25.7.08

Confucio e lo zoppo

Dal Zhuang-zi:

Nel paese di Lu un uomo chiamato Shu-shan, che aveva perso le dita di un piede, andò a trovare Zhong-ni.
"A che serve venire adesso," gli disse Zhong-ni "visto che è stata la vostra imprudenza a causare la vostra disgrazia?"
"Non avevo esperienza e non mi sono curato bene," rispose lo storpio "così ho perso l'uso di un piede. Vorrei, venendo qui, preservare qualcosa di più prezioso del mio piede. Finora avevo pensato che voi foste simile al cielo che protegge tutto e alla terra che tutto sostiene. Mai mi sarei aspettato di ricevere una risposta simile".
"Perdonate la mia ignoranza", disse Kong-zi [= Zhong-ni]. "Entrate e insegnatemi, vi prego, quello che sapete".
Lo zoppo se ne andò senza una parola.
Quando se ne fu andato via, Kong-zi disse ai suoi discepoli:
"Lavorate, figli miei, perché se quest'uomo privo di un piede vuole imparare per redimere i suoi errori passati, quanto più voi, uomini integri, dovreste sforzarvi?"
Lo storpio informò Lao Dan della sua visita e gli disse:
"Il maestro Kong non è ancora un uomo perfetto?Perché è così ansioso di ricevere le vostre lezioni? Sembra che cerchi la fama con la stranezza dei suoi discorsi e dei suoi paradossi. Non capisce che agli occhi dell'uomo perfetto tutto ciò non è che lacci e catene."
"Perché", chiede Lao Dan, "non gli avete fatto capire che la vita e la morte, il possibile e l'impossibile sono tutt'uno? Forse lo avreste liberato dai suoi lacci e dalle sue catene.".
"Se queste sono la punizione del cielo," disse lo zoppo, "come potremmo noi evitargliele?"


Tratto da "Zhuang-zi", a cura di Liou Kia-hway, traduzione di Carlo Laurenti e Christine Leverd, Adelphi, Milano, 1982