9.1.09

Convivere con chi?

Rispondo qui ad un post che l'amico Pablo ha pubblicato nel blog "La tana del lupo":

Ma chi sono i Cattivi di Hamas? 

di cui consiglio la lettura integrale, ma che sintetizzo qui sotto, tagliando barbaramente.
(...)
Il pensiero unico su Hamas non lascia dubbi o scampo: si tratta, secondo i politici e i media mainstream, ma anche secondo molti altri osservatori, di una organizzazione estremista, terrorista, integralisti legati a doppio filo all'Iran, e che propugna la distruzione totale di Israele e di "ogni ebreo ". (...) Inoltre avrebbero fatto un colpo di Stato (...) contro i "buoni" di Al Fatah.(...)
Ora, io (...) tendo un po' a diffidare del pensiero unico semplificatore, anche perché alcune cose sono palesemente false.
In particolare dove si fa credere che Hamas abbia fatto un colpo di Stato, quando è noto che Hamas aveva vinto in modo inequivocabile le elezioni, prendendo percentuali di voto che arrivavano al 70%. Però è stato tenuto fuori dal Governo e con la forza.(...)
Non mi risulta poi che Hamas voglia la distruzione di Israele e di "ogni ebreo" anche se non escludo, anzi ritengo probabile, che vi siano degli estremisti al suo interno che propagandano tale obiettivo. E' anche vero che la destra israeliana (che assomma almeno ad un quarto del parlamento Israeliano) propone esattamente la stessa cosa: la cacciata di ogni arabo, compresi quelli già all'interno di Israele, e la riduzione di tutti i "gentili" (ovvero i non ebrei) a cittadini di rango inferiore.(...)




Caro Pablo, per fortuna i blogger qui da noi stanno facendo un preziosissimo lavoro, traducendo e diffondendo articoli dalla stampa estera, testimonianze, riflessioni, punti di vista alternativi ai media di regime.
Solo che si pone il solito problema, il solito iato tra chi si informa attivamente, con tutti gli strumenti che offre oggi internet, e chi invece è passivo. Passività che va oltre il problema della conoscenza nel senso più ampio, ed attraverso la consapevolezza investe la cultura e la vita pratica di ciascuno e ciascuna.

Le elezioni che Hamas ha stravinto sono state convalidate dagli osservatori internazionali, e sono state molto più democratiche di quelle che si svolgono in alcuni paesi africani o asiatici, o in Russia, tanto più se consideriamo che si sono svolte in un paese in guerra, oppresso da un invasore straniero, dove la gente non è libera di muoversi.

Chi sbandiera la storia che Hamas vuole la distruzione d'Israele sta facendo dell'informazione manipolata in malafede.
Nella nostra sonnacchiosa Italia, nel cui territorio nessun paese straniero fa raid aerei, sgancia missili in mezzo ai mercati, crea posti di blocco che costringono ad ore di cammino chi fa semplicemente 4 km per andare al lavoro, qui nella ricca città del Nordest in cui vivo, la gente vorrebbe rinchiudere gli immigrati in lager e rimandare i Meridionali nelle regioni d'origine. Qui le squadracce di skinheads vanno in giro per il centro a massacrare chi non sta loro simpatico (l'ultima bravata circa un settimana fa). Quale modello di serena convivenza abbiamo da proporre alla Palestina?
Se sei stato in Israele, sai bene che la legislazione discriminatoria proposta in parlamento dalla destra esiste già di fatto nella società israeliana: prima ci sono gli Ashkenaziti, poi i Sefarditi; i neri Falasha sono considerati poco più che delle bestie, poco più degli Ebrei palestinesi; sotto ancora ci sono i Palestinesi di altre religioni.

Infine, è chiaro che il governo di Israele e gli USA hanno favorito in modi diretti ed indiretti la vittoria politica di Hamas, per poter dire a cuor leggero, all'indomani delle elezioni: "Non si può trattare coi terroristi".
E invece, con buona pace di tutti questi signori, se si cerca una pacificazione si dovrà trattare proprio con loro.
Rimane solo da capire fino a quando mantenere una guerra in quella regione del mondo sarà conveniente a certi gruppi di potere.

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P.S.: come spesso accade, una parola definitiva la trovo da lui, il Numero 1.

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