26.5.08

Il razzismo è un fatto di massa

estratto da: http://www.ildialogo.org/editoriali/editoriale15052008.htm

15/5/2008 (...) Il razzismo è diventato un fatto di massa, che coinvolge persone che mai hanno fatto politica attiva e che ora invece sono in prima fila a bruciare i campi rom e a chiedere la loro cacciata dalla propria città e dall’Italia. Ed era facile prevedere che tali fatti sarebbero successi in una città come Napoli, dove più acute ed insopportabili sono le situazioni di degrado non solo ambientale e dove è più facile trovare chi, per pochi soldi, è disponibile a buttare bottiglie molotov su povere baracche di rom, incuranti se tale atto possa o meno provocare una strage.

Sì, perché anche questo crediamo sia certo. Gli assalti ai campi rom, visto quello che abbiamo potuto leggere sui quotidiani, sono stati premeditati e scientificamente organizzati. Ed il motivo è semplice e lo abbiamo più volte ripetuto: non è da tutti realizzare bombe molotov, non è da tutti saperle utilizzare, non è da tutti saper usare armi od esplosivi. Non può farlo la casalinga o il pensionato. Per queste cose ci vuole addestramento militare per acquisire quelle capacità tecniche che consentano di portare a termine le operazioni prefisse senza rimetterci la propria vita. E l’addestramento militare si acquisisce o nelle strutture militari dello Stato a questo preposte, o nelle strutture della delinquenza organizzata, che ha proprie strutture militari, mezzi e uomini che non hanno nulla da invidiare a quelle statali. Ma ci sono anche organizzazioni politiche dell’area neonazista che hanno identiche capacità tecniche ed organizzative, messe in mostra nei mesi scorsi in occasione dell’omicidio di un tifoso laziale. Organizzazioni neonaziste sempre pronte a scendere in campo contro i migranti.

In politica noi non crediamo alle coincidenze. Sappiamo che esistono organizzazioni che studiano attentamente quello che accade e programmano iniziative di vario tipo, anche delinquenziali. Non crediamo sia un caso che i fatti di Napoli accadano quando il nuovo governo delle destre assume con il voto di fiducia i pieni poteri e quando si preannunciano provvedimenti legislativi ed azioni dure nei confronti dei migranti in genere e dei rom in particolare. Così come non è un caso che il prossimo Consiglio dei Ministri si tenga proprio a Napoli. Ciò che è successo in questi giorni ci dice con chiarezza quale tipo di idea politica si vuole promuovere a Napoli e in Campania e quale soluzione si prospetta per la “questione rifiuti”. E ci viene anche il sospetto, vista la rapidità delle azioni che si sono susseguite, che la vicenda del tentativo di rapimento del bambino di pochi mesi che ha dato il via al pogrom a Ponticelli, ex zona rossa di Napoli, sia stato anch’esso organizzato. Saremmo curiosi di conoscere la versione della vicenda fornita dalla ragazza accusata del rapimento. Ma questo forse non lo sapremo mai.

E’ grave che il Governo o il ministro dell’Interno non abbiano fatto alcuna dichiarazione contro la distruzione dei campi rom a Napoli preoccupandosi invece di nominare commissari speciali “all’emergenza rom”, avallando in sostanza ciò che gruppi terroristici, perché di questo si tratta, hanno fatto a Napoli. E’ la fine dello Stato. Da ora in poi ognuno potrà farsi giustizia da sé sapendo di trovare l’avallo politico di una destra che ha fatto della questione “sicurezza” il suo cavallo di battaglia. Se passa tale linea i reati che sono responsabilità personale di chi li commette potranno diventare un fatto collettivo, addebitabile alla comunità di appartenenza di chi delinque. Dovremmo così aspettarci che tutti i napoletani siano considerati camorristi, tutti i siciliani mafiosi, tutti i calabresi 'ndranghetisti, e via barbarizzando. Che nessuno dimentichi che quando si imbocca la strada del razzismo nessuno è più sicuro e tutti prima o poi possono finire nel mirino di chi si sente superiore agli altri. A quando l’instaurazione del coprifuoco o l’obbligatorietà della iscrizione al partito del capo del Governo? (...)
Giovanni Sarubbi (ildialogo.org)

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