Dice Alberoni sul Corriere: "gli adolescenti sono ribelli ai genitori e comprano la droga via internet, youtube, sms."
Fanno veramente scrivere chiunque in questo paese!
L'articolo è letto e commentato da Daniele Martinelli.
27.2.09
26.2.09
Il voto
Prendo spunto da questo post di Talkin' Rapper:
Quando il popolo italiano si esprime, c'è sempre qualcuno (politico o pretonzolo) che gli dà il voto.
Sì, in Italia non è il popolo che dà il voto ai politici, ma viceversa. Ti dicono: "Guarda, sul nucleare, sull'aborto, sui diritti dei lavoratori, guarda che disastro: è tutto sbagliato! Che ci capisci tu di economia, di etica, di giustizia? Lascia fare a noi, cretino!"
Allora, il popolo, tutto contrito per la bocciatura, si ritira a capo chino, determinato a non fare più altre brutte figure...
Torna il nucleare....per dire che ho capito che l'opinione della gente, e di conseguenza le elezioni, non è un affare di persone adulte, mature, responsabili.
In culo, cittadini che pensavano di aver votato in merito.
Quando il popolo italiano si esprime, c'è sempre qualcuno (politico o pretonzolo) che gli dà il voto.
Sì, in Italia non è il popolo che dà il voto ai politici, ma viceversa. Ti dicono: "Guarda, sul nucleare, sull'aborto, sui diritti dei lavoratori, guarda che disastro: è tutto sbagliato! Che ci capisci tu di economia, di etica, di giustizia? Lascia fare a noi, cretino!"
Allora, il popolo, tutto contrito per la bocciatura, si ritira a capo chino, determinato a non fare più altre brutte figure...
24.2.09
A proposito di qualità della vita...
Violenza domestica, 2.373 casi in un anno
L'INCHIESTA. L'Osservatorio nazionale ha reso noti i dati del 2006 relativi alla provincia veronese: l'aggressore è nel 74,4 % italiano e appartiene al ceto medio-alto
Le vittime sono soprattutto donne, poi minori e anziani A scatenare l'aggressione «futili motivi» e abuso di alcol
Fonte: L'Arena
L'INCHIESTA. L'Osservatorio nazionale ha reso noti i dati del 2006 relativi alla provincia veronese: l'aggressore è nel 74,4 % italiano e appartiene al ceto medio-alto
Le vittime sono soprattutto donne, poi minori e anziani A scatenare l'aggressione «futili motivi» e abuso di alcol
Fonte: L'Arena
Appello per il diritto alla libertà di cura
Rispettiamo l'Articolo 32 della Costituzione
Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull'onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a discutere e votare una legge sul testamento biologico.
Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell'orientamento generale degli italiani.
Rivendichiamo l'indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione.
Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l'integrità intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà.
Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere.
Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi.
Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino.
Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie.
Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione.
Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull'onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a discutere e votare una legge sul testamento biologico.
Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell'orientamento generale degli italiani.
Rivendichiamo l'indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione.
Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l'integrità intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà.
Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere.
Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi.
Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino.
Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie.
Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione.
Si firma qui
21.2.09
Una particolare concezione della vita
Ritorna, di tanto in tanto, morto vivente, la domanda: quale concezione della vita ha la nostra società? Quale il potere politico?
Il cattolicesimo, che oggi condiziona così fortemente le scelte del governo e del parlamento, tollera la pena capitale (vedi Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, parte III, sez. II, cap. II, 2267) ed al contempo sbandiera la sacralità della vita ogniqualvolta vuole imporre il suo controllo sopra le teste delle persone: aborto,eutanasia, sospensione delle terapie o dell'alimentazione forzata.
Inizio e fine della vita sembrano aver preso tutto lo spazio di dibattito.
Lungi da me discettare sul senso della vita, ma rimane l'evidenza che la vita vissuta, quella compresa tra nascita e morte, non entra oggi negli interessi di legislatori e moralisti.
Non vedo assistenza e aiuto ai neo-genitori in difficoltà, ai ragazzi e alle ragazze, alle persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese; anzi: ci si avvia verso uno stato sociale all'americana, cioè inesistente, chi ha i soldi si fa l'assicurazione sanitaria e gli altri si attaccano.
Scriveva Adriano Sofri sulla La Repubblica del 4 gennaio 2009
Legittimo chiedersi, giudicando dai testi delle leggi in via di approvazione sui trattamenti sanitari e sull'ordine pubblico: quanto vale la vita di ognuno e ognuna di noi? quanto vale se ci ammaliamo? se siamo stranieri? se perdiamo il lavoro? se incontriamo un poliziotto di cattivo umore?
Quali diritti? Quali garanzie? Quale libertà?
Quello che alcuni chiamano "rispetto per la vita", a me pare piuttosto "disprezzo della vita".
Ancora un volta, vi consiglio la lettura di Marco Cattaneo.
.
Il cattolicesimo, che oggi condiziona così fortemente le scelte del governo e del parlamento, tollera la pena capitale (vedi Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, parte III, sez. II, cap. II, 2267) ed al contempo sbandiera la sacralità della vita ogniqualvolta vuole imporre il suo controllo sopra le teste delle persone: aborto,eutanasia, sospensione delle terapie o dell'alimentazione forzata.
[Non si può dire che il famoso "comandamento dell'amore" proclamato da Gesù Cristo sia completamente familiare a questo autorevole consesso.]
Inizio e fine della vita sembrano aver preso tutto lo spazio di dibattito.
Lungi da me discettare sul senso della vita, ma rimane l'evidenza che la vita vissuta, quella compresa tra nascita e morte, non entra oggi negli interessi di legislatori e moralisti.
Non vedo assistenza e aiuto ai neo-genitori in difficoltà, ai ragazzi e alle ragazze, alle persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese; anzi: ci si avvia verso uno stato sociale all'americana, cioè inesistente, chi ha i soldi si fa l'assicurazione sanitaria e gli altri si attaccano.
Scriveva Adriano Sofri sulla La Repubblica del 4 gennaio 2009
La bioetica ha a che fare coi progressi spettacolosi della medicina, della biologia, dell' ingegneria genetica, gli inseguimenti trafelati della filosofia e del diritto, e le supervisioni delle chiese. Una sua esemplare dichiarazione è che "la vita umana è sacra e va difesa dal concepimento alla morte". La cito non per ridiscuterla qui, ma per osservare che la nostra fresca sensibilità bioetica si concede il lusso di concentrarsi sui due poli, il concepimento, o almeno la nascita, e la morte, il capo e la coda, riservando un' attenzione minore a quello che sta fra l' inizio e la fine, cioè alla vita nella sua durata, che poi è la vita. Così, benché le innovazioni che la scienza introduce e la filosofia insegue col fiato corto e la religione rilega in pergamena, valgano per tutte le disgrazie che investono l' intermezzo fra nascita e morte - la fame, le malattie, le guerre - ce ne commuoviamo meno. La nostra guerra (di religione) sulla trovata secondo cui la vita è così sacra da essere "indisponibile" alla stessa singola persona vivente sta ai luoghi in cui la vita viene mietuta all' ingrosso, come i nostri botti di Capodanno, adorati da tutti tranne i cani i bambini e chi ha conosciuto una sola notte di guerra, stanno ai bombardamenti su Gaza. Così vicino, oltretutto - due sponde dirimpettaie- che si potevano sentire reciprocamente, e raddoppiare l' allegria degli uni e lo spavento degli altri.Quella che pone Sofri è anche una questione quantitativa: quanto vale una vita nella striscia di Gaza, rispetto ad una sull'altra sponda del Mediterraneo?
Legittimo chiedersi, giudicando dai testi delle leggi in via di approvazione sui trattamenti sanitari e sull'ordine pubblico: quanto vale la vita di ognuno e ognuna di noi? quanto vale se ci ammaliamo? se siamo stranieri? se perdiamo il lavoro? se incontriamo un poliziotto di cattivo umore?
Quali diritti? Quali garanzie? Quale libertà?
Quello che alcuni chiamano "rispetto per la vita", a me pare piuttosto "disprezzo della vita".
Ancora un volta, vi consiglio la lettura di Marco Cattaneo.
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19.2.09
Ironia? Ancora?
L'avete sentito.
Io, che non capisco la sua ironia, ora vi invito caldamente a firmare questo appello:
Noi firmatari di questo appello, come cittadini italiani esprimiamo profondo sdegno per le parole inadeguate e offensive che il premier Silvio Berlusconi ha pronunciato nei confronti delle vittime della dittatura argentina. La battuta : " erano belle giornate, li facevano scendere dagli aerei..." suona come un insulto alla memoria delle vittime dei voli della morte, l'infame pratica dei militari argentini che gettavano nelle acque del Rio della Plata dagli aerei in volo gli oppositori politici al loro regime ancora vivi e addormentati.E' doveroso pertanto un atto di scuse formali da parte del Governo italiano ai familiari di tutte le vittime della dittatura, che potrebbe concretizzarsi nella ratifica da parte dell'Italia della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate.
Primi firmatari:
Annalisa Melandri attivista per i diritti umani
Gennaro Carotenuto storico
Francesco Piccinini ricercatore
Antonio Mazzeo giornalista e saggista
Inviare le adesioni a: berlusconichiedascusa@yahoo.it
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Leggimi, Maroni, leggimi!
Il senatore D'Alia dell'UDC vuole oscurare la Rete. Ha proposto un emendamento, approvato in Senato, a un disegno di legge di Brunetta che obbligherà i provider a oscurare siti, blog o social media come YouTube e Facebook su richiesta del ministero degli Interni per reati di opinione, ad esempio un filmato o un gruppo che invitano a non osservare una legge considerata ingiusta. Senza nessuna sentenza della magistratura. Questo, oggi, avviene solo in Cina.
Continuate la lettura qui.
Continuate la lettura qui.
18.2.09
Straniamento
Chiedo scusa fin d'ora.
SanRomolo io non l'ho visto.
E poi sono un po' fuori. Aspetto una primavera che non viene. Mi faccio illudere dal pallore diffuso di questo solicello asfittico ed esco sempre vestito troppo poco.
Guardo gli altri, tutti ancora rigorosamente intabarrati, con un misto di compatimento ed invidia. Intanto, soffro: per il freddo, certo, ma anche per la frustrazione.
E penso (forse un poco a causa anche dello squallore degli avvenimenti recenti) che vorrei essere altrove: dov'è più dolce e caldo, dove i bocciòli non gelano al vento artico, oppure, al limite, dove è ancora vero inverno, bianco di candida neve: in Norvegia, per esempio, oppure in Abruzzo.
Intanto, leggo del vespaio creato dalla canzone di Povia. In un giornale trovo qualche verso, perché anche un insipiente come me possa capire il motivo del contendere.
Eccoli:
Cercavo negli uomini chi era mio padre/ Andavo con gli uomini per non tradire mia madre/Luca era gay e adesso sta con lei/ Luca parla con il cuore in mano/Luca dice sono un altro uomo...
Non capisco esattamente dove sta il problema. Luca era gay, ora sta con lei, la madre, evidentemente. Incesto? Oppure uno dei famigerati bamboccioni di Tremonti?
Illuminatemi!
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SanRomolo io non l'ho visto.
E poi sono un po' fuori. Aspetto una primavera che non viene. Mi faccio illudere dal pallore diffuso di questo solicello asfittico ed esco sempre vestito troppo poco.
Guardo gli altri, tutti ancora rigorosamente intabarrati, con un misto di compatimento ed invidia. Intanto, soffro: per il freddo, certo, ma anche per la frustrazione.
E penso (forse un poco a causa anche dello squallore degli avvenimenti recenti) che vorrei essere altrove: dov'è più dolce e caldo, dove i bocciòli non gelano al vento artico, oppure, al limite, dove è ancora vero inverno, bianco di candida neve: in Norvegia, per esempio, oppure in Abruzzo.
Intanto, leggo del vespaio creato dalla canzone di Povia. In un giornale trovo qualche verso, perché anche un insipiente come me possa capire il motivo del contendere.
Eccoli:
Cercavo negli uomini chi era mio padre/ Andavo con gli uomini per non tradire mia madre/Luca era gay e adesso sta con lei/ Luca parla con il cuore in mano/Luca dice sono un altro uomo...
Non capisco esattamente dove sta il problema. Luca era gay, ora sta con lei, la madre, evidentemente. Incesto? Oppure uno dei famigerati bamboccioni di Tremonti?
Illuminatemi!
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17.2.09
15.2.09
Figure che devono rimanere al loro posto.
Grazie a Galatea, svelato un nuovo mistero di politica interna e direi interiore:
Bossi: “Napolitano figura di garanzia.”
In effetti, nell’eventualità che gli venga un altro ictus e non voglia essere costretto a rimanere in vita come vegetale, gli conviene che resti al suo posto.
13.2.09
Repressione!
Vorrei abbozzare alcuni punti di riflessione a margine della “crisi di nervi” della società suscitata dalla storia di Eluana Englaro, ma le questioni che mi interpellano sono molte, per cui vedrò di non tirarvele addosso tutte insieme.
Cos'era, Eluana Inglaro, dopo 17 anni di coma irreversibile?
Riusciamo ad immaginarlo?
Di sicuro non era la giovane dal sorriso contagioso e esplosivo delle foto che il padre ha dato alla stampa, forse per tenere lontani i giornalisti, o forse perché per lui quella era Eluana, e non quell'altro bozzolo senz'anima.
Nell'immaginario della gente, si è cercato di riempirla di quelle caratteristiche eminentemente umane che rendessero possibile al clero cattolico ed ai loro supporter in Parlamento definire l'interruzione della sua insensata artificiale agonia come "condanna a morte". Si è detto che solo la stessa Eluana avrebbe potuto esprimersi per un'interruzione della sua alimentazione forzata.
Quanto questo argomento sia prestestuoso è evidente. Chi ha avuto un parente affetto da malattia terminale molto dolorosa, sa quanto spesso la forza di vivere viene meno a chi si trova in quelle miserevoli condizioni.
A tal proposito, vi segnalo questo toccante post di Marco Cattaneo (consiglio di prendersi il tempo di leggere anche i commenti).
Di più: vogliamo dimenticare l'atroce vicenda di Piergiorgio Welby, la sua richiesta lucida di smettere l'alimentazione forzata, la sua atroce agonia? Forse che in quel caso sussistevano dubbi sulla sua volontà?
Eppure, si arrivò perfino all'incriminazione per l'anestesista che pietosamente eseguì le sue volontà, come oggi si vorrebbe incriminare Beppino Englaro del crimine più orrendo, l'assassinio della propria figlia.
In realtà, il potere politico si pone, del tutto arbitrariamente, come proprietario del corpo, configurandosi come “braccio esecutivo” dei dettami della nuova onda preconciliare della Chiesa Cattolica Romana.
Appropriarsi dei corpi, è una vecchia storia dei regimi totalitari. Qualcosa di enormemente simbolico.
Il corpo è rivoluzionario. Il corpo è sovversivo.
Col corpo si ama.
Col corpo si desidera.
Col corpo si può sfuggire. perché il corpo crea, naturalmente, supera i confini, le definizioni, le etichette sociali. Crea vicinanze incontrollabili.
Non per niente nel carcere di Abu Ghraib si cercava l'umiliazione dei prigionieri attraverso l'umiliazione dei loro corpi, oltre che col vero e proprio massacro.
Non per niente, nel momento epico del movimento di contestazione del 2001, non si è scelto tanto di evitare scontri diretti col movimento, quanto di reprimerlo in modo sanguinoso.
Il disprezzo del corpo, il controllo del corpo per sancire la propria supremazia provoca un effetto nella vita agìta delle persone più fragili, meno indipendenti e responsabili. Lo faceva notare Lele parlando della teoria della "finestra rotta": le storture della politica ricadono a valanga sull'agire delle persone. Ecco a voi, nella cronaca dei quotidiani inferni, un moltiplicarsi di stupri di donne, di minori, una recrudescenza di violenze ancora contro donne (anche in famiglia), contro senzatetto, contro stranieri. Il debole che afferma la sua supremazia sul più debole.
Riberallarsi. Ora e sempre
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Cos'era, Eluana Inglaro, dopo 17 anni di coma irreversibile?
Riusciamo ad immaginarlo?
Di sicuro non era la giovane dal sorriso contagioso e esplosivo delle foto che il padre ha dato alla stampa, forse per tenere lontani i giornalisti, o forse perché per lui quella era Eluana, e non quell'altro bozzolo senz'anima.
Nell'immaginario della gente, si è cercato di riempirla di quelle caratteristiche eminentemente umane che rendessero possibile al clero cattolico ed ai loro supporter in Parlamento definire l'interruzione della sua insensata artificiale agonia come "condanna a morte". Si è detto che solo la stessa Eluana avrebbe potuto esprimersi per un'interruzione della sua alimentazione forzata.
Quanto questo argomento sia prestestuoso è evidente. Chi ha avuto un parente affetto da malattia terminale molto dolorosa, sa quanto spesso la forza di vivere viene meno a chi si trova in quelle miserevoli condizioni.
A tal proposito, vi segnalo questo toccante post di Marco Cattaneo (consiglio di prendersi il tempo di leggere anche i commenti).
Di più: vogliamo dimenticare l'atroce vicenda di Piergiorgio Welby, la sua richiesta lucida di smettere l'alimentazione forzata, la sua atroce agonia? Forse che in quel caso sussistevano dubbi sulla sua volontà?
Eppure, si arrivò perfino all'incriminazione per l'anestesista che pietosamente eseguì le sue volontà, come oggi si vorrebbe incriminare Beppino Englaro del crimine più orrendo, l'assassinio della propria figlia.
In realtà, il potere politico si pone, del tutto arbitrariamente, come proprietario del corpo, configurandosi come “braccio esecutivo” dei dettami della nuova onda preconciliare della Chiesa Cattolica Romana.
Appropriarsi dei corpi, è una vecchia storia dei regimi totalitari. Qualcosa di enormemente simbolico.
Il corpo è rivoluzionario. Il corpo è sovversivo.
Col corpo si ama.
Col corpo si desidera.
Col corpo si può sfuggire. perché il corpo crea, naturalmente, supera i confini, le definizioni, le etichette sociali. Crea vicinanze incontrollabili.
Non per niente nel carcere di Abu Ghraib si cercava l'umiliazione dei prigionieri attraverso l'umiliazione dei loro corpi, oltre che col vero e proprio massacro.
Non per niente, nel momento epico del movimento di contestazione del 2001, non si è scelto tanto di evitare scontri diretti col movimento, quanto di reprimerlo in modo sanguinoso.
Il disprezzo del corpo, il controllo del corpo per sancire la propria supremazia provoca un effetto nella vita agìta delle persone più fragili, meno indipendenti e responsabili. Lo faceva notare Lele parlando della teoria della "finestra rotta": le storture della politica ricadono a valanga sull'agire delle persone. Ecco a voi, nella cronaca dei quotidiani inferni, un moltiplicarsi di stupri di donne, di minori, una recrudescenza di violenze ancora contro donne (anche in famiglia), contro senzatetto, contro stranieri. Il debole che afferma la sua supremazia sul più debole.
Riberallarsi. Ora e sempre
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12.2.09
I giovani
Giuseppe Genna, tratto da "Italia De Profundis":
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[all'ospedale Sacco, Quarto Oggiaro, Milano]
I giovani affluiscono nel luogo nosocomiale, innaturale per l'idea che si sono formati della giovinezza assoluta. I loro percorsi esistenziali dipendono dalla casta di provenienza, i loro sogni sono preformattati da un abuso di condizionamento immaginario. Parlano di gossip e sono qui per l'appalesarsi, nei casi più fortunati, di un fastidio, o, più spesso, di una malattia che potrebbe fare deragliare le indegnità con cui si baloccano, infantili fino oltre i quarant'anni, e che provengono da una nazione intera e messa all'incanto, non incantata: sfondare, andare oltre, cioè guadagnare, per liberarsi, da cosa?, per manifestare una supremazia irreale, l'auto che sfreccia veloce sulle piste aeree sopra Quarto Oggiaro, una cinepresa televisiva che esalti il talento che non hanno. Sono i nati senza talento, riottosi all'esistenza senza talento, alla realtà che riduce noi a sòma e chi ha un sogno reale a un animale in preda alla disperazione.(...)
Aggregano finzioni di desiderio mutuate dalle riviste, dagli articoli che ormai appaiono anche sui quotidiani più prestigiosi. (...) Desiderano: la loro unica verità, che esprimono senza posa e che urge loro enunciare publicamente, è desiderare ed emozionarsi. Il desiderio e l'emozione, a cui fanno riferimento le loro vite già stracce, e, come le loro, quelle dei loro coetanei appartenenti alla casta abbiente, sono inganni del tempo: finzioni nell'attesa di arrivare ai tronchi incarboniti dei vecchi in fila, statue di indifferenza per nulla spirituale.
Questo è il tempo che ha espulso lo spirito dallo spettro di possibilità dell'uomo.
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11.2.09
Popolo delle libertà a pagamento
Da l'Arena - ormai organo di partito della lista Tosi di Verona.
La presenza del sindaco Tosi garantirà l'imparzialità politica delle valutazioni. Siamo in buone mani!
Nella foto: manifestazione della Fiamma Tricolore a Verona il 12 dicembre 2007, a cui partecipò anche il sindaco Tosi
Sfilare in corteo? D'ora in poi
solo se si pagherà l'assicurazione
Verona. Sfilare per la città, ma solo dopo aver stipulato una copertura assicurativa che metta al riparo il Comune dalle spese di riparazione dai danni che i manifestanti potrebbero arrecare alla città.(...)Non tutti gli organizzatori delle manifestazioni dovranno però accollarsi tale onere. Infatti, la possibilità di chiedere agli organizzatori delle manifestazioni l'assicurazione preventiva per eventuali danni causati dai partecipanti verrà valutata di caso in caso. A decidere saranno il prefetto Italia Fortunati, il sindaco Flavio Tosi e il questore Vincenzo Stingone. La pena, in caso di mancata assicurazione, sarà il divieto di manifestare.
La presenza del sindaco Tosi garantirà l'imparzialità politica delle valutazioni. Siamo in buone mani!
Nella foto: manifestazione della Fiamma Tricolore a Verona il 12 dicembre 2007, a cui partecipò anche il sindaco Tosi
Manifesto del dopofuturismo
1. Noi vogliamo cantare il pericolo dell’amore, la creazione quotidiana dell’energia dolce che non si disperde.
2. L’ironia, la dolcezza e la ribellione saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. L’ideologia e la pubblicità hanno esaltato finora la mobilitazione permanente delle energie produttive e nervose dell’umanità per il profitto e per la guerra, noi vogliamo esaltare la tenerezza il sonno e l’estasi, la frugalità dei nostri bisogni e il piacere dei sensi.
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza dell’autonomia. Ciascuno ha il suo ritmo e nessuno deve esser costretto a correre ad una velocità uniforme. Le automobili hanno perduto il fascino della rarità e soprattutto non possono più svolgere il compito per il quale furono concepite. La velocità è diventata lenta. Le automobili sono immobili come tartarughe stupide nel traffico cittadino. Solo la lentezza è veloce.
5. Noi vogliamo cantare l’uomo e la donna che si accarezzano per meglio conoscersi e per meglio conoscere il mondo.
6, Bisogna che il poeta si spenda con calore e prodigalità per aumentare la potenza dell’intelligenza collettiva e per ridurre il tempo del lavoro salariato.
7. Non vi è più bellezza se non nell’autonomia. Nessuna opera che non esprima l’intelligenza del possibile può essere un capolavoro. La poesia è un ponte gettato sull’abisso del nulla per creare condivisione tra immaginazioni diverse e liberare singolarità.
8. Siamo sul promontorio estremo dei secoli… Dobbiamo assolutamente guardare dietro di noi per ricordare l’abisso di violenza e di orrore che l’aggressività militare e l’ignoranza nazionalista possono in ogni momento scatenare. Viviamo da molto tempo nella religione del tempo uniforme. L’eterna velocità onnipresente è già dietro di noi, nell’Internet, perciò ora possiam dimenticarla per trovare il nostro ritmo singolare.
9. Noi vogliamo ridicolizzare gli idioti che diffondono il discorso di guerra: i fanatici della competizione, i fanatici del dio barbuto che ci incita al massacro, i fanatici terrorizzati della disarmante femminilità che c’è in noi tutti.
10. Vorremmo fare dell’arte forza di cambiamento della vita, vorremmo abolire la separazione tra poesia e comunicazione di massa, vorremmo sottrarre il dominio sui media ai mercanti per consegnarlo ai sapienti e ai poeti.
11. Canteremo le folle che possono infine liberarsi dalla schiavitù del lavoro salariato, canteremo la solidarietà e la rivolta contro lo sfruttamento. Canteremo la rete infinita della conoscenza e dell’invenzione, la tecnologia immateriale che ci libera dalla fatica fisica. Canteremo il cognitario ribelle che si mette in contatto con il proprio corpo. Canteremo l’infinità presente e non avremo più bisogno di futuro.
http://manifestodopofuturismo.notlong.com
Il Manifesto del Dopofuturismo verrà lanciato il 19 febbraio a Carrara ed il 20 febbraio a Roma (PROGRAMMA)
2. L’ironia, la dolcezza e la ribellione saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. L’ideologia e la pubblicità hanno esaltato finora la mobilitazione permanente delle energie produttive e nervose dell’umanità per il profitto e per la guerra, noi vogliamo esaltare la tenerezza il sonno e l’estasi, la frugalità dei nostri bisogni e il piacere dei sensi.
4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza dell’autonomia. Ciascuno ha il suo ritmo e nessuno deve esser costretto a correre ad una velocità uniforme. Le automobili hanno perduto il fascino della rarità e soprattutto non possono più svolgere il compito per il quale furono concepite. La velocità è diventata lenta. Le automobili sono immobili come tartarughe stupide nel traffico cittadino. Solo la lentezza è veloce.
5. Noi vogliamo cantare l’uomo e la donna che si accarezzano per meglio conoscersi e per meglio conoscere il mondo.
6, Bisogna che il poeta si spenda con calore e prodigalità per aumentare la potenza dell’intelligenza collettiva e per ridurre il tempo del lavoro salariato.
7. Non vi è più bellezza se non nell’autonomia. Nessuna opera che non esprima l’intelligenza del possibile può essere un capolavoro. La poesia è un ponte gettato sull’abisso del nulla per creare condivisione tra immaginazioni diverse e liberare singolarità.
8. Siamo sul promontorio estremo dei secoli… Dobbiamo assolutamente guardare dietro di noi per ricordare l’abisso di violenza e di orrore che l’aggressività militare e l’ignoranza nazionalista possono in ogni momento scatenare. Viviamo da molto tempo nella religione del tempo uniforme. L’eterna velocità onnipresente è già dietro di noi, nell’Internet, perciò ora possiam dimenticarla per trovare il nostro ritmo singolare.
9. Noi vogliamo ridicolizzare gli idioti che diffondono il discorso di guerra: i fanatici della competizione, i fanatici del dio barbuto che ci incita al massacro, i fanatici terrorizzati della disarmante femminilità che c’è in noi tutti.
10. Vorremmo fare dell’arte forza di cambiamento della vita, vorremmo abolire la separazione tra poesia e comunicazione di massa, vorremmo sottrarre il dominio sui media ai mercanti per consegnarlo ai sapienti e ai poeti.
11. Canteremo le folle che possono infine liberarsi dalla schiavitù del lavoro salariato, canteremo la solidarietà e la rivolta contro lo sfruttamento. Canteremo la rete infinita della conoscenza e dell’invenzione, la tecnologia immateriale che ci libera dalla fatica fisica. Canteremo il cognitario ribelle che si mette in contatto con il proprio corpo. Canteremo l’infinità presente e non avremo più bisogno di futuro.
http://manifestodopofuturismo.notlong.com
Il Manifesto del Dopofuturismo verrà lanciato il 19 febbraio a Carrara ed il 20 febbraio a Roma (PROGRAMMA)
10.2.09
Lo stupro continua
Eluana Englaro è morta.
La Cometa Rossa è vicina ai familiari che l'hanno conosciuta da viva, allevata, vista crescere, vista vivere ed esistere in quanto persona.
Ai genitori che coraggiosamente hanno scelto, dopo 17 anni, di non lasciarla marcire in un lettino d'ospedale ma di far sì che questo suo stato vegetativo potesse "servire" agli altri, alla società, a tutti coloro che sono stati e saranno in futuro in quello stato, ai loro familiari, a tutta la gente perché possa riflettere sul mistero della vita e della scelta.
Alla fine, metafora di questa insostenibile tensione, di questa Italia "sull'orlo della crisi di nervi", come ha detto Corradino Mineo, anche il corpo di Eluana, con inaspettata rapidità, ha ceduto.
Ciò che non è finito, ciò che continuerà ancora, è l'osceno banchetto di avvoltoi intorno alle sue carni stanche e rattrappite.
Perciò, condivido con voi questo lungo testo di Giuseppe Genna, perché lo stupro delle donne, reale o simbolico, vive o morte o moribonde, continua...
La Cometa Rossa è vicina ai familiari che l'hanno conosciuta da viva, allevata, vista crescere, vista vivere ed esistere in quanto persona.
Ai genitori che coraggiosamente hanno scelto, dopo 17 anni, di non lasciarla marcire in un lettino d'ospedale ma di far sì che questo suo stato vegetativo potesse "servire" agli altri, alla società, a tutti coloro che sono stati e saranno in futuro in quello stato, ai loro familiari, a tutta la gente perché possa riflettere sul mistero della vita e della scelta.
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Non credo che al momento di intraprendere questa battaglia si siano resi conto del linciaggio che avrebbero subito da parte dei media, agli ordini delle gerarchie cattoliche e degli sciacalli della destra parlamentare.Alla fine, metafora di questa insostenibile tensione, di questa Italia "sull'orlo della crisi di nervi", come ha detto Corradino Mineo, anche il corpo di Eluana, con inaspettata rapidità, ha ceduto.
Ciò che non è finito, ciò che continuerà ancora, è l'osceno banchetto di avvoltoi intorno alle sue carni stanche e rattrappite.
Perciò, condivido con voi questo lungo testo di Giuseppe Genna, perché lo stupro delle donne, reale o simbolico, vive o morte o moribonde, continua...
6.2.09
Vuoto di carità, vuoto di cultura
A proposito dell'agonia nell'agonia della famiglia Englaro in questi giorni, della loro sistematica criminalizzazione (non so immaginare quali nuove perversioni vedremo oggi), vi segnalo questo toccante post di Federica Sgaggio.
A commento di questi momenti atroci e scandalosi per chi crede nella civiltà e nell'intelligenza umana, riesumo uno stralcio dagli Scritti Corsari del mio amato Pasolini.
A commento di questi momenti atroci e scandalosi per chi crede nella civiltà e nell'intelligenza umana, riesumo uno stralcio dagli Scritti Corsari del mio amato Pasolini.
Marzo 1974. Vuoto di carità, vuoto di cultura. Un linguaggio senza origini (prefazione ad una raccolta di sentenze della Sacra Rota, a cura di Francesco Perego)
"posso dire che queste Sentenze della Sacra Rota mi hanno scandalizzato. Ma sia chiaro: non per la loro aberrazione morale e politica, il loro strisciante servilismo verso i tradizionali alleati (uomini di potere democristiani e fascisti), non per l’aria dell’imbroglio, dell’intrallazzo, dell’ipocrisia, della malafede, dell’untuosità, del privilegio che mai come qui appaiono in tutta la loro ripugnante evidenza. Esse mi hanno scandalizzato per due ragioni che potrebbero essere piuttosto definite culturali che moralistiche..
Primo: l’assenza totale di ogni forma di Carità. (...) Essa è una offesa brutale a quella dignità umana che non viene nemmeno presa in considerazione. L’esperienza umana su cui queste sentenze si fondano nell’esaminare i casi è perfettamente irreligiosa : il pessimismo del suo pragmatismo è senza fondo. La vita interiore degli uomini è ridotta a mero calcolo e miserabile riserva mentale: a cui si aggiungono, naturalmente, le azioni, ma nella loro pura nudità formale.
Seconda ragione di scandalo : l’assenza totale di ogni forma di Cultura. Gli estensori di queste sentenze sembrano non conoscere altro che gli uomini – visti in un orribile intrico di azioni dettate da sentimenti bruti o da infantili interessi – ché, quanto a libri, essi sembrano conoscere solo quelli di diritto canonico e San Tommaso.(...)
Tale assenza di cultura diviene anch’essa a sua volta offensiva della dignità dell’uomo quando essa si manifesta esplicitamente come disprezzo della cultura moderna, e altro non esprime dunque che la violenza e l’ignoranza di un mondo repressivo come totalità."
5.2.09
Perché scrivo
Scrivo perché so che mi leggerai
scrivo perché le cose urlano
scrivo perché non posso farne a meno
scrivo per leggere ciò che penso
per vederlo esistere come una cosa
così, scrivo per spogliarmi dai prodotti della mia mente
per ripulire la mia anima
Scrivo per un bisogno intimo
di tenerezza, da dare e da ricevere,
per una questione personale,
perché non lo sia più
Scrivo perché s'inveri il mio sogno:
che ogni cosa, ogni uomo o animale,
sia slacciata da vincoli
e possa stabilire connessioni spontanee,
ineffabili, vere
Ma scrivo, e mi avvito nel dolore nello schifo
nell'impossibile essere solidale con quest'uomo
senza il quale la libertà non può nascere
la libertà dell'io e del tu...
Non era un ragazzo
Intervista agli amici dei ragazzi che hanno dato fuoco ad un uomo a Nettuno.
Nessun commento.
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3.2.09
Bellezza Interiore
Dalla Newsletter FFS (Ferrovie Svizzere) febbraio 2009
(In cosa consisterà la prestazione supplementare?)
@
2.2.09
Cattive compagnie
Le aberranti dichiarazioni revisioniste di tal don Floriano Abrahamovicz, esponente lefebvriano ben ambientato nel NordEst, non hanno preso in contropiede chi segue attentamente le vicende di questo disgraziato Veneto.
Questo signore, riammesso con i suoi sodali nel seno della Chiesa Cattolica
Oggi, il primo cittadino cerca di rifarsi una verginità.
Ecco una stralcio da L'Arena - il Quotidiano di Verona di ieri, I febbraio 09:
Qui si trova qualche notizia in più sull'idillio ora terminato tra i politici locali veronesi e don Floriano.
Tuttavia, la scarsa cautela di Tosi nello scegliersi i compagni di campagna politica non si esaurisce qui. Di nuovo, vi segnalo, tra i consiglieri comunali eletti nella lista civica del sindaco, Andrea Miglioranzi, esponente di Fiamma Tricolore, cantante dei Gesta Bellica, gruppo nazirock autore di pezzi che inneggiano a Rudolf Hess ("Senza colpe l'han rinchiuso e alla fine l'hanno ucciso"), a Priebke, agli Afrikaner dell'apartheid. Una canzone recita: "Io sono camicia nera la mia Patria é la mia bandiera".
Ed io che credevo che la bandiera di un amministratore fosse la democrazia.
...
Questo signore, riammesso con i suoi sodali nel seno della Chiesa Cattolica
(d'altra parte, ricordo che lo stesso Lefèbvre, dopo la scomunica, dichiarò di avere ancora buoni amici e sostenitori in Vaticano, tra i quali il card. Oddi ed il card. [non indovinate?] Ratzinger)
si era già distinto in un breve cameo all'interno di una puntata di Anno Zero del 2006, in cui, commentando la sua lettura dell'autobiografia di Priebke, disse: "Non lo chiamerei boia". Ma a Verona aveva più volte sfilato accanto ai leghisti locali, in primo luogo l'attuale sindaco della città scaligera, Flavio Tosi.Oggi, il primo cittadino cerca di rifarsi una verginità.
Ecco una stralcio da L'Arena - il Quotidiano di Verona di ieri, I febbraio 09:
IL CASO. Il sindaco spara a zero su don Floriano Abrahamowicz dopo le sue frasi negazioniste sulle camere a gas
Tosi «scarica» il prete dei raduni leghisti
(...) Per la Lega, don Abrahamovicz non è certo uno sconosciuto, visto che ha partecipato a molte iniziative del Carroccio. A Vicenza, davanti ai ministri Maroni e Calderoli, aveva benedetto il crocifisso destinato al Parlamento del Nord. E a Verona, su invito di Matteo Castagna - «La chiesa dell’unico messia non chiede scusa a Caifa», scrive quest’ultimo sul suo sito - responsabile di Padania cristiana, don Floriano è venuto spesso. Nel 2005 guidò un rosario contro il Gay pride cui partecipò anche l’allora consigliere comunale Tosi, il quale, ora, distingue tra un’iniziativa contro una manifestazione «per molti versi eccessiva» e il celebrante che non aveva ancora detto frasi riduttive sulla Shoah.
Qui si trova qualche notizia in più sull'idillio ora terminato tra i politici locali veronesi e don Floriano.
Tuttavia, la scarsa cautela di Tosi nello scegliersi i compagni di campagna politica non si esaurisce qui. Di nuovo, vi segnalo, tra i consiglieri comunali eletti nella lista civica del sindaco, Andrea Miglioranzi, esponente di Fiamma Tricolore, cantante dei Gesta Bellica, gruppo nazirock autore di pezzi che inneggiano a Rudolf Hess ("Senza colpe l'han rinchiuso e alla fine l'hanno ucciso"), a Priebke, agli Afrikaner dell'apartheid. Una canzone recita: "Io sono camicia nera la mia Patria é la mia bandiera".
Ed io che credevo che la bandiera di un amministratore fosse la democrazia.
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