Il motivo è che è poco a poco venuta a cadere una delle ragioni che mi spingeva a scrivere qui.
“La libertà è partecipazione”
Per me scrivere qui non è mai stato né un piacere, né un esercizio, né un bisogno, né un dovere, né qualsiasi altra cosa per me stesso.
Per me, era parte del mio agire. Della mia testimonianza. Della mia rivoluzione personale.
“Vorrei essere libero come un uomo (…)
che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà” (Giorgio Gaber)
che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà” (Giorgio Gaber)
Non credo nella democrazia rappresentativa, non credo nel sistema della delega. Credo solo nella partecipazione personale alla società, alla produzione e gestione del bene comune. Credo in un agire quotidiano che in ogni momento ed in ogni gesto sia specchio e testimonianza del mio modo di essere, di pensare, di concepire la mia relazione con gli altri esseri viventi, il mondo, i simboli, l'immaginario.
Ogni giorno, il mio agire affetta la società e, come una piccola formica spinge il suo granello di sabbia, immette il suo apporto di inclusione, di solidarietà, di sorriso.
“Rivoluzione
è incontrarsi con sapiente pazienza
assumendo rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini” (Danilo Dolci)
Poco a poco, occuparmi del blog stava traboccando dall'alveo che gli avevo riservato. Leggere altri blog, commentare, scegliere tra vari argomenti, con la presunzione di poter dire qualcosa di interessante un po' su tutto e il dovere, divenuto ossessione, di denunciare ogni violenza, ogni sopruso o ingiustizia, quasi che potessi arginare il male, quasi che il mio intervento fosse scaramanticamente necessario per evitare il peggio, il degrado.... Lo sforzo di mettere la mia personalità vera sempre defilata rispetto al fatto, alla discussione, al pensiero, al grido di dolore della società, perché il blog non diventasse un palcoscenico su cui esibirmi... Tutto ciò non è più partecipazione, ma diventa un fare che vuole esistere per se stesso.
Ecco perché ho deciso di impegnarmi su altri fronti dell'agire quotidiano.
Continuerò a tenere questo spazio - prezioso per l'incontro con altre persone che ho imparato ad apprezzare e stimare - come un luogo di sfogo, di confidenza, di ragionamento.
La rivoluzione, però, sarà preferibilmente altrove. La libertà, risvegliata, s'è levata e viaggia per il mondo.
Un caro abbraccio a tutte e tutti voi.
Cometa ovvero erri