Lei ritiene che non potrà mai più esserci un regime liberticida che ricalchi il ventennio fascista; la società attuale non sarebbe disponibile a vendersi la libertà di parola o di associazione, il multipartitismo e tutte le cose a cui è abituata e che considera “normali”, dovute; è certa che non torneranno le squadracce a prenderti solo perché ti sei espresso contro il regime di fronte a testimoni.
Io invece credo che il popolo italiano abbia avuto troppa fretta di autoassolversi per le malefatte della guerra e del fascismo e sarebbe pronto, in totale incoscienza, a rifare gli errori del passato; che l'impero coloniale e l'antisemitismo non sono riproducibili solo perché impresentabili nel quadro della politica internazionale.
Io penso che il razzismo sia tornato, come allora, accanto al nazionalismo (tra i nazionalismi ci metto anche quelli regionali delle varie leghe padane, montane e marine), lei che non sia altro che rivalsa di ex-poveri contro i nuovi poveri.
Ma secondo lei, quello che sta arrivando è un regime in doppiopetto forse peggiore del fascismo, infido, subliminale, che prima inibisce il bisogno di libertà della gente, annulla lo spirito critico attraverso i media, poi, eventualmente, legifera in tal senso, senza clamore né opposizione efficace. Un sistema che elimina la libertà spegnendone il desiderio dentro di noi.
Ecco qui: il Piano di rinascita democratica della Loggia P2.
La manipolazione dell'informazione e dell'opinione della gente vi è espressa chiaramente:
“Occorrerà redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell'altro. L'azione dovrà essere condotta a macchia d'olio, o, meglio, a catena, da non più di 3 o 4 elementi che conoscono l'ambiente. Ai giornalisti acquisti dovrà essere affidato il compito di "simpatizzare" per gli esponenti politici come sopra prescelti (...)
In un secondo tempo occorrerà:
In un secondo tempo occorrerà:
- a) acquisire alcuni settimanali di battaglia; b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia centralizzata; c) coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa locale; d) dissovere la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.”
- Evidentemente, non è poi parso opportuno procedere a quest'ultima fase. Oppure è ancora da venire.
- Nel piano, il quadro politico è dipinto con agghiacciante puntualità: il bipartitismo, il controllo dei media, la coincidenza tra potere economico e politico.
- Si trovano espresse anche alcune istanze che hanno fatto e ancora fanno parte, guarda caso, dell'attuale agenda politica: il ritorno dei capitali dall'estero (lo “scudo fiscale”), la riforma della magistratura (riforma del CSM per porlo sotto il controllo del Parlamento, separazione e riorganizzazione delle carriere), riforma della Corte Costituzionale per limitarne le competenze e penalizzare i giudici che ne fanno parte, nuove leggi elettorali, l'abolizione delle province, la riduzione del numero dei parlamentari.
- Pensiamoci, quando entriamo nella cabina elettorale.
- “Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d'autore. La giustizia, la tv, l'ordine pubblico. Ho scritto tutto trent'anni fa”
- (Licio Gelli, intervistato da Concita de Gregorio per Repubblica, 28/9/2003)