8.4.09

L'Aquila non c'è più

Una volta di più, sono schifato da certe cose che ho sentito nei media nazionali, così preferisco informarmi su Radio Popolare e con il racconto di Pietro Orsatti.

Una straziante testimonianza dal blog di Anna.

Eccomi qui. Gli ultimi post sono stati scritti non di mio pugno. Era la mia amica Chiara che scriveva da Bologna. Questa sono io. La situazione è tragica. Inenarrabile. Io e la mia famiglia abbiamo perso tutto: case, lavoro, vita passata, radici. TUTTO. Ma quello che vorrei urlaste al posto mio è la rabbia di essere stati lasciati soli. Noi Abruzzesi siamo stati mandati a morte scientemente. Erano mesi e mesi di scosse, e nessuno ne ha mai parlato. Nessun giornale, nessun TG. NESSUNO. NESSUNO. NESSUNO. Nessun piano di emergenza era stato approntato. Siamo stati mandati a morte. Avrebbero dovuto farci evacuare. Il terremoto del 700 ha avuto la stessa casistica, gli stessi tempi. Identico. E loro ci rassicuravano. Parlano di 200 morti. Bugia. Al momento sono mille. E non è finita. E gli sfollati sono 60mila. Denuncio quell'imbelle del sindaco Cialente. La presidente della provincia Stefania Pezzopane. Tutte le autorità. L'Aquila non è. Fu. E noi tutti con lei. Si entra in città e non si hanno più punti di riferimento. Mio marito è entrato stamani. E' tornato al campo sfollati. Non connetteva. Non sapeva più neanche il suo nome. Sono lucida. Le cose che vi dico sono verità. A presto. Anna

Verrà il momento della rabbia. Ce ne sarà per tutti.

Intanto, però, siamo vicini alla gente che ha perso tutto, che non rivedrà più le persone amate, che ha davanti a sé l'angoscia di altri giorni ed altre notti di terrore, di minaccia.
A questa gente piegata dalla storia, dai soprusi e dalla natura, tante e tante volte.
A questa gente mai spezzata.
Non lasciamoli soli.
.