11.5.09

Italiani brava gente?

Nabruka Mimuni si è uccisa. O l'abbiamo uccisa?

Scrive l'Incarcerato:
Guai a voi che puntate il dito contro le altre nazioni ove dite che i diritti dell'uomo vengono calpestati.
Guai a voi che avete il coraggio di affermare che siamo un esempio di civiltà.

Il 7 maggio, una donna tunisina di nome Nabruka Mimuni, che da ben 20 anni lavorava qui in Italia, si è impiccata nel Centro di Identificazione ed Espulsione (ex CPT) di Ponte Galeria, a Roma.
qui il racconto della sua compagna di cella
Si è ammazzata perchè l'indomani sarebbe stata tradotta in Tunisia, una terra non più sua, irriconoscibile per lei, dove sarebbe stata sola e abbandonata.
Stava facendo la fila in questura per rinnovare il permesso di soggiorno come tutti gli altri. La polizia l'ha presa e sbattuta dentro quella specie di lager.
Il 6 sera sera le hanno comunicato che sarebbe stata espulsa e la mattina seguente le sue compagne di cella l’hanno trovata impiccata in bagno. Da quel momento le recluse e i reclusi di Ponte Galeria sono in sciopero della fame per protestare contro questa morte, contro le condizioni disumane di detenzione, contro i maltrattamenti e contro i rimpatri.
Nabruka lascia un marito, e un figlio. Era in Italia da più di 20 anni. È stata catturata due settimane fa dalla polizia mentre era in coda in Questura per rinnovare il permesso di soggiorno.
Se dobbiamo dare un nome a chi l’ha uccisa, non basterebbero le poche righe che ho a disposizione. Del resto, almeno qualche nome di questa lista lo conoscete già: intanto il ministro Maroni, che si è vantato della gente deportata in Libia senza neanche passare dai porti italiani; poi il partito del ministro e tutto il suo governo, che si apprestano a portare di nuovo a sei mesi il tempo di reclusione nei Centri di identificazione ed espulsione (CIE, gli ex CPT); e ancora la Croce rossa italiana, che gestisce il centro di Roma Ponte Galeria e diversi altri lager in Italia; e giù giù, tutti coloro che approvano, a voce alta o in silenzio, o che non si schierano apertamente contro questa vera e propria pulizia etnica.


Italiani brava gente?
Noi creiamo il reato di clandestinità. Noi, che abbiamo riempito il mondo di immigrati regolari e soprattutto irregolari, noi che abbiamo diffuso dappertutto la fama dell'italiano ignorante e sporco, ladro e truffatore, noi che abbiamo esportato le mafie.
Noi prolunghiamo la detenzione nei CIE, lager di stato.
Noi invochiamo l'apartheid in metropolitana, negli autobus, negli ospedali, nelle scuole.
Noi, di destra o di sinistra, respingiamo coloro che arrivano dal mare, contro ogni diritto, contro ogni umanità. Contro la Convenzione di Ginevra e la Convenzione europea dei diritti umani, alle quali formalmente aderiamo. E non solo oggi: nel 2005 vi erano già stati respingimenti collettivi verso la Libia, a causa dei quali l'Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Noi nel 1997 abbiamo affondato una nave di poveracci che cercava di raggiungere le nostre coste, 100 persone mandate marcire sul fondo del Canale di Otranto. Noi di destra e di sinistra: il Partito Democratico ha, infatti, sostenuto fino in fondo, votandolo in Parlamento lo scorso gennaio, l’accordo firmato da Berlusconi lo scorso 30 agosto con Gheddafi a Bengasi. Un accordo che prevede esattamente questo tipo di collaborazione e di deportazioni illegali, perché sancite al di fuori di qualsiasi supervisione internazionale da parte delle Nazioni Unite. Una supervisione che non e’ un optional, ma un impegno sancito dalla legge che applica la Convenzione ONU sui Diritti dei Rifugiati.

Oggi noi dobbiamo prendere una posizione chiara.
Dire apertamente da che parte stiamo. Da quella dei torturatori, degli assassini, o da quella di chi dice "basta!".
Perché i lager sono sotto gli occhi di tutti e noi non possiamo affermare, come i tedeschi sotto il Nazismo, che "non sapevamo".

Lo possiamo gridare alla manifestazione nazionale del prossimo 23 maggio a Milano.
http://www.dachepartestare.org/

Lo possiamo e lo dobbiamo dire col nostro voto. Già il prossimo 6 e 7 giugno.
Ricordandoci che Piero Fassino, responsabile esteri del PD, ha dichiarato che il respingimento degli immigrati senza permesso «non è un’idea improvvisa, non nasce oggi. È un’azione di contrasto e di dissuasione dei clandestini che è prevista in tutti i documenti dell’Unione europea. E l’Italia l’ha applicata anche» ai tempi dei governi di centrosinistra.
E' quello di Fassino, il mondo che vogliamo?

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