22.7.08

Crisi della "società della scelta"

(...) [Siamo costretti] a prendere coscienza dell'impasse dell'attuale "società della scelta". Ci vantiamo di vivere in una società in cui siamo liberi di prendere decisioni sulle cose che contano. Ma ci troviamo continuamente nella condizione di dover decidere su questioni che influenzeranno profondamente la nostra vita senza avere le conoscenze necessarie per farlo. Questa situazione è molto frustrante: anche se sappiamo che tutto dipende da noi, non possiamo prevedere le conseguenze delle nostre azioni. Non siamo impotenti, anzi, siamo onnipotenti, ma non possiamo valutare la portata del nostro potere. Non siamo in grado di controllare completamente la nostra biosfera, ma purtroppo abbiamo il potere di turbare il suo equilibrio e di farla impazzire, con il rischio di essere spazzati via dalle conseguenze.
Slavoj Zizek, articolo originale in The Guardian, da Internazionale n. 752, 11/7/08

Il sistema di dominio, a livello inter- e sovra-nazionale, postula una confortevole e rassicurante situazione: l'azione del governo (o dei governi) viene decisa secondo schemi ideologici, riducendo al minimo ogni dibattito o riflessione sulle conseguenze. [...e pensare che ci avevano detto che le ideologie erano morte...] Questa azione, nella sua certezza, nella sua immunità da dubbi, da dialettica, è una risposta positiva e perfetta alla richiesta generalizzata di deresponsabilizzazione, di delega in bianco. C'è da chiedersi se il danno maggiore lo subisca l'oggetto dell'azione (sia che si tratti dell'ambiente, piuttosto che la società - o una parte della società differenziata per classe o etnia o altro- o ancora il sistema dell'informazione o dell'arte o della scienza...) oppure la stessa funzione umana della scelta.
La libertà non è più partecipazione?