ammirano nello stile spregiudicato e immorale del principe dei ladri che ci governa.
E allora, è questo, ORA, il momento di ribellarsi.
Fare quello che gli italiani avrebbero dovuto fare all'epoca del regime fascista: non ritirarsi in Aventini privati, non accettare passivamente l’alleanza con Hitler, le leggi razziali, lo sterminio di ebrei, rom, oppositori politici, omosessuali, la guerra… Insorgere, ribellarsi. In nome della propria coscienza.
Dobbiamo ribellarci ORA. DISOBBEDIRE ALLE LEGGI, aiutare gli stranieri, insegnare la libertà ai ragazzi e alle ragazze, spegnere la televisione, boicottare i prodotti commerciali, rifondare la nostra quotidianità in forma etica, intervenire, alzare la voce, opporci, opporci col nostro corpo a tutto quello che la nostra coscienza non può e non deve accettare.
Chi non scende in campo è responsabile per ogni Stefano Frapporti, per ogni neonato che verrà strappato alla madre “clandestina”, come vuole la nuova legge sulla sicurezza, per ogni straniero a cui non verrà rinnovato il permesso di soggiorno perché “non si è integrato”, ad ogni ragazza o ragazzo che sarà costretta/o a prostituirsi o rubare o spacciare perché senza permesso non potrà fare un lavoro “normale”…
"Per quanto voi vi sentiate assolti, siete per sempre coinvolti"

Update 5/8/09: segnalo un bel testo sul carcere dal blog della mamma di Niki.