27.1.09

Ricordare è continuare ad ascoltare

Stella e giaguaro

Una voce
                  chiara e forte
giunge alle nostre orecchie.
Una voce che ci preme,
scuote le nostre coscienze
e turba la nostra calma
occidentale ed egoista.


Non vogliamo ascoltare...


Chiudiamo porte e finestre
isolati
e pieni di paura.
E' la voce
di uomini e donne
pregni di ideali,
assassinati,
ripeto,
assassinati,
che non si arresero.
E' il loro sangue
                          che ci accusa
come un ciottolo
che dalla montagna cade
e rotola fino in fondo all'abisso
e ci interroga:
dove eri tu
nel momento dell'angoscia,
della solitudine del mio popolo?


Tupac Amaru
                        stirpe di condor,
dall'Ayllu desolato sale
e si dilata sul mondo
il tuo nome
vivo nel dolore e nella speranza.
Infinite volte ti hanno ucciso
squartano le tue membra e i tuoi sogni,

coprendoti di ingiurie e di bestemmie.
Sempre sei rinato,
                               stella e giaguaro,
esumando la certezza
di un'alba senza fucilati
in un mondo di amici e fratelli.


Tupac Amaru,
                         figlio del sole,
giungerà l'inesorabile primavera
e desterà il tuo popolo
dalla sua tristezza centenaria.
Con i suoi fuochi e accesi venti
dalla cordigliera al mare
desterà il tuo popolo.

[Juan Baladàn Gadea, traduzione di Federico Italiano]

.