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12.2.09

I giovani

Giuseppe Genna, tratto da "Italia De Profundis":
[all'ospedale Sacco, Quarto Oggiaro, Milano]
    I giovani affluiscono nel luogo nosocomiale, innaturale per l'idea che si sono formati della giovinezza assoluta. I loro percorsi esistenziali dipendono dalla casta di provenienza, i loro sogni sono preformattati da un abuso di condizionamento immaginario. Parlano di gossip e sono qui per l'appalesarsi, nei casi più fortunati, di un fastidio, o, più spesso, di una malattia che potrebbe fare deragliare le indegnità con cui si baloccano, infantili fino oltre i quarant'anni, e che provengono da una nazione intera e messa all'incanto, non incantata: sfondare, andare oltre, cioè guadagnare, per liberarsi, da cosa?, per manifestare una supremazia irreale, l'auto che sfreccia veloce sulle piste aeree sopra Quarto Oggiaro, una cinepresa televisiva che esalti il talento che non hanno. Sono i nati senza talento, riottosi all'esistenza senza talento, alla realtà che riduce noi a sòma e chi ha un sogno reale a un animale in preda alla disperazione.(...)
     Aggregano finzioni di desiderio mutuate dalle riviste, dagli articoli che ormai appaiono  anche sui quotidiani più prestigiosi. (...) Desiderano: la loro unica verità, che esprimono senza posa e che urge loro enunciare publicamente, è desiderare ed emozionarsi. Il desiderio e l'emozione, a cui fanno riferimento le loro vite già stracce, e, come le loro, quelle dei loro coetanei appartenenti alla casta abbiente, sono inganni del tempo: finzioni nell'attesa di arrivare ai tronchi incarboniti dei vecchi in fila, statue di indifferenza per nulla spirituale.
     Questo è il tempo che ha espulso lo spirito dallo spettro di possibilità dell'uomo.

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10.2.09

Lo stupro continua

Eluana Englaro è morta.
La Cometa Rossa è vicina ai familiari che l'hanno conosciuta da viva, allevata, vista crescere, vista vivere ed esistere in quanto persona.
Ai genitori che coraggiosamente hanno scelto, dopo 17 anni, di non lasciarla marcire in un lettino d'ospedale ma di far sì che questo suo stato vegetativo potesse "servire" agli altri, alla società, a tutti coloro che sono stati e saranno in futuro in quello stato, ai loro familiari, a tutta la gente perché possa riflettere sul mistero della vita e della scelta.
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Non credo che al momento di intraprendere questa battaglia si siano resi conto del linciaggio che avrebbero  subito da parte dei media, agli ordini delle gerarchie cattoliche e degli sciacalli della destra parlamentare.

Alla fine, metafora di questa insostenibile tensione, di questa Italia "sull'orlo della crisi di nervi", come ha detto Corradino Mineo, anche il corpo di Eluana, con inaspettata rapidità, ha ceduto.

Ciò che non è finito, ciò che continuerà ancora, è l'osceno banchetto di avvoltoi intorno alle sue carni stanche e rattrappite.

Perciò, condivido con voi questo lungo testo di Giuseppe Genna, perché lo stupro delle donne, reale o simbolico, vive o morte o moribonde, continua...

19.11.08

Italia De Profundis

Io sto con chi non si arrende.

Giuseppe Genna: Italia De Profundis


 
Dall'intervista dell'autore a minimum fax:


E che cos'è (o chi è) invece il "personaggio Italia", questo infinito ventre molle, questo deserto di euforia e disperazione in cui si aggira l'io narrante?

"E' il Paese che non c'è più. E' il Paese più all'avanguardia del mondo occidentale, la sua punta di zircone, poiché si sta sporgendo per primo in una selva di istanze antiumane che preludono a un rovesciamento totale e impensabile dello stato del regno umano sul pianeta. E' la propaggine del Drive In, la nazione che non risolve i propri nodi che riguardano il passato o il presente. E' lo Stivale che ha pestato la cacca e ne ha subìto il contagio. E' la congerie qualunquista, giacobina, teleschermizzata, priva di empatia. E' una non-comunità che andrebbe sottoposta a una terapia: di umanismo, non dello hitlerismo sotto false spoglie che continua ad autopropinarsi senza rendersene conto. E' lo Stato privo di politica perché si è fottuta l'idea stessa della pietà, dell'amore, dell'alterità. E' il carcere geriatrico dove si sono cristallizzate le generazioni, dove i padri non hanno passato la staffetta ai figli e dove i figli non hanno potuto contare su figure generosamente magistrali. Paradossalmente, questo stato di cose induce una generazione (la mia) a uno sviluppo apparentemente tardivo ma violentissimo, che, quanto alla letteratura, opera nella "lingua morta" - la più letteraria e antica di quelle moderne. Il Boomerang lanciato dal Boom dei Sessanta sta tornando indietro. Credo che l'Italia esprima la letteratura più all'avanguardia dei Paesi industrializzati. Il suo contesto incivile implica una resistenza attiva, inventiva, una guerriglia umanistica che sta facendo vedere sintomi esaltanti per me, deprimenti e pericolosi per molti altri".