20.11.08
Ceci n'est pas un post.
A causa dei miei impegni, almeno fino alla fine del mese non scriverò più su questo blog.
Confesso che una breve interruzione mi fa piacere.
La mia percezione della realtà che mi circonda è arrivata al livello della nausea.
Sono stufo.
Stufo di registrare gli abusi dei nostri governi. Di chi, non pago di esercitare un potere pressoché assoluto (determinato dalle varie leggi elettorali con premio di maggioranza che si sono susseguite, a partire dal referendum del '93 in cui gli Italiani votarono a pecoroni senza prevedere l'effetto devastante che avrebbe avuto su una realtà politica disgregata in partitini e correntine), si accanisce nel ladrocinio costante delle risorse della società: il sistema sanitario, l'istruzione, lo stipendio e la pensione, il sistema radiotelevisivo.
Stufo del teatrino di marionette a cui la nostra politica ci ha assuefatto. Le finte gaffes del Buffone di Stato, per distrarre giornalisti e lettori golosi di idiozie, di scandaletti, di inezie; le proposte scandalose dei vari membri del Governo, poi ritrattate, infine inflitte dolcemente ma fermamente al docile popolo ammansito; gli show televisivi di personaggi dal passato torbido: golpisti e bancarottieri, mafiosi manovratori nell'ombra, truffatori legati a Cosa Nostra; le manovre trasversali, ora conosciute sotto il nome di inciuci, dai messaggi più o meno in codice ai pizzini in diretta tv del sen. Latorre.
Stufo dei giudici arroganti (ministrini e prelatoni) che ci condannano in processi sommari: noi fannulloni, terroristi, rapitori di bambini, assassini di feti o di pezzi di carne alimentati da una macchina. Stufo dell'informazione drogata e serva.
Stufo di questa progressiva mancanza di amore, di tenerezza, di complicità, di solidarietà. Stufo di questa legge della giungla, di questa violenza che tante volte Pasolini, con la sua esasperata sensibilità, aveva denunciato e di cui poi fu martire, ma che ora si mostra con tracotanza, con oscena compiaciuta esibizione di sé.
Violenza privata, violenza pubblica, violenza di uno stato che si auto-assolve e sceglie tra noi i suoi capri espiatori (vedi qui e qui).
Una società di morti.
-/-/-
Pensando a Niki, a Carlo e a tutti gli altri ragazzi.
19.11.08
Italia De Profundis
Io sto con chi non si arrende.
Dall'intervista dell'autore a minimum fax:
Dall'intervista dell'autore a minimum fax:
E che cos'è (o chi è) invece il "personaggio Italia", questo infinito ventre molle, questo deserto di euforia e disperazione in cui si aggira l'io narrante?
"E' il Paese che non c'è più. E' il Paese più all'avanguardia del mondo occidentale, la sua punta di zircone, poiché si sta sporgendo per primo in una selva di istanze antiumane che preludono a un rovesciamento totale e impensabile dello stato del regno umano sul pianeta. E' la propaggine del Drive In, la nazione che non risolve i propri nodi che riguardano il passato o il presente. E' lo Stivale che ha pestato la cacca e ne ha subìto il contagio. E' la congerie qualunquista, giacobina, teleschermizzata, priva di empatia. E' una non-comunità che andrebbe sottoposta a una terapia: di umanismo, non dello hitlerismo sotto false spoglie che continua ad autopropinarsi senza rendersene conto. E' lo Stato privo di politica perché si è fottuta l'idea stessa della pietà, dell'amore, dell'alterità. E' il carcere geriatrico dove si sono cristallizzate le generazioni, dove i padri non hanno passato la staffetta ai figli e dove i figli non hanno potuto contare su figure generosamente magistrali. Paradossalmente, questo stato di cose induce una generazione (la mia) a uno sviluppo apparentemente tardivo ma violentissimo, che, quanto alla letteratura, opera nella "lingua morta" - la più letteraria e antica di quelle moderne. Il Boomerang lanciato dal Boom dei Sessanta sta tornando indietro. Credo che l'Italia esprima la letteratura più all'avanguardia dei Paesi industrializzati. Il suo contesto incivile implica una resistenza attiva, inventiva, una guerriglia umanistica che sta facendo vedere sintomi esaltanti per me, deprimenti e pericolosi per molti altri".
12.11.08
Dei delitti e delle pene
Qualche vivace discussione in cui sono rimasto coinvolto in altri blog mi ha dato dato l'occasione per riflettere su una questione. Ho pensato di scriverne qui. Vediamo che ne viene fuori.
Si commentava la notizia della sentenza che ha condannato a 20 anni i tre minorenni che hanno violentato, picchiato ed ucciso una quattordicenne a Niscemi (Caltanissetta).
Ovviamente, ci sono stati diversi pareri del tipo: " tra un indulto, buona condotta e qualche sconto di pena si diplomano in carcere poi sono tutti fuori... ERGASTOLO (hanno ucciso) e ovviamente a lavorare per mantenersi la cella, mica li devo pagare io...".
Di questo genere di commenti, mi ha colpito il fatto prima di tutto che non erano più tre ragazzi di 15, 16 e 17 anni, non più tre persone reali, ma piuttosto tre mostri sanguinari. Da allontanare, da far scomparire, tanto che qualcuno/a ha perfino affermato di essere favorevole alla pena capitale, anche se non è arrivato/a ad invocarla esplicitamente contro di loro.
Ho avuto l'impressione che si avesse appiccicato sui tre l'immagine del Cattivo delle favole: personificazione della malvagità, della perfidia, per lui non c'è (non può esservi) né perdono né ravvedimento. Permettendomi della psicologia da rivistina da parrucchiere, sembrerebbe che molti non siano mai riusciti ad elaborare quella percezione infantile della dialettica tra bene e male. E' chiaro come la pena sia vissuta da molti come una giusta punizione, ossia una vendetta della società, invece che come rieducazione (con buona pace di Cesare Beccaria), perché si ritiene non esista possibilità di redenzione. Una visione dell'uomo ben triste...
La seconda cosa che ho notato è stata l'insistenza sull'aspetto economico: mantenere i tre in carcere. Parafrasi del famoso "...e io pago!"
Le due cose vanno sempre insieme. Come se il fatto che IO (non noi, beninteso) pago potesse darmi il diritto di decidere, di determinare una situazione, alla faccia di qualsiasi democrazia. Insomma: io ho comprato 1000 euro di diritti, tu 100? Decido io! Lei laggiù 2000? Eh, ma io pago, mica mi può passare avanti... altrimenti non pago più!
Che poi chi pronuncia il fatidico io pago non di rado, invece, sta imbrogliando: non so se l'avete notato, ma è una tipica dichiarazione da evasore fiscale. O da dipendente frustrato, che, se potesse, evaderebbe...
Anche qui, una ben misera considerazione della condizione umana...
Altro punto conteso, è stato quando l'amica Silvia ha osato tirare in ballo i genitori: quali responsabilità hanno nei confronti di un figlio che compie un'atrocità simile? Quale responsabilità mo0rale ha il genitore distratto, dedito eccessivamente al lavoro o alla sua realizzazione individuale, poco presente, cattivo maestro dei valori etici fondanti?
Mi rendo conto che la questione è molto delicata, ma le reazioni sono state di rifiuto da parte di molti. C'è chi ha fatto il discorso sociologico-razzista: visto che mostri del genere sono usciti anche da ottime famiglie, ne consegue che la trasgressione dell'adolescente può imprevedibilmente concretarsi nel fumarsi una canna tanto quanto nel violentare ed uccidere. (Questione di culo?)
La conclusione era la classica accusa: "Mi pare che in questa società si vada a dare sempre e troppa importanza ai diritti di chi commette delle tragedie e non si salvaguarda chi le subisce".
La solita melma: nessun tentativo di prevenzione, sempre e solo repressione.
Non sarà un filo (solo un filo, eh...) di coda di paglia?
11.11.08
Promessa di dolcezza
Apro il cancello col telecomando ed avvio leeeentameeeennnte l'automobile.
Lei, la vicina di casa, appare da sotto i tigli del vialetto e sia avvia a passo rapido e ossuto verso il varco che ho aperto. Le ciocche arricciate e imbiondate di fresco hanno un sussulto poco naturale al dimenarsi delle spalle. Una camminata incredibilmente rigida, automica, legnosa, e insieme così spedita! Io avanzo sempre lento, talmente lento che da dietro la posso osservare per parecchi secondi: l'oscillazione solo verticale, la strettezza dei fianchi, delle spalle, di tutto l'insieme... Si impedisce talmente forte di notare la mia presenza che ostentatamente disegna una larga curva, occupando il centro della mia carreggiata, mentre io silenzioso la seguo, silenzioso come può esserlo un motore acceso che ti sbuffa a 50 centimetri dietro le orecchie. Piega a sinistra, io approfitto e la dribblo a destra, mentre la guardo in faccia con i miei 50 occhi tutti spalancati. Ma ce l'ha una faccia?
No, non ce l'ha. Casualmente si volta a sinistra, distratta da chissà quale nuovo cielo o lontano bagliore di dolcezza. Al mio buonasera! gridato oppone i boccoli innaturali, il meccanismo triste di una pensione consumata accanto ad un marito che odia.
Buonasera!
10.11.08
Ciao, Miriam!
Ieri sera è morta Mama Africa, la cantante ed attivista sudafricana Miriam Makeba. Aveva 76 anni.
Se ne è andata dopo aver cantato ad un concerto che si è tenuto a Castel Volturno contro la camorra ed in solidarietà a Roberto Saviano.
La sua voce passionale, gioiosa, drammatica, sensuale, epica, la sua energia, la sua personalità ne avevano fatto un simbolo della lotta antiapartheid.
Fu condannata all'esilio nel 1963, fu negli USA dove il suo matrimonio nel 1968 col leader nazionalista nero non violento Stokely Carmichael le procurò l'annullamento dei contratti discografici. Si trasferirono quindi in Guinea.
Dopo la morte della figlia Bongi si stabilì a Bruxelles, da dove nel 1990 ricevette l'invito di Nelson Mandela a ritornare in patria.
Lo racconta qui.
Vorrei ricordarla con un momento particolarmente commovente per me:
Se ne è andata dopo aver cantato ad un concerto che si è tenuto a Castel Volturno contro la camorra ed in solidarietà a Roberto Saviano.
La sua voce passionale, gioiosa, drammatica, sensuale, epica, la sua energia, la sua personalità ne avevano fatto un simbolo della lotta antiapartheid.
Fu condannata all'esilio nel 1963, fu negli USA dove il suo matrimonio nel 1968 col leader nazionalista nero non violento Stokely Carmichael le procurò l'annullamento dei contratti discografici. Si trasferirono quindi in Guinea.
Dopo la morte della figlia Bongi si stabilì a Bruxelles, da dove nel 1990 ricevette l'invito di Nelson Mandela a ritornare in patria.
Lo racconta qui.
Vorrei ricordarla con un momento particolarmente commovente per me:
...e se avessero ragione gli altri?
Biancaneve Tre Monti e la sua banda di nani (più che altro politicamente ed eticamente) e di ballerine ci stanno facendo pagare la crisi con tagli ai servizi ed ai salari.
Intanto, qualcuno interviene in maniera diversa.
Dal Sole24Ore.com:
Intanto, qualcuno interviene in maniera diversa.
Dal Sole24Ore.com:
Cina, piano da 460 miliardi di € per sostenere l'economia
La Cina ha annunciato un piano da 4mila miliardi di yuan, pari a 460 miliardi di euro per rilanciare l'economia reale. La notizia è stata riportata oggi sul sito del Consiglio di Stato cinese. Il piano approvato dal governo di Pechino prevede che gli investimenti saranno destinati a dieci programmi che riguardano, tra l'altro, le politiche per la casa per i meno abbienti, le infrastrutture rurali, le reti di trasporti, l'ecologia, le innovazioni tecnologiche e le ricostruzioni a seguito di disastri naturali. È previsto anche l'aumento dei prestiti per le piccole e medie imprese. (...)
Lo scopo delle misure è di stimolare la domanda interna, dopo il rallentamento dell'economia nel terzo trimestre dell'anno, quando il Pil è cresciuto del 9%, contro il 10,4% del trimestre precedente.
Nella prima metà del 2008 la Cina ha registrato un surplus di bilancio di oltre 170 miliardi di dollari, la crisi del credito che ha investito l'economia mondiale ha avuto come effetto un brusco rallentamento delle entrate fiscale. (...)
[9 novembre 2008]
8.11.08
Obama come metafora
Tutti hanno detto la loro su Obama. La maggior parte delle cose che ho letto in giro altalenavano tra: "Obama porterà un cambiamento epocale" e "Obama non può/vuole cambiare nulla".
A me pare che discutere su illazioni da sfera di cristallo sia piuttosto sterile.
Invece, ciò che mi ha emozionato è stato il senso simbolico che l'elezione di questo personaggio porta con sé. Mi ha ricordato le lotte politiche che si facevano qui in Italia, alla fine degli anni '80, contro l'apartheid in Sudafrica.
Il fatto che sia nero (abbronzato?) è un segno grandioso di una società che si è avviata ad una seria revisione dei pregiudizi razziali. Significa il superamento definitivo dell'idea di schiavitù e di etnie subalterne, un tempo così radicata nella cultura nordamericana, idea che al contrario ha d poco cominciato a penetrare la società italiana (basti pensare al fatto che sempre più ci sono lavori per italiani e lavori per stranieri).
Rovesciando la situazione, Obama è anche simbolo della fine del complesso d'inferiorità della comunità afroamericana, che al contrario delle scorse elezioni non ha disertato in massa le urne, ma si è sentita interpellata ed ha voluto partecipare.
Obama è simbolo di cambiamento anche in senso strettamente politico: vince contro la Clinton (campione dell'aristocrazia politico-economica democratica) con un programma per la prima volta piuttosto sbilanciato verso istanze di uguaglianza sociale in senso ampio.
E questo è il sintomo di un cambiamento nelle esigenze principali avvertite dalla massa degli elettori democratici e forse perfino da alcuni repubblicani.
Mi pare davvero il termometro di qualcosa che sta cambiando nella cultura e nei desideri della gente.
Con buona pace dei nostrani "grandi amici degli USA", gli stessi che poi ridono alle battute squallide del loro principe.
A me pare che discutere su illazioni da sfera di cristallo sia piuttosto sterile.
Invece, ciò che mi ha emozionato è stato il senso simbolico che l'elezione di questo personaggio porta con sé. Mi ha ricordato le lotte politiche che si facevano qui in Italia, alla fine degli anni '80, contro l'apartheid in Sudafrica.
Il fatto che sia nero (abbronzato?) è un segno grandioso di una società che si è avviata ad una seria revisione dei pregiudizi razziali. Significa il superamento definitivo dell'idea di schiavitù e di etnie subalterne, un tempo così radicata nella cultura nordamericana, idea che al contrario ha d poco cominciato a penetrare la società italiana (basti pensare al fatto che sempre più ci sono lavori per italiani e lavori per stranieri).
Rovesciando la situazione, Obama è anche simbolo della fine del complesso d'inferiorità della comunità afroamericana, che al contrario delle scorse elezioni non ha disertato in massa le urne, ma si è sentita interpellata ed ha voluto partecipare.
Obama è simbolo di cambiamento anche in senso strettamente politico: vince contro la Clinton (campione dell'aristocrazia politico-economica democratica) con un programma per la prima volta piuttosto sbilanciato verso istanze di uguaglianza sociale in senso ampio.
E questo è il sintomo di un cambiamento nelle esigenze principali avvertite dalla massa degli elettori democratici e forse perfino da alcuni repubblicani.
Mi pare davvero il termometro di qualcosa che sta cambiando nella cultura e nei desideri della gente.
Con buona pace dei nostrani "grandi amici degli USA", gli stessi che poi ridono alle battute squallide del loro principe.
7.11.08
5.11.08
Almanacco
Oggi, 4 novembre.
Tempo di schifo.
Si festeggiano i Santi
La retribuzione dei dipendenti pubblici dal 1° gennaio 2009 diminuirà di una somma compresa tra 80 a 250 euro al mese. CISL e UIL esultano: "Una nostra grande conquista!".
I vigili di Verona non potranno scioperare con gli altri dipendenti pubblici: saranno impegnati nel fare rispettare ai cavalli il Codice della Strada (tutto vero!).
Brunetta propone di usare gli emoticon per dare i voti ai dipendenti pubblici. Con tre :-( oppure cinque :-| oppure :-/ licenziamento. CISL e UIL si felicitano per il ritorno in auge della "giusta causa".
La RAI comunista ha ricevuto una visita "persuasiva" dei baldi squadristi di Casapound. Hanno suonato, ma era tardi e nessuno ha aperto loro. Allora hanno deciso di proporre un loro nerboruto aderente alla carica di presidente della commissione di vigilanza.
Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti.
Tempo di schifo.
Si festeggiano i Santi
Oggi la percentuale di poveri è dell'11% (fonte ISTAT) e si prevede che nel corso di quest'anno l'85% dei mutui non potranno essere pagati. Auguri a tutti quelli che non sono banchieri, top manager di Alitalia o altro, discendenti legittimi o illegittimi dei Savoia.traditori signori ufficiali che la guerra l'avete voluta scannatori di carne venduta e rovina della gioventù.
Pensiero del giorno
Marcello Dell'Utri - eletto nelle file del Popolo della libertà nonostante una condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e una condanna in Cassazione per frode fiscale - dice: "L'Antimafia costa troppo e non è produttiva". "Antonio Mangano - lo stalliere di Arcore, pluricondannato e accusato di reati di mafia - "è stato un eroe". "Mussolini? Un uomo di valore, dal punto di vista sia umano che culturale."Lo sapevi?
La retribuzione dei dipendenti pubblici dal 1° gennaio 2009 diminuirà di una somma compresa tra 80 a 250 euro al mese. CISL e UIL esultano: "Una nostra grande conquista!".
I vigili di Verona non potranno scioperare con gli altri dipendenti pubblici: saranno impegnati nel fare rispettare ai cavalli il Codice della Strada (tutto vero!).
Brunetta propone di usare gli emoticon per dare i voti ai dipendenti pubblici. Con tre :-( oppure cinque :-| oppure :-/ licenziamento. CISL e UIL si felicitano per il ritorno in auge della "giusta causa".
La RAI comunista ha ricevuto una visita "persuasiva" dei baldi squadristi di Casapound. Hanno suonato, ma era tardi e nessuno ha aperto loro. Allora hanno deciso di proporre un loro nerboruto aderente alla carica di presidente della commissione di vigilanza.
Però....
Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti.
2.11.08
Quale mondo ci aspetta
Un testo di Franco Berardi (Bifo) dalla lista Rekombinant.
(...) Quella che si apre alla società italiana nel quadro della crisi globale che è precipitata negli ultimi due mesi è una prospettiva drammatica: i licenziamenti stanno già colpendo i lavoratori precari, quelli che tanto chi se ne frega manco li avevamo conteggiati. Poi sarà la volta dei lavoratori che credono di essere garantiti. I tagli che devastano la scuola saranno estesi poi anche alla sanità (il presidente del consiglio lo ha già annunciato).
Cosa accadrà quando si diffonderà la consapevolezza del fatto che le politiche liberiste hanno distrutto gran parte della civiltà sociale costruita nel secolo passato, e stanno ora producendo un cataclisma che i padroni stanno facendo pagare ancora una volta ai lavoratori? Il copione più probabile lo vediamo già scritto, e assomiglia a quello che venne messo in scena nella Germania degli anni '30: la classe dominante che ha preparato questa catastrofe, lucrando sulle privatizzazioni e sullo sfruttamento del lavoro precario, la classe che ora si presenta con il piattino in mano a chiedere finanziamenti per le banche in crisi e per le aziende in difficoltà, quella classe si prepara a indicarci il colpevole della crisi: sono i romeni, sono i marocchini, sono gli africani, come un tempo erano gli ebrei.
Il bombardamento mediatico che da trent'anni riempie le orecchie e il cervello della maggioranza ha prodotto un tale rimbambimento che molti crederanno che il nemico è il povero più povero di te che ti vuole rubare il posto di lavoro. Ma l'inganno non durerà a lungo. E' possibile ingannare tutti per un breve periodo ed è possibile ingannare qualche povero ingenuo per molto tempo. Ma non è possibile ingannare tutti per l'eternità.
Dopo un periodo (che potrà essere lungo o breve, ma che sarà doloroso e violento) è probabile che la gente riprenderà a pensare con la propria testa.
L'anno che sta finendo ha visto scomparire la sinistra dal Parlamento. Ma forse la sinistra era già sparita da tempo, perché da tempo non era più capace di leggere le trasformazioni sociali, né di comunicare con il sentimento maggioritario, né di interpretare le potenzialità implicite nella mutazione tecnologica e culturale su cui il capitalismo ha espresso da tempo una netta egemonia.
Dopo il crollo elettorale di aprile la sinistra ha tentato di mettere insieme i cocci, ma finora non ha saputo intrecciare la dimensione politica con quella sociale, non ha saputo sintonizzarsi sulle prospettive di ricomposizione sociale.
Invece di attorcigliarsi sulle identità passate, occorre ragionare sulle possibilità future di ricomposizione di un corpo sociale oggi disgregato.
Non possiamo sopravvivere senza strumenti per la comprensione, non possiamo camminare senza una mappa capace di indicarci la dislocazione delle forze sociali, le contrapposizioni e le potenziali alleanze, le linee di una possibile ricomposizione.
Non possiamo pensare al futuro della città se non sappiamo immaginare il prossimo destino del mondo.
(...) Quella che si apre alla società italiana nel quadro della crisi globale che è precipitata negli ultimi due mesi è una prospettiva drammatica: i licenziamenti stanno già colpendo i lavoratori precari, quelli che tanto chi se ne frega manco li avevamo conteggiati. Poi sarà la volta dei lavoratori che credono di essere garantiti. I tagli che devastano la scuola saranno estesi poi anche alla sanità (il presidente del consiglio lo ha già annunciato).
Cosa accadrà quando si diffonderà la consapevolezza del fatto che le politiche liberiste hanno distrutto gran parte della civiltà sociale costruita nel secolo passato, e stanno ora producendo un cataclisma che i padroni stanno facendo pagare ancora una volta ai lavoratori? Il copione più probabile lo vediamo già scritto, e assomiglia a quello che venne messo in scena nella Germania degli anni '30: la classe dominante che ha preparato questa catastrofe, lucrando sulle privatizzazioni e sullo sfruttamento del lavoro precario, la classe che ora si presenta con il piattino in mano a chiedere finanziamenti per le banche in crisi e per le aziende in difficoltà, quella classe si prepara a indicarci il colpevole della crisi: sono i romeni, sono i marocchini, sono gli africani, come un tempo erano gli ebrei.
Il bombardamento mediatico che da trent'anni riempie le orecchie e il cervello della maggioranza ha prodotto un tale rimbambimento che molti crederanno che il nemico è il povero più povero di te che ti vuole rubare il posto di lavoro. Ma l'inganno non durerà a lungo. E' possibile ingannare tutti per un breve periodo ed è possibile ingannare qualche povero ingenuo per molto tempo. Ma non è possibile ingannare tutti per l'eternità.
Dopo un periodo (che potrà essere lungo o breve, ma che sarà doloroso e violento) è probabile che la gente riprenderà a pensare con la propria testa.
L'anno che sta finendo ha visto scomparire la sinistra dal Parlamento. Ma forse la sinistra era già sparita da tempo, perché da tempo non era più capace di leggere le trasformazioni sociali, né di comunicare con il sentimento maggioritario, né di interpretare le potenzialità implicite nella mutazione tecnologica e culturale su cui il capitalismo ha espresso da tempo una netta egemonia.
Dopo il crollo elettorale di aprile la sinistra ha tentato di mettere insieme i cocci, ma finora non ha saputo intrecciare la dimensione politica con quella sociale, non ha saputo sintonizzarsi sulle prospettive di ricomposizione sociale.
Invece di attorcigliarsi sulle identità passate, occorre ragionare sulle possibilità future di ricomposizione di un corpo sociale oggi disgregato.
Non possiamo sopravvivere senza strumenti per la comprensione, non possiamo camminare senza una mappa capace di indicarci la dislocazione delle forze sociali, le contrapposizioni e le potenziali alleanze, le linee di una possibile ricomposizione.
Non possiamo pensare al futuro della città se non sappiamo immaginare il prossimo destino del mondo.
Iscriviti a:
Post (Atom)