16.1.09

Verona, città dell'amore (2)

Botte da orbi, di nuovo, in pieno centro storico di Verona, a 300 metri da dove è stato colpito a morte Nicola Tommasoli.
In piazza Viviani, vicino a piazza Erbe, tre giovani vengono aggrediti selvaggiamente (una ragazza viene colpita ripetutamente in faccia con un portacenere di vetro) da una quindicina di giovani il 3 gennaio; ed il 5 è la volta di una ragazzina, salvata in extremis da un gruppo di persone accorse in suo aiuto.
Avevo già parlato della violenza di questa città 7 mesi fa. Ora, raccolgo il suggerimento di Pablo di raccontare dell'aria che tira oggi.

La zona rossa
All'epoca dell'omicidio Tommasoli, avvenuto nella notte tra il 30 aprile ed il I maggio, la città era rimasta sbigottita ma non sorpresa. Si sapeva che il centro era infestato da una banda di picchiatori, frequentatori della curva sud dell'Hellas Verona e vicini a formazioni di estrema destra, come Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Veneto Front Skinhead (non linko la voce su Wikipedia, né neutrale né esauriente). Un gruppo di ragazzi che cercava semplicemente pretesti per menare le mani.
Periodicamente, negli anni precedenti, c'erano stati diversi episodi di violenza da parte di bande di giovani di destra, tutte dirette verso ragazzi appartenenti al centro sociale occupato "La Chimica". Si arriva molto vicini all'omicidio nel luglio 2005, quando cinque di loro (tra cui tre ragazze, una delle quali minorenne) vengono aggrediti da 20-30 figuri presso il Volto S. Luca, a poche centinaia di metri dall'Arena, colpiti ripetutamente con spranghe, tirapugni e coltelli. Il bilancio è gravissimo: mascella fratturata, oltre 150 punti di sutu­ra, ematomi e tagli su tutto il corpo.
Alla difesa degli accoltellatori si mette in luce l'avvocato Roberto Bussinello, ex consigliere comunale del Msi e leader veronese di Forza Nuova, approdato infine a La Destra di Francesco Storace. Lo ritroveremo più avanti.

Dal marzo 2006, le aggressioni, più o meno gravi, diventano sistematiche. Ne fanno le spese, oltre agli stranieri, persone vestite in maniera alternativa o colpevoli di portare i capelli troppo lunghi o colorati vistosamente, d'indossare magliette di squadre di calcio del sud.
Nel giugno 2007 parte finalmente un'indagine della Digos, con perquisizioni nelle abitazioni di vari personaggi legati all'estrema destra; tra questi, oltre ai soliti noti, ci sono tre degli accoltellatori di S. Luca e due che poi si macchieranno dell’omicidio di Nicola Tom­masoli.
Da allora gli episodi non si contano nemmeno più. Vorrei ricordarne solo 2, a mio parere simbolici.
--> Settembre 2007: alcuni appartenenti all'area antagonista sono in piazza Erbe per il tradizionale aperitivo. Viene intimato loro di abbandonare la piazza, dapprima con insulti e minacce, poi a calci e pugni ed abiti strappati. La loro cacciata dalla "zona rossa", il salotto buono della città, suscita l'applauso di un gran numero di avventori della Verona bene che hanno assistito alla scena.
-->Dicembre 2007: si tiene a Verona una manifestazione nazionale di Fiamma Tricolore alla quale partecipano 2-300 militanti giunti da più parti d’Italia, alla cui testa marcia il neo-sindaco della città, Flavio Tosi, e alcuni membri della Giunta comunale, tra cui il capogruppo della Lista Tosi, Andrea Miglioranzi, ex Veneto Fronte Skinheads ed attualmente rappresentante di Forza Nuova, membro della band nazi-rock Gesta Bellica. Al termine, tre manifestanti, nello slancio dialettico, in un bar della via dello shopping, apòstrofano simpaticamente 3 giovani di passaggio a Verona con un “Terroni puzzate, andate via” prima di colpirli selvaggiamente coi manganelli (quelli, non mancano mai!).

Siamo tutti "diversi"
L'omicidio di Nicola, dicevamo, lascia tutti sbigottiti.
Prima di tutto, la destra cerca di scaricare i responsabili. Il sindaco Tosi li definisce "balordi", afferma che la politica non c'entra; intanto, però, nelle abitazioni e nelle vetture dei responsabili si trova il solito armamentario propagandistico di Forza Nuova. Ancora una volta, l'avvocato difensore è il già citato Bussinello.
La banda di violenti sembra rendersi conto di aver superato una soglia pericolosa, oppure lo pensano i loro patroni politici, quindi per un poco la città pare più tranquilla.
In compenso, la Verona borghese, ricca e per bene comincia a pensare che la violenza, prima rivolta verso "gli altri", è uscita di controllo. Comincia a dubitare di essere davvero completamente "al sicuro".

Presa di coscienza
Qual è il sentimento con cui il veronese medio guarda gli episodi di violenza contro africani, meridionali, venditori di kebab, ragazzi coi capelli lunghi?
Fino ad oggi, li guardava con comprensione bonaria. Le considerava ragazzate.
I ragazzi, gli studenti, infatti, agiscono questa modalità di supremazia sociale abbastanza frequentemente coi loro coetanei.

Proprio per questo, il coraggioso ex-Procuratore della Repubblica Guido Papalia (ora a Brescia) e l'attuale Mario Giulio Schinaia hanno impegnato molte energie nell'incontro con bambini e giovani delle scuole cittadine e nell'educazione alla dialettica, al dialogo, all'espressione positiva di sé nel rispetto degli altri.
Il problema è che l'educazione a questi valori dovrebbe partire dalle famiglie, da quegli stessi adulti e genitori che si muovono nel mondo spinti dalla diffidenza, con la prepotenza o con il compromesso.
Questi adulti hanno prodotto una generazione di amministratori altrettanto miopi ed irresponsabili, arroganti ed incapaci.
Mandata in pensione gran parte della "vecchia guardia", la quadra del sindaco Tosi, leghista vicino alle posizioni di Borghezio e Calderoli (a cui si affianca, sullo scranno vescovile, la trista figura del vescovo Zenti, suo storico sostenitore) brilla non per la capacità di fare, ma per quella di disfare, mentre il sindaco impegna tutte le sue forze nel dare di sé un'immagine mediatica spregiudicata, di forte impatto, violenta contro avversari politici e stranieri, moralista in senso molto tradizionale.
Nella promozione costante della sua immagine, Tosi frequenta pure lui le scuole della città, ma con ben altro senso di responsabilità rispetto al Procuratore Schinaia: provocando i sentimenti più beceri dei ragazzi, ed umiliando sistematicamente quelli che hanno abbastanza coraggio da tenergli testa, esponendoli nel contempo al bullismo degli altri.

A margine: educazione permanente
Si sa, l'educazione alla pacifica e serena convivenza civile si abbevera alla fonte della cultura. Forse non è un caso che, tra gli ambiti sistematicamente distrutti dall'amministrazione comunale ci sia la cultura.
Dopo un primo scivolone (una mega-mostra da supermarket della cultura annullata dopo che si erano già venduti online migliaia di biglietti, e nonostante ciò costata centinaia di migliaia di euro), non si è ritenuto di organizzare alcun evento culturale, alcuna esposizione degna di interesse; al contrario, si è ridotto al lumicino il festival del cinema ed il ciclo teatrale estivo, chiuso il ciclo di musica classica, ridotto o chiuso le collaborazioni con le realtà culturali cittadine, messa in vendita la Galleria d'Arte Moderna (fortunatamente verrà acquistata dalla Fondazione Cariverona), tagliate le risorse ai musei, depistati i fondi destinati al salvataggio dell'Ente Lirico Arena di Verona, attualmente commissariato, e si sta spingendo ora alla chiusura l'Accademia d'arte circense.
Senza contare che il primo atto del sindaco Tosi fu ovviamente quello di demolire la sede del csoa La Chimica, presso il quale si svolgevano concerti, si discuteva con filosofi del calibro di Franco Berardi o Luisa Muraro, scrittori, editori, intellettuali.
Verrà il giorno in cui volteremo pagina. Ma saremo capaci di invertire la tendenza alla brutalità?

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